Whirlpool Napoli, prove d'intesa tra i quattro candidati a sinistra: «Noi, uniti per gli operai»

Whirlpool Napoli, prove d'intesa tra i quattro candidati a sinistra: «Noi, uniti per gli operai»
di Valerio Esca
Venerdì 23 Luglio 2021, 12:12 - Ultimo agg. 24 Luglio, 09:03
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Prove di dialogo per i candidati a sindaco di Napoli dell'area progressista. Antonio Bassolino, Alessandra Clemente, Sergio D'Angelo e Gaetano Manfredi si ritrovano sotto lo stesso tetto sulla vertenza Whirlpool. Il documento comune sottoscritto da tutti e quattro i candidati sembra una prova generale di un probabile accordo al ballottaggio, sempre che qualcuno non decida di tirarsi indietro prima. Il maggior indiziato per questo è Sergio D'Angelo, che ieri, in un lungo post Facebook, ha ricordato la sua «disponibilità ad un confronto con gli altri candidati del centrosinistra» e che presto darà aggiornamenti rispetto agli esiti di questi incontri. Manca all'appello solo la firma del candidato sindaco del centrodestra Catello Maresca, che attacca i suoi competitor: «Fanno campagna elettorale sulla pelle di 340 famiglie». 

«Da oltre 26 mesi i lavoratori della Whirlpool di Napoli sono impegnati per la difesa e la salvaguardia del proprio posto di lavoro, per garantire un presente e un futuro dignitoso alle 340 famiglie coinvolte in questa vertenza - scrivono Bassolino, Clemente, D'Angelo e Manfredi - L'avvio della procedura di licenziamento collettivo per gli operai dello stabilimento rappresenta un duro colpo per la città e il suo tessuto sociale e lavorativo.

Oggi - incalzano - anche a causa delle gravi conseguenze che la pandemia ha inferto al contesto occupazionale cittadino, la protezione di ogni singolo posto di lavoro appare un obiettivo prioritario per qualunque forza politica si troverà ad amministrare il capoluogo campano per gli anni a venire. Per questo motivo, come candidati sindaci di Napoli - aggiungono - ribadiamo con forza al governo nazionale e alla Whirlpool Corporation la richiesta di mettere in campo ogni azione possibile, per far sì che venga preservato il sito produttivo di via Argine e vengano garantiti appieno i livelli occupazionali per tutti i lavoratori attualmente impiegati». Maresca replica in maniera dura: «L'appello lanciato dai candidati sindaco di Napoli sulla vertenza Whirlpool mi lascia perplesso. Se davvero tra loro qualcuno avesse voluto incidere sulla vicenda di via Argine, sarebbe bastata una telefonata ai sodali di partito al governo mesi fa. Trovo che fare campagna elettorale giocando sulla sorte di 340 famiglie sia davvero inaccettabile - tuona il magistrato - Ora purtroppo il rischio è quello sociale. Napoli non può permettersi di perdere neanche un solo posto di lavoro. Personalmente, non mi presterò mai al gioco di chi strumentalizza vicende così dolorose che riguardano il destino dei lavoratori per fini elettorali». 

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Mai così vicini dunque i quattro candidati dell'area progressista, che siglano un accordo su una vertenza calda e di fondamentale importanza, per i lavoratori e per la città di Napoli. C'è anche chi, tra i quattro, stia dialogando anche in chiave elettorale già da tempo. Manfredi e D'Angelo sono infatti nella fase avanzata di un dialogo che potrebbe portare ad un accordo prima di arrivare al ballottaggio. «Ho dialogato con tutti, provando a costruire un ponte tra le parti, ho provato a spiegare che le persone che vivono nella nostra città aspettano risposte dalla politica e che non usciremo dalla crisi a meno che non si depongano le armi e ci si rimbocchi le maniche, tutti, per un bene comune - scrive D'Angelo - Perché il lavoro è estremamente complesso e occorre fare ricorso a tutte le risorse in campo. Non è scontato che questo mio modo di ragionare venga recepito da tutti, ma il frazionamento tra chi appartiene alla stessa area politica non porterà da nessuna parte. Sono le convergenze a rendere validi e solidi i progetti». 

 

I lavoratori e le lavoratrici di Whirlpool non si arrendono. Ieri in 200 a Roma hanno protestato contro la chiusura dello stabilimento di Napoli, muovendosi in corteo dalla stazione Termini e raggiungendo il ministero dello Sviluppo economico, mentre in tutti gli stabilimenti italiani del gruppo si svolgeva uno sciopero di otto ore. «Adesione del 100%», ha fatto sapere la Fiom, mentre una delegazione di Fim, Fiom e Uilm veniva ricevuta al Mise dai viceministri Gilberto Pichetto Fratin e Alessandra Todde. «Stiamo lavorando a un piano industriale serio e concreto, che non solo metta in sicurezza i lavoratori, ma garantisca un futuro per il sito produttivo di Napoli salvaguardando l'occupazione», ha detto la viceministra Todde ai sindacati. Ma intanto il tempo stringe. Il conto alla rovescia di 75 giorni è già iniziato lo scorso 15 luglio, innescato dalla procedura di licenziamento aperta dalla multinazionale americana.

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