Zona rossa in Campania, De Luca attacca: «Nessun controllo nelle città»

Zona rossa in Campania, De Luca attacca: «Nessun controllo nelle città»
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 2 Aprile 2021, 08:47 - Ultimo agg. 17:06
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Anche se la Campania è alla vigilia della zona arancione (si decide oggi), De Luca torna a tuonare contro i pochi controlli delle forze dell'ordine. E, nel frattempo, rilancia il progetto di immunizzare la popolazione delle isole: per evitare che altri Paesi sottraggano punti di Pil al comparto turistico.


I CONTROLLI
«Ho detto che per mesi l'Italia è stata abbandonata a sé stessa, oggi siamo in zona rossa, ma voi avete l'impressione che siamo in zona rossa? Trovate qualche pattuglia per strada a controllare chi va in giro senza mascherina e pensate di poter contrastare il Covid avendo un Paese abbandonato a sé stesso?», si domanda, retoricamente, il governatore De Luca ieri mattina a margine di una visita in una struttura dell'Asl Napoli 2 che accoglie bambini affetti da autismo. «Non è che dobbiamo militarizzare l'Italia, ma - aggiunge - avere delle pattuglie che stanno sui lungomari perlomeno a multare chi non porta la mascherina.

Mi pare il minimo, ma visto che questo non c'è dobbiamo essere ancora più responsabili».


Toni che sanno più di allarme specie se siamo alla vigilia delle festività pasquali e il tempo primaverile incita i campani a riversarsi per le strade. Anche se ieri, dopo settimane, sembra cambiare registro e usa toni più suadenti. «Lo dico ai ragazzi, non fate i fenomeni perché il Covid fa male, vi porta in terapia intensiva. Facciamo le persone responsabili, se Dio vuole con le vaccinazioni con il senso di responsabilità e con un pò di controlli in più contiamo di uscire da questo calvario in tempi ragionevolmente brevi. Una sola raccomandazione - incalza il governatore campano -, qui c'è una sottovalutazione della pericolosità del problema: abbiamo in terapia intensiva ormai ragazzi di 30 e 25 anni, sono delle tragedie inimmaginabili. Stiamo attenti».


I VACCINI
Sputnik a parte, su cui De Luca ribadisce di non voler fare un passo indietro, ieri è anche la prima volta che il sindaco di Salerno non spara a palle incatenate contro il governo pe rla mancanza di vaccini. «Registriamo oggi (ieri, ndr) che arrivano più vaccini, l'importante è che ci sia continuità negli arrivi altrimenti diventa impossibile fare la programmazione. Fino a una settimana fa la Campania - rimarca - aveva avuto 130mila vaccini in meno rispetto alla popolazione di questa regione. Il nuovo commissario Figliuolo ha deciso di adottare il criterio che noi abbiamo proposto da sempre, cioè un vaccino per ogni cittadino. Finalmente ci siamo arrivati, dobbiamo recuperare i vaccini che non ci erano stati consegnati nei mesi scorsi e adesso siamo in condizione sostanzialmente di partire. Ovviamente noi, se vogliamo immunizzare la Campania, dobbiamo somministrare oltre 9 milioni di vaccini». E anche per raggiungere questo obiettivo rimane in piedi l'opzione dell'approvvigionamento del vaccino russo. «Possiamo lasciar perdere tutte le scemenze. Quello che bisognava dire l'ho detto, la Regione Campania ha fatto quello che la legge consente senza chiedere il permesso a nessuno, e andiamo avanti. Piuttosto - attacca - l'Aifa deve muoversi, non può dormire perché la situazione è grave. Le decisioni vanno prese quali che siano, positive o negative, ma vanno prese in un mese e non in un anno».


LE ISOLE
L'obiettivo, prima che arrivi la stagione estiva, rimane quello di somministrare i vaccini nelle isole. «Intendiamo immunizzare le isole, Ischia, Capri e Procida, nomi di valore mondiale da proporre sul mercato mondiale prima di farci rubare turisti dalla Grecia o dalla Spagna. Con le isole libere dal Covid significa fare una bella operazione sanitaria ma anche lanciare nel mondo il turismo campano.


Ovviamente, se abbiamo vaccini aggiuntivi, possiamo - conclude - immunizzare tutto il personale turistico e alberghiero, così come possiamo utilizzare i medici aziendali per andare nelle zone industriali, per immunizzare i lavoratori nelle fabbriche medie e grandi. Stiamo facendo di tutto per rilanciare l'economia perché abbiamo bisogno di tutelare la vita delle persone e portare il pane nelle famiglie».

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