Femminilità, natura e rigenerazione: ecco le mostre di Giulia Manfredi e Pilar Soberòn

Femminilità, natura e rigenerazione: ecco le mostre di Giulia Manfredi e Pilar Soberòn
di EMANUELA SORRENTINO
Lunedì 23 Maggio 2022, 11:22
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Con l'adesione alla Gallery Climate Coalition, l'Istituzione Culturale Art 1307 presenta due mostre doppie personali di Giulia Manfredi e Pilar Soberòn che dialogheranno con l'ambiente in un cerchio ciclico continuo tra femminile, natura e rigenerazione. Si tratta de Il silente linguaggio della Natura, alla Reggia di Portici, che verrà inaugurata giovedì 26 maggio alle ore 18 e Geometrie Organiche, alla stazione RFI AV di Afragola, che sarà inaugurata sabato 28 maggio alle ore 11. Due esposizioni che avviano una riflessione di tutela del patrimonio naturale, per sostenere come l'uomo, con i suoi artefatti, possa convivere in modo fruttuoso con l'ambiente. Ad entrambi gli eventi saranno presenti le artiste e le personalità delle istituzioni ospitanti.

La mostra delle artiste Giulia Manfredi e Pilar Soberòn per la Reggia di Portici è concepita per i giardini della Reggia e consta di due installazioni site-specific dove la contaminazione di materiali e concetti acquisisce rilevanza assoluta.
I materiali stessi adoperati per le due installazioni costituiscono una egregia fusione di uomo/ natura o di Natura virtuosamente manipolata dall’uomo; il marmo tagliato e composto in segmenti si adagia sul terreno e si atteggia a fiume in scorrimento, ma al suo interno anziché contenere acqua, contiene piante in continua evoluzione. 

Nella mostra alla stazione di Afragola, che rientra nel più vasto progetto “Traveling with Zaha” ideato dall’architetto Antonella Iovino e sviluppato da ART1307 Istituzione culturale con la curatela di Cynthia Penna, le artiste Giulia Manfredi e Pilar Soberon hanno ingaggiato un doppio dialogo: quello con la Natura che è proprio di tutta la loro rispettiva produzione artistica e quello con l’architetta Hadid e con lo spazio espositivo della stazione ferroviaria AV di Afragola.

La fusione tra tecnologia, architettura e natura pervade l’intera esposizione fatta di fotografie in macro formato che investono le pareti della stazione in un gioco di linee fluide che si susseguono, si rintracciano, si intersecano.

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