Il secolo dei lumi rivive a Napoli, grazie agli incontri internazionali dedicati alla cultura dell'antico

Il secolo dei lumi rivive a Napoli, grazie agli incontri internazionali dedicati alla cultura dell'antico
di Benedetta Palmieri
Martedì 13 Novembre 2018, 13:34
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«I musei devono essere concepiti sempre più come luoghi di confronto, per ricostruire, anche grazie ad una corposa indagine scientifica, le radici culturali che hanno reso grande la nostra storia». Le parole di Paolo Giulierini, direttore del Mann, non solo racchiudono quello che si è ormai consolidato come il suo approccio nella gestione del museo, ma anche lo spirito con cui nasce l’incontro internazionale “La cultura dell’antico a Napoli nel secolo dei lumi” – che sarà ospitato da questo mercoledì 14 (e sino a venerdì 16) da più strutture culturali napoletane. 

Le tre giornate di approfondimento – che vedranno la partecipazione di numerosi studiosi dall’Italia e dall’estero, e sono organizzata da Carmela Capaldi, in collaborazione con Arturo De Vivo, Carlo Gasparri, Edoardo Massimilla, Massimo Osanna, Valeria Sampaolo – si divideranno infatti tra la Società nazionale di scienze, lettere e arti, il Parco archeologico di Ercolano e lo stesso Mann. 

Ma vediamone il programma: il convegno apre, come detto, mercoledì, alla Società nazionale di scienze, lettere e arti (alle 10 in via Mezzocannone 8), quando saranno presenti il Rettore e il Prorettore dell’Ateneo federiciano, Gaetano Manfredi e Arturo De Vivo; il direttore del Dipartimento di studi umanistici, Edoardo Massimilla; il presidente dell’Accademia di archeologia, lettere e belle arti, Giovanni Polara; il professore Francesco Aceto (studioso in Scienze storiche, archeologiche e storico-artistiche). Dopo una pausa, alle 14.30, i lavori riprenderanno nella Sala conferenze del Mann. 

Il giorno successivo (giovedì 15, alle 9.30), si torna alla Società nazionale di scienze; venerdì si chiude invece al Parco archeologico di Ercolano – dove si potrà visitare l’antico teatro. 

È proprio il direttore del Parco, Francesco Sirano, ha aggiungere il proprio pensiero sull’iniziativa: «Prosegue l’attività istituzionale del Parco, che coniuga l’attività di fruizione con quella di ricerca e produzione scientifica. Ercolano, dove significativamente ricorrono 280 anni dall’inizio degli scavi borbonici, richiama il suo ruolo non solo come oggetto di studio ma anche come promotore di attenzione su un’epoca che ne ha visto la ribalta». 

Del resto, il convegno sembra procedere sulla falsariga del proprio oggetto: il Settecento napoletano fu caratterizzato dalla coesistenza di originali indagini nei campi filosofico, storico-letterario, naturalistico, giuridico. Novant’anni – intesi tra il 1709 e il 1799 – in cui peraltro lo studio del passato, dell’antico appunto, si arricchì del nuovo approccio intellettuale del secolo dei lumi, per cui riscoprire le radici culturali europee era pure uno strumento per «fondare un nuovo approccio al tema della conservazione delle opere d’arte e del collezionismo». 

Così, l’incontro internazionale di questi giorni ripercorrerà e insieme incarnerà «la dimensione poliedrica di un’indagine scientifica che, ancora oggi, conserva la propria attualità». 
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