C’è modo di rivestire di modernità i suoni della canzone napoletana classica? Murolo e Bovio hanno ancora il potere di fascinazione di una volta?
Suonno d‘Ajere, giovane trio napoletano di musicisti tra storia e contemporaneo, si pone questo dilemma antico, con l ‘album «Suspiro», pubblicato dai signori de “All’est de L’equatore”. L’ensembe si muove all‘interno di un territorio di devozioni domestiche tutt'altro che scontate o patinate per dare una intenzione nuova e appassionata alla melodia napoletana classica. Scommessa già vinta dal grande Pino Daniele grazie alle sue contaminazioni linguistiche, strutturali e melodiche, la nuova sfida viene oggi raccolta e rimaneggiata dal terzetto composto da Irene Scarpato alla voce (anzi al canto), da Marcello Smigliante Gentile al mandolino, la mandola e il mandoloncello e da Gianmarco Libeccio alla chitarra classica. Padrino d‘eccezione per la presentazione e show-case qualche pomeriggio fa al Gran Bar Gambrinus di Trieste e Trento il maestro Pasquale Scialò per testimoniare una ricerca raffinata tra continuità, ricerca e disincanto. Il soffio che battezza l‘album di esordio è un inedito incastonato tra omaggi alla serenata, echi di sceneggiata e declinazioni neo-retrò.
Al Gambrinus il «Suspiro» dei Suonno d‘Ajere
di Salvio Parisi
Lunedì 4 Marzo 2019, 15:47
- Ultimo agg. 16:58
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