Luca Ciammarughi chiude i «Concerti dell'Acquario»

Al Museo Darwin Dohrn nel segno di Schubert

Luca Ciammarughi
Luca Ciammarughi
Martedì 23 Aprile 2024, 21:35
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Il concerto-racconto di Luca Ciammarughi, intitolato Sulle tracce di Schubert, conclude mercoledì 24 aprile, alle ore 20 il ciclo de “I Concerti dell’Acquario” nel Museo Darwin Dohrn. Il Maggio della Musica quest’anno ha proposto, per la prima volta, alcuni appuntamenti nel museo del mare che vive nei locali dell’ex Circolo della Stampa. Protagonisti della rassegna Luigi Esposito, Sebastiano Mesaglio l’ensemble Sentieri Selvaggi, e ora, in chiusura, Luca Ciammarughi.

Per il suo recital il pianista ospite, in quest’occasione anche voce narrante, ha scelto di eseguire tutte e solo composizioni di Schubert, autore prediletto e già eseguito da Ciammarughi in contesti prestigiosi.

Pagine delicate, affascinanti, appassionate e salottiere: Waltz D 145 n. 6 in Si minore, la Sonata D 664: Andante (II movimento), l’Impromptu D 899 op. 90 n. 4 in La bemolle Maggiore, i Moments Musicaux D 780, n. 2 in La bemolle Maggiore, Menuet D 600 in Do diesis minore, Valse sentimentale D 779 n. 13 in La Maggiore, Klavierstück D 946 n. 2 in Mi bemolle Maggiore, la Sonata D 959 op. posth: Andantino (II movimento) e la Sonata D 960 op. posth: Molto Moderato (I movimento).

“Franz Schubert – scrive il pianista nelle note che accompagnano il progetto - ha dovuto attendere la seconda metà del Novecento per essere riconosciuto come uno dei pilastri della storia della musica. Per lungo tempo considerato una sorta di “Beethoven minore”, miracoloso nei Lieder ma troppo prolisso nelle grandi forme, meno “virile” del genio di Bonn secondo il giudizio di Schumann, oggi Schubert è al contrario rivalutato per la sua visionarietà profetica e per quel “sonnambulismo rabdomantico” che caratterizza i suoi percorsi musicali, portandoci dal classicismo viennese fino a una sorta di espressionismo ante-litteram.

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Tuttavia, l’uomo Schubert conserva qualcosa di enigmatico, che tanti dibattiti ha suscitato fra biografi e studiosi. Attraverso le testimonianze di quelli che lo conobbero, ma anche con i diari e le lettere dello stesso Schubert, ricostruiamo un ritratto in cui Cielo e Terra, spirituale e carnale, non sono le polarità di una personalità dissociata, ma due lati della stessa medaglia”.

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