Palazzo Zevallos, Ensemble Céladon suona Michael Nyman

Palazzo Zevallos, Ensemble Céladon suona Michael Nyman
Giovedì 9 Maggio 2019, 14:35
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Chi ha amato alcune fra le più memorabili colonne sonore del Novecento – quelle relative a film come “Lezioni di piano” di Jane Campion e “L’ultima tempesta” di Peter Greenaway – difficilmente potrà sottrarsi al fascino del programma offerto, sabato 11 maggio alle ore 20.30 a Gallerie d’Italia-Palazzo Zevallos Stigliano (via Toledo 185, Napoli), dall’Ensemble Céladon, allestito dalla Fondazione Pietà de’ Turchini nell’ambito del ciclo “Musica tra nord e sud Europa”, ideato dalla Fondazione e prodotto da Gallerie d’Italia - Palazzo Zevallos Stigliano.
 
Un programma con cui Paulin Bündgen (controtenore), Catherine Arnoux, Viviana Gonzalez-Careaga, Liam Fennelly, Luc Gaugler, Nolwenn Le Guern, (viole da gamba) faranno rivivere agli spettatori l’ipnotica miscela sonora che caratterizza, fin dai suoi esordi, l’intera produzione diMichael Nyman. A partire proprio da quella “No Time in Eternity”, composta appositamente per l’Ensemble Céladon nel 2016 e ispirata ai lapidari versi del poema breve firmato dall’autore rinascimentale britannico Robert Herrick. Snocciolando le tracce dell’omonimo album “No Time in Eternity” (Aeon, 2017), l’Ensemble Céladon suonerà un serrato dialogo fra il passato e il presente della musica inglese, Rinascimento e Contemporanea, senza soluzione di continuità, nel segno della geniale sintesi contenuta nella cifra di Nyman. Vale a dire di un autore capace di lasciare il segno, con la propria inconfondibile scrittura, non soltanto nell’Olimpo delle musiche per film. Ne sono la riprova gli altri suoi cinque Songs for Ariel per voce solista ed archi, su testi di William Shakespeare, che l’Ensemble eseguirà insieme con otto brani di autori coevi del grande drammaturgo.

Preziose pagine tardo-cinquecentesche per consort, caratterizzate da antiche dissonanze o sorprendenti soluzioni cicliche e minimal. Come nel caso della toccante elegia “Ye sacred muses, race of Jove” di William Byrd, “Prepare to die” o “Send forth thy sighs” del pressoché sconosciuto Nathaniel Patrick, compositore e organista della Cattedrale di Worcester, forse maestro di voci bianche. Per poi toccare le vette con il più noto madrigale celebrativo per la regina Elisabetta, “Eliza, her name gives honour” di John Bennet, o con l’addirittura avveniristica “Sit Fast” di Christopher Tye. Da una temperie all’altra, incontriamo una testimonianza resa in forma di song dal timbro di un controtenore, dall’intensità di un consort di viole che trasmette una certa magia, dall’espressione paradossale di una voce che è sola ma diventa anche un sesto strumento, una delle viole.
 
Ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Per informazioni 081402395 e coordinamento@turchini.it.
Programmi e note di sala su www.turchini.it.
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