Sorrento, al Chiostro di San Francesco il concerto del controtenore Maurizio Di Maio

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Giovedì 28 Luglio 2022, 11:23
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Nell’ambito della kermesse dedicata alla musica classica “Sorrento Classica” giunta alla sua XV edizione con la Direzione artistica del maestro Paolo Scibilia promossa dal Comune di Sorrento, con il sindaco Massimo Coppola,  che ha voluto sostenere la cultura musicale di accademia cara ai sorrentini anche quest’anno con l’ausilio dell’organizzazione della Società Concerti Sorrento, domani, venerdì, presso il Chiostro di San Francesco con inizio alle 21.15 si terrà il concerto del controtenore Maurizio Di Maio con l’Apulia Cello Ensemble, Giovanni Astorino, Giovanna D’Amato, Vincenzo Lioy, Daniele Miatto e Luciano Tarantino, tutti musicisti vincitori di concorsi e prime parti in varie orchestre italiane, nonché docenti di conservatorio.

Ma all’indubbio fascino delle sonorità di un quintetto di violoncelli, vera e propria tavolozza dell’espressività del canto inteso in senso lato, si aggiunge la vocalità di Di Maio, che riesce realmente a emozionare celebrando al meglio la vox umana.

Per incontrare una vocalità come la sua dobbiamo tornare indietro nel tempo ai musici, falsettisti o sopranisti di cui il più famoso e apprezzato rimane Carlo Broschi in arte Farinelli, non a caso nel programma sorrentino di venerdì sera Maurizio Di Maio si misurerà con la celebre “Ombra mai fu” di Händel, l’aria iniziale dell’opera “Serse” integralmente utilizzata nel film dedicato al pugliese Farinelli, il principe dei castrati, un brano che personalmente ho ascoltato interpretare solo a grandi controtenori del calibro di Philippe Jaroussky o del tedesco Andreas Scholl. 

Ma il programma propostoci nel concerto sorrentino è ricco e articolato, gli ascoltatori potranno godere di opere come l’Arioso di Bach, l’on the nature of Dayligh di Richter, “Vedrò con mio diletto” tratta da “Il Giustino” di Antonio Vivaldi.  Alternando a volte pezzi strumentali e vocali, ci si muove tra i secoli con il Finale dal “Barbiere di Siviglia” di Rossini e “Vaga la luna che inargenti” di Bellini quindi impossibile non proporre il mondo di Verdi, quello a cavallo dei cosiddetti “anni di galera”, con il Preludio dall’Attila e il “Va’ pensiero” dal Nabucco, prima di un ritorno al Settecento con l’arietta “Caro mio ben” attribuita a Giuseppe Giordani. Dopo l’Ukraine Melody di M. Skoryk, ci sarà un omaggio al russo Ciaikovskij con l’Aria di Lensky dall’opera Evgeny Onegin, non a caso in scaletta dopo un ucraino: in musica non si ama affatto la cancel culture. 

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Dopo il russo Ciaikovskij, Maurizio Di Maio ci propone “Lascia ch’io pianga” da Händel nell’opera Rinaldo, altro brano protagonista di una delle scene più belle del film “Farinelli, voce regina” (vincitore di un Golden Globe nel 1994). Dopo l’omaggio a Federico II di Svevia di Roberto Fasciano, autore del brano “Puer Apuliae” si giunge ai suoni dei nostri giorni con “Il Padrino Theme” di Nino Rota e “Abbracci” straordinaria opera del “pianista al contrario” Maurizio Mastrini, dulcis in fundo l’Ave Maria attribuita a uno dei padri del melodramma, Giulio Caccini.

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