TORRE DEL GRECO. Era il 23 maggio di trent’anni fa quando una carica esplosiva uccideva Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della sua scorta. Per ricordare quella strage e quella nella quale perse la vita Paolo Borsellino, l’istituto comprensivo di Torre del Greco che porta il nome del magistrato che più di altri è il simbolo della lotta alla criminalità organizzata (la scuola Falcone-Scauda) ha promosso, insieme al Comune e con il patrocinio della fondazione Falcone presieduta da Maria Falcone, una tre giorni di iniziative, dibattiti e cortei.
Il titolo è «Legalità è… cultura», che è poi la traccia sulla quale hanno lavorato gli alunni delle scuole torresi che hanno risposto ad un avviso pubblico, le cui premiazioni si terranno mercoledì a palazzo Baronale. Prima l’istituto diretto da Maria José Abilitato, insieme al sindaco Giovanni Palomba e al vicesindaco Enrico Pensati, ha organizzato altre due giornate sulla legalità.
Martedì 24 maggio invece alle 9.30 gli studenti delle secondarie di primo e secondo grado si ritroveranno in piazza della Repubblica per un corteo che ha come slogan «Non li avete uccisi: le loro idee camminano sulle nostre gambe». Arrivo a corso Vittorio Emanuele dove, al cineteatro Corallo, si svolgerà un dibattito con il parroco di San Paolo Apostolo a Caivano, don Maurizio Patriciello, in prima linea contro le mafie tanto da essere finito sotto scorta, e Antonio D’Amato, magistrato componente del Csm. Previsti intermezzi musicali a cura delle scuole.
«Il sentimento della memoria - afferma Palomba nello spiegare l’iniziativa - è fondamentale, sentimento che diventa tributo d’onore e di legittimità per le vittime di quelle stragi». «L’iniziativa - prosegue Pensati - vuole essere un’opportunità per i ragazzi di conoscere e apprezzare il lavoro svolto da grandi uomini dello Stato come Falcone e Borsellino». «Noi che operiamo nel mondo della scuola - conclude Maria José Abilitato - conosciamo quanto la cultura sia strumento straordinario di formazione delle coscienze. Onorare la memoria di due funzionari dello Stato è un dovere e un obbligo cui siamo chiamati tutti».