“Quello che tu chiami anormalità per me non è…”: è uno dei versi di “Nessuno è diverso”, la canzone sull’autismo che Cristian Faro, cantautore napoletano sensibile e impegnato, ha scritto per abbattere i pregiudizi su quella che «non è ancora considerata una diversa abilità», come sottolinea l’autore. E che oggi, in questo momento così critico dovuto all’emergenza sanitaria, assume un doppio valore.
Il pensiero di Cristian, 34 anni, conduttore, opinionista televisivo e insegnante di musica e canto, è chiaro sul significato del brano che ha voluto dedicare ad un tema più che mai attuale: «Attraverso la mia attività di presentatore e direttore artistico di eventi, divulgo sempre temi dedicati al sociale e anche in contesti “pop” mi piace lanciare importanti messaggi sociali, anche dedicati al rispetto e all’amore nei riguardi della donna e di tutti gli esseri umani». Una sensibilità profonda quella dell’artista che emerge nel testo della canzone sull’autismo scritta pochi anni fa, ma prepotentemente attuale. «In pratica è nata dopo un abbraccio “speciale” ricevuto da un bimbo autistico alla fine di un mio concerto qualche anno fa - ricorda - con la madre si avvicinò dietro al palco per venirmi a salutare. Da quell’incontro è cambiata la mia percezione della vita e rientrato a casa quella sera stessa mi misi al pianoforte, così nacquero parole e musica».
Ma qual è il significato di “Nessuno è diverso” in un contesto storico così buio come quello che stiamo vivendo? Specie per alcune categorie sociali che risentono degli effetti psicologici della pandemia, perché spesso già messi ai margini? «Il brano vuole accendere una luce sul mondo dell’autismo - spiega Cristian - noi tutti dobbiamo avere gli stessi diritti e doveri.
Ma nel percorso umano e professionale di Cristian a farla da padrona c’è sempre stata la grande attenzione per il sociale: temi come il bullismo e la violenza sulle donne sono tra quelli da lui più trattati. Come la diversità in tutte le sue forme. E come l’autismo, che ha imparato a conoscere: «mi sono reso conto che i genitori di bambini e ragazzi autistici sono abbandonati a loro stessi e sostenuti solo da associazioni no profit perché la patologia non è considerata come una diversa abilità. Ecco perché ho scelto di aiutarli attraverso la mia musica, perché quest’ultima è un linguaggio universale ed oggi è più fruibile. Quindi mi sono chiesto: cosa posso fare io per dare voce a chi vive nell’ombra? Così è nata “Nessuno è diverso”, affinché chi soffre di autismo e le loro famiglie non si sentano più soli».