Cgia: il sommerso a Nordest produce 14,2 miliardi di euro

Cgia: il sommerso a Nordest produce 14,2 miliardi di euro - Foto di Rajesh Balouria da Pixabay
Cgia: il sommerso a Nordest produce 14,2 miliardi di euro - Foto di Rajesh Balouria da Pixabay
Lunedì 16 Agosto 2021, 06:05 - Ultimo agg. 17:28
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Il lavoro nero a Nordest cuba 14,2 miliardi di valore aggiunto, meno di un quinto dei 77,8 complessivamente prodotti in Italia. A dirlo è un'indagine della Cgia di Mestre, guidata da Rennato Mason, delineando livelli molto diversificati di questa piaga economica e sociale. Per esempio l'incidenza è pari al 3,7% in Veneto (206.500 addetti coinvolti) e al 3,9% in Friuli Venezia Giulia (54.300), mentre in Calabria a fronte di soli 135.900 lavoratori irregolari, il tasso è del 22% e la quota dell'economia prodotta dal sommerso sul totale regionale ammonta al 9,8%. 


INCIDENTI E CONTROLLI

Malgrado non ci sia una correlazione lineare, secondo l'ufficio studi della Cgia, coordinato da Paolo Zabeo, è evidente che nelle regioni dove c'è più lavoro nero, è maggiore il rischio di avere un numero di infortuni e di vittime più elevato: «Dove dilaga l'economia sommersa, infatti, le persone che si infortunano o non denunciano l'accaduto o, quando sono costrette a farlo, dichiarano il falso per non arrecare alcun danno ai caporali o a coloro che li hanno ingaggiati irregolarmente».

Ma i controlli? Secondo l'associazione di categoria, i dati vanno presi con le molle, anche quelli emersi di recente dall'attività dell'Ispettorato nazionale del lavoro, contro il mancato rispetto delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro. È infatti risultato che mediamente l'irregolarità ammonterebbe attorno all'80%. Tuttavia la Cgia fa presente che nella maggior parte dei casi le ispezioni sono sollecitate dalle segnalazioni di aziende concorrenti, sindacati, lavoratori e cittadini, «pertanto in queste uscite gli ispettori vanno a colpo sicuro, ottenendo così tassi di positività elevatissimi».


PARACADUTE

L'organizzazione degli artigiani di Mestre evidenzia comunque gli aspetti negativi del sommerso. Per quanto a Nordest il fenomeno presenti dimensioni relativamente ridotte, i lavoratori invisibili non sono sottoposti ai contributi previdenziali, assicurativi e fiscali, il che consente alle imprese per cui operano (o a se stessi, nel caso in cui agiscano sul mercato come falsi lavoratori autonomi) di beneficiare di un costo del lavoro molto inferiore e, di conseguenza, di praticare un prezzo finale del prodotto o del servizio molto contenuto. «Prestazioni, ovviamente, che chi rispetta le disposizioni previste dalla legge non è in grado di offrire», chiosa la Cgia, precisando però che al Sud questo fenomeno «rappresenta per molte persone l'unica possibilità per portare a casa qualche soldo». Da questo punto di vista, il lavoro nero finisce per diventare qualcosa di simile a un ammortizzatore sociale. « Sia chiaro specificano gli autori dell'indagine nessuno vuole giustificare il lavoro nero legato a doppio filo con forme inaccettabili di caporalato, sfruttamento e mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro. Tuttavia, quando queste forme di irregolarità non sono legate ad attività controllate dalle organizzazioni criminali o alle fattispecie appena richiamate, costituiscono, in momenti difficili, un paracadute».
 

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