Focolaio all'ex Serena, sindaci e Caritas contro la società: «Mala gestione, il prefetto indaghi»

Focolaio all'ex Serena, sindaci e Caritas contro la società: «Mala gestione, il prefetto indaghi»
Focolaio all'ex Serena, sindaci e Caritas contro la società: «Mala gestione, il prefetto indaghi»
di Mauro Favaro
Venerdì 7 Agosto 2020, 10:54
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TREVISO - «È evidente che la società non è in grado di gestire quello che sta accadendo all'interno dell'ex caserma Serena. Chiederò al prefetto di avviare un'indagine per verificare se è ancora nelle condizioni di rispondere all'appalto che ha vinto. O garantisce le condizioni di sicurezza minime o deve chiudere. Non è pensabile avere una bomba sanitaria in città senza pensare a una strategia per risolvere il problema».
Il sindaco Mario Conte usa parole di fuoco dopo l'ulteriore allargamento del focolaio di coronavirus esploso nell'ex caserma Serena. Nel mirino c'è la Nova Facility di Gian Lorenzo Marinese, la società che gestisce il centro di accoglienza tra Treviso e Casier, così come l'hotspot di Lampedusa. «Non c'è collaborazione da parte degli ospiti. Mi dispiace, anche perché sono preoccupato per le loro condizioni di salute. Ma devo dire che non c'è collaborazione neppure da parte della società - specifica Conte - preso atto che gli ospiti sono tutti insieme, è necessario che da lì non esca nessuno fino a quando non saranno tutti negativi. Anche all'interno della struttura devono essere rispettate le norme che i cittadini trevigiani osservano pedissequamente ogni giorno. Qui ci sono gravi responsabilità e altrettanto gravi silenzi del governo. Oltre, ovviamente, ai danni incalcolabili per il territorio, dei quali qualcuno dovrà rendere conto. Da parte nostra, faremo di tutto per tutelare la salute della nostra comunità». 


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IL PROBLEMA
Uno dei problemi maggiori è il mancato rispetto della separazione tra migranti positivi e negativi dentro la struttura. Proprio l'altro giorno è stata segnalata al Comune di Casier una partita a calcio all'interno dell'ex caserma fatta senza rispettare le separazioni dettate dall'Usl. «Paradossalmente a questo punto sarebbe stato meglio avere il 100% di contagiati - allarga le braccia Renzo Carraretto, sindaco di Casier - Lo dico come paradosso: questo avrebbe consentito di uscire da tale situazione dopo 14 giorni di quarantena. Invece adesso l'isolamento rischia di protrarsi per chissà quanto tempo. È necessario che la società che gestisce il centro intervenga con operatori e mediatori in modo quanto più forte e incisivo possibile. Chiediamo alla Prefettura se è nelle condizioni di farlo. Se non è così, crediamo che dovrebbe toccare a qualcun altro». 

LE CRITICHE
Pesanti critiche alla Nova Facility arrivano anche dalla Caritas di Treviso, in passato a sua volta in prima linea nell'accoglienza verso i richiedenti asilo. «La società che fin dall'inizio ha gestito il centro di accoglienza straordinario nell'ex caserma Serena è sempre stata considerata da varie istituzioni come modello di gestione, al punto da blindare ogni richiesta di sopralluogo indipendente - scrivono don Davide Schiavon e don Bruno Baratto, rispettivamente direttore della Caritas e direttore di Migrantes - ora ci si chiede: se a giugno i contagiati erano risultati 13, e a fine luglio erano 137, in che maniera si è realizzato il prescritto isolamento interno e le altre norme sanitarie correlate?». 

I CITTADINI
In tutto ciò, i primi a essere sul piede di guerra sono i cittadini che abitano attorno all'ex Serena. «Invitiamo il prefetto a venire nelle nostre case tira le fila Domenico Piccoli Passiamo ogni giorno a ridosso di quelle finestre che oggi rappresentano il confine per il virus. È possibile che una zona rossa del genere sia a pochi metri dalle case e allo stesso tempo sia circondata da un traffico così intenso?».
 

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