Asili, a Napoli 21 nidi chiusi e a casa 400 bambini: «Assistenza al palo»

Asili, a Napoli 21 nidi chiusi e a casa 400 bambini: «Assistenza al palo»
di Valerio Esca
Martedì 4 Ottobre 2022, 23:45 - Ultimo agg. 6 Ottobre, 07:30
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Scuole comunali all’anno zero. Per 21 asili nido su 70 non è ancora suonata la campanella. A 398 bambini è stata negata la scuola, che per tutti gli altri è iniziata il 12 settembre. Un ritardo clamoroso quello accumulato da Palazzo San Giacomo. I 21 nidi comunali oggetto della discordia sono quelli a gestione indiretta, che il Comune di Napoli ha affidato a privati attraverso un bando di gara, per i quali non si è ancora concluso l’iter burocratico. Il valore complessivo dell’appalto è di 11 milioni 123mila euro, finanziato con il fondo Siei (Fondo nazionale per il sistema integrato di educazione ed istruzione) e cofinanziamento regionale al Fondo Siei 2021. Anche la vecchia amministrazione de Magistris li utilizzava, ma solo per i servizi aggiuntivi pomeridiani. In pratica quando non si riuscivano a coprire le ore con le sole educatrici. Di quali nidi si tratta? Cinque i lotti del bando: Napoli nord-ovest (Municipalità 9 e 10), nidi Basile, via Napoli, via Padula, Faraglia e Cappuccetto Rosso; Napoli centro (Municipalità 2), nidi Guacci Nobile, Gianturco Plesso Ic D’Aosta Scura, Pergolella, Fava Gioia e Martinelli; Napoli centro 2 (Municipalità 1 e 5) per i nidi Santa Maria Apparente, Agazzi, Cucciolo e De Curtis; Napoli nord-est (Municipalità 6, 7 e 8), nidi Rodinò, Perasso, Radice Sanzio Ammaturo, Ilaria Alpi e Nazareth; Napoli centro 3 (Municipalità 3) nidi Piazzi e Fontanelle. L’iter per l’affidamento è andato per le lunghe: basti pensare che soltanto ieri pomeriggio è stata redatta la determina. Nei prossimi giorni verranno poi convocate a Palazzo San Giacomo le associazioni che si sono aggiudicate la gestione dei micronidi per la sottoscrizione dei contratti. 

Tirando le somme: 400 famiglie non hanno potuto portare a scuola i propri piccoli per oltre un mese, con tutte le difficoltà che ne conseguono. Ieri sulle problematiche legate al mondo scuola si è anche tenuta una commissione consiliare ad hoc convocata dal presidente Aniello Esposito. All’incontro hanno preso parte l’assessore all’Istruzione Maura Striano e le organizzazioni sindacali: Cisl, Cgil, Uil e Csa. Tutte le sigle concordano su una cosa: «Il servizio scuola negli ultimi dieci anni è stato distrutto».

È necessario un cambio di passo: mancano maestre di sostegno – ce ne sono 33, ne servirebbero 100 -, manca il personale Ata, non ci sono nemmeno i fogli A4 per poter stampare; i responsabili di nidi e scuole materne finanche il toner devono portare da casa; e il servizio refezione scolastica non è ancora partito. Una situazione insostenibile. I sindacati mettono in fila il Rosario: «Non è possibile che le scuole comunali vengano gestite dalle singole Municipalità. Ognuno fa quello che meglio crede», spiega Agostino Anselmi della Cisl fp. E tutti in maniera compatta chiedono «che si istituisca il servizio di direzione generale Scuola gestita direttamente dal Municipio». Poi Anselmi incalza: «Sono mesi che denunciamo la mancanza di educatori e maestre di sostegno, siamo ad ottobre ed i bambini, ancora senza la refezione, sono costretti al ritorno a casa per le 12, 13 rendendo ulteriormente difficile la conciliazione dei tempi vita-lavoro delle famiglie». 

Sull’esternalizzazione del servizio evidenzia ancora Agostino Anselmi. «Quando i 398 bambini iscritti potranno tornare a scuola, ci accorgeremo che circa 120-150 si sono iscritti altrove, alcuni a nidi privati».

Ma non è tutto. Nel Comune di Napoli si sta verificando un paradosso, dove la legge a tutela dei lavoratori precari - cioè l’assunzione a tempo indeterminato dopo 36 mesi di contratto precario - diventa un fattore discriminante e penalizzate. «Tante maestre hanno ricevuto una lettera dal Municipio con la quale vengono avvisate che non saranno convocate perché maturati i 36 mesi di servizio presso l’ente. Per legge il Comune rischierebbe di doverle assumere a tempo indeterminato. La Cisl si è attivata subito per queste lavoratrici, che si sono affidate ai nostri legali, ritenendo illegittima questa comunicazione che mortifica e danneggia chi da anni ha dimostrato competenze e professionalità al servizio del Comune».

Giuseppe Ratti, anche lui Cisl, aggiunge: «Sul sito del Comune, quando le mamme iscrivono i proprio bambini non è chiaro quali siano a gestione diretta e quali a gestione indiretta. Questo provoca caos nelle famiglie». Accende poi i riflettori sulle modalità di assunzione che il Comune applica ad educatrici e maestre Annibale De Bisogno della Uil: «Siamo l’unico ente d’Italia che offre a maestre ed educatrici contratti part-time a 4 ore. È una vergogna nazionale».

«La scuola del Comune vive enormi difficoltà – dice invece Danilo Criscuolo della Cgil – Bisogna riformare il servizio che per diversi anni è stato un’eccellenza del Comune». Franca Pinto del Csa poi sottolinea: «Se non si fa un concorso per il personale Ata e per gli amministrativi le scuole comunali saranno costrette a chiudere».

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