Caivano: cuginette stuprate nel parco Verde, anche ​un maggiorenne nel giro di video hard

Svolta dopo un vertice tra le Procure: sul caso indaga anche Napoli

Caivano, il centro sportivo teatro delle violenze
Caivano, il centro sportivo teatro delle violenze
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 15 Settembre 2023, 00:00 - Ultimo agg. 17:31
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C’è un maggiorenne (almeno uno) che ha registrato un video con il proprio cellulare. E chissà quanti altri soggetti hanno ricevuto questo video. Sono i punti su cui indaga la Procura di Napoli, nel corso di una inchiesta stralcio che punta ad accertare alcuni aspetti legati allo stupro delle due bambine del Parco Verde di Caivano. Una svolta procedurale che è figlia di un probabile incrocio di dati tra i tre uffici inquirenti che si stanno occupando degli orrori consumati a Caivano, ai danni di due bambine appena dodicenni.

Come è noto, in campo su questa vicenda c’è la Procura per i minori guidata da Maria De Luzenberger, di fronte all’obiettivo di mettere a fuoco la condotta di alcuni minori che avrebbero imposto alle due bambine ripetuti episodi di violenza; tocca invece alla Procura di Napoli Nord guidata da Maria Antonietta Troncone procedere a verificare la possibile responsabilità di uno o più soggetti già maggiorenni, sempre in relazione all’accusa di violenza sessuale; è invece compito dell’ufficio del Centro direzionale mettere a fuoco un altro possibile reato: quello legato alla produzione e diffusione di materiale a sfondo pedopornografico.

 

Un video dello stupro sarebbe infatti stato prodotto e diffuso, in una frontiera che - come sempre accade in questi casi - ha dei contorni indefiniti. Un video che va bloccato e rimosso da ogni circuito possibile, proprio per il suo contenuto raccapricciante. Inchiesta, quest’ultima, condotta dal pm della Procura di Napoli Barbara Aprea, magistrato in forza al pool reati contro le fasce deboli sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Raffaello Falcone.

Un mese dopo l’esplosione del caso, il quadro investigativo sembra chiaro. In questa storia ci sono infatti alcuni punti fermi, come per altro messo in risalto dall’inchiesta condotta in esclusiva lo scorso agosto dal Mattino, che ha fatto emergere l’abisso di Parco Verde, al punto tale da spingere mezzo governo ad occuparsi di questo scenario metropolitano. 

Video



Uno dei punti emersi fino a questo momento riguarda proprio la possibilità secondo la quale le violenze fisiche perpetrate ai danni delle due ragazzine non fossero fini a se stesse. Anzi. In questa storia, all’orrore si è aggiunto altro orrore, dal momento che le scene di violenza sarebbero state immagazzinate in uno o più cellulari e messe in un circuito clandestino. Ovviamente con l’obiettivo di vendere i filmati in un mercato ancora tutto da esplorare. Una traiettoria investigativa che può essere risolta solo attraverso una analisi ad hoc dei cellulari sequestrati e affidati a una consulenza tecnica da parte degli specialisti nominati dalla Procura. Aspettano di conoscere la verità di questa vicenda anche i parenti delle due bambine finite in una trama da film horror, rappresentati dall’avvocato Angelo Pisani, a sua volta al lavoro su un doppio livello: da un lato, l’avvocato sta offrendo agli inquirenti ogni elemento utile per l’accertamento delle ipotesi di reato fino a questo momento indicate dagli uffici inquirenti; dall’altro, punta ad assicurare alle due bambine possibilità di integrazione in un contesto civile. Una vicenda complessa, come emerge anche dall’intervento del Tribunale per i minori di Napoli, che ha deciso di sospendere la responsabilità genitoriale per la madre di una delle due piccole abusate. Un intervento reso necessario - si legge - di fronte all’interesse preminente di tutelare il minore rispetto a un contesto malato. 
 

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