«Capodanno, il vero botto
è il maxibusiness del clan»

«Le grandi importazioni dalla Cina controllate dalla holding dei Mallardo»

I botti pericolosi pubblicizzati sui social
I botti pericolosi pubblicizzati sui social
di Dario Sautto
Martedì 12 Dicembre 2023, 23:30 - Ultimo agg. 13 Dicembre, 16:54
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«La camorra non controlla solo il mercato illegale dei fuochi d’artificio, ma sta inquinando anche quello legale. La maggior parte delle feste è gestita direttamente o indirettamente dai fuochisti del clan Mallardo attraverso una società attualmente sotto misura di prevenzione». Dopo l’inchiesta del Mattino sulla «bomba scudetto» in vista del Capodanno, la denuncia arriva da un operatore del settore che chiede l’anonimato e lancia un allarme che riguarda la pericolosità dei botti illegali finiti sul mercato nero e in vendita, anche grazie ai social. 

Cosa sta accadendo in questi giorni? 
«Anche se la gran parte della produzione è già stata ultimata tra settembre e novembre alcuni laboratori clandestini tra Napoli e provincia stanno producendo ancora oggi ottomila cobra a settimana senza tappo di tenuta: in pratica la miccia finisce direttamente nella “polvere flash” e sono botti pericolosissimi.

Temo che ci possano essere molti feriti gravi per questo motivo. La richiesta di botti illegali è aumentata notevolmente nelle ultime settimane, proprio con l’avvicinarsi del Capodanno. Dunque, le fabbriche clandestine gestite dalla camorra stanno lavorando a pieno regime». 

Come avviene la vendita?
«Attraverso i soliti canali, ma anche sul web. Facendo brevi ricerche su TikTok e su Facebook, sono decine i profili che propongono in vendita botti artigianali e altamente esplosivi «con consegna a mano. Tutti rimandano a contatti Telegram, meno tracciabili dalle forze dell’ordine. E i clienti non sono solo in provincia di Napoli: da tutta Italia è aumentata la richiesta di botti illegali e le consegne avvengono attraverso ignari corrieri, che trasportano pacchi con mittenti dai nomi di fantasia e che in realtà contengono ordigni instabili che rischiano di esplodere anche solo se agitati».

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E ovviamente c’è la mano della camorra. 
«Ogni clan ha le sue zone di “competenza”, dove si affida a fuochisti abusivi di fiducia per la produzione. Ma in particolare il clan Mallardo da anni gestisce anche feste importanti a Napoli e provincia attraverso prestanome vicini al boss Ciccio Mallardo, detenuto al 41bis, fornendo fuochi d’artificio ad eventi pubblici organizzati da noti wedding planner e controllando il 70% delle forniture alle strutture ricettive della zona». 

Come avviene il controllo del mercato legale da parte della camorra?
«Ad esempio riciclando il denaro sporco. Ci sono almeno due grossi rivenditori, uno a Napoli città e un altro nel Nolano, che stanno riciclando il denaro dei clan e delle piazze di spaccio e ha come unico scopo ripulire il denaro illecito. In questo modo, si ammazza un intero settore che non potrà mai competere con i prezzi imposti da quelle aziende, che continuano a rivendere formalmente senza margini di guadagno, anche per milioni di euro ogni anno». 
 

Esiste anche una “minaccia” estera?
«Il mercato illegale napoletano occupa circa il 90% di quello nazionale, ma in Italia arrivano anche prodotti dall’est Europa, con botti certificati per altri Paesi, e dalla Cina. Sono 11 gli importatori cinesi a Napoli, che rappresentano il 70% del mercato nazionale. Anche lì la maggior parte dei guadagni è legata al riciclaggio, che avviene anche attraverso la “sotto fatturazione” e la falsificazione del codice di rischio, che permette un risparmio da 4mila euro a container. Nelle scorse settimane, alla dogana sono stati bloccati 10 container carichi di botti cinesi per frode in commercio».
 

Si fa abbastanza contro i botti illegali? 
«Il problema non è mai stato affrontato sul serio e negli ultimi anni sono calati i controlli, che si limitano alle festività natalizie, mentre dovrebbero essere strutturati su tutto l’anno». 
 

Vuole fare un appello?
«Sparate in sicurezza, rivolgetevi solo ai rivenditori autorizzati e storici, evitate di comprare su internet e non utilizzate materiale pericoloso. Ma soprattutto, i bambini devono solo assistere a distanza di sicurezza».

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