Comune di Napoli, 70mila immobili
ma spesa record in uffici

Comune di Napoli, 70mila immobili ma spesa record in uffici
di Paolo Barbuto
Mercoledì 1 Dicembre 2021, 23:39 - Ultimo agg. 2 Dicembre, 18:25
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La gestione del patrimonio comunale a Napoli presenta contorni difficili da descrivere. L’Amministrazione ha rinunciato al canone mensile di 43mila euro per la caserma Nino Bixio ceduta in permuta al Demanio ma continua, imperterrita, a pagarne 37mila per gli uffici di Corso Arnaldo Lucci dove si gestiscono le tasse e i tributi comunali. L’analisi del patrimonio comunale ci introduce, l’avrete capito, nel capitolo dei fitti passivi, quei canoni che vengono versati ogni mese per ospitare uffici, scuole e abitazioni che servono al Comune. La questione è assai spinosa perché Palazzo San Giacomo, nel corso degli anni, ha lasciato andare in rovina decine di immobili di proprietà (uno su tutti, Villa Cava a Marechiaro) e ne ha ceduti in uso gratuito tanti altri (uno su tutti: l’ex Asilo Filangieri di via Maffei) però al contempo aveva disperato bisogno di spazi.

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In cima alla lista dei fitti passivi, lo leggete nella tabella pubblicata al centro di questa pagina, c’è proprio il palazzo destinato ad uffici in Corso Arnaldo Lucci, del quale abbiamo parlato: 450mila euro ogni anno per una struttura che all’interno è piuttosto malandata ma che è determinante per la corretta gestione della macchina comunale.
Ai primi posti della speciale classifica delle spese di locazione di spazi c’è pure l’edificio di via Raimondi, quello che tanti napoletani conoscono, perché è il luogo nel quale è possibile controllare e contestare i verbali ricevuti dalla polizia municipale. Quel palazzo pesa per 356mila euro all’anno sullo sgangherato bilancio di palazzo San Giacomo.

C’è un particolare che salta all’occhio nell’analisi dei fitti passivi messi a confronto con quelli attivi del Comune: in media per un immobile di sua proprietà l’Amministrazione partenopea chiede 78 euro al mese, allo stesso tempo per affittare gli immobili dei quali ha bisogno, il Comune versa in media 7.600 euro a contratto. Ovviamente la sproporzione è dettata dal fatto che la maggior parte degli immobili di proprietà pubblica viene locata a prezzi irrisori per sostenere la necessità di case che c’è in città, ma il paragone fra la media dei canoni ricevuti e dei canoni versati resta comunque impressionante.



1,2 milioni ogni anno vengono investiti in costi di locazione per ospitare istituti scolastici. In cima alla lista ci sono la scuola media “Augusto” di Fuorigrotta, per la quale si versa un canone prossimo ai 400mila euro annui, poi c’è la scuola elementare di via Taverna del Ferro a San Giovanni che pesa per 230mila euro e infine i ristretti spazi dell’elementare “Caccavello” al Vomero: piano terra e primo piano dell’edificio al numero 4 di via Caccavello valgono un pagamento da 143mila euro ogni anno. In tema di scuole va ricordato che ce ne sono tante ridotte a ruderi o abbandonate. In cima alla lista ci sono ben due edifici scolastici al Rione Conocal in via Al Chiaro di Luna che sono stati abbandonati, devastati e infine messi in vendita dal Comune che, però, li valuta ancora un milione e centomila euro.


Desta, da sempre, un sorriso il fatto che per consentire ai dipendenti del Comune di entrare a Palazzo San Giacomo bisogna pagare un canone di locazione ai proprietari di quel pezzetto dell’edificio. L’accesso laterale alla sede del Comune, infatti, non è di proprietà del Comune che versa, comunque, un affitto non elevato ai proprietari: 696 euro al mese. Non desta il sorriso, invece, il fatto che un’Amministrazione che possiede 24mila case decida di versare ogni anno più di 50mila euro per prendere in fitto una decina di appartamenti a Fuorigrotta e al Vomero dove ospitare le persone che hanno diritto a un alloggio pubblico. La sede della quarta municipalità a via Gianturco pesa sul bilancio comunale per duecentomila euro che vanno versati ogni anno alla Congregazione dei missionari della divina redenzione. C’è, infine, il particolare del casotto dei giardinieri dentro la Villa Comunale che non appartiene al Comune ma alle Poste e così (i dettagli li leggete nel box al centro della pagina) bisogna pagare l’affitto anche per i giardinieri dentro la Villa.

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