Coronavirus a Napoli, pranzi e cene nei condomini: c’è un contagio porta a porta

Coronavirus a Napoli, pranzi e cene nei condomini: c’è un contagio porta a porta
di Paolo Barbuto
Mercoledì 15 Aprile 2020, 23:00 - Ultimo agg. 16 Aprile, 11:00
4 Minuti di Lettura

Sul lungo file dei contagi napoletani li riconosci subito i palazzi dove si fa baldoria: sono a quegli indirizzi che si ripetono con inusitata frequenza. Strisce di dati con due fattori comuni, nome della strada e numero civico, poi la sequenza di nomi e di dettagli: due contagiati al primo piano, uno al secondo, tre al quarto piano. Ma come si diffonde il virus in un palazzo se nessuno esce di casa?

LEGGI ANCHE Coronavirus a Napoli, il contagio nei quartieri

Non pensate che il contagio possa diffondersi nell’aria dell’androne o lungo le scale del vostro condominio. Non vi sentite in pericolo se sentite che due piani sopra di voi c’è un ammalato di Covid perché l’isolamento sociale vi difenderà, state tranquilli. La questione è che nei condomini il virus ha iniziato a diffondersi perché le persone hanno smesso di essere rigorose, ma siccome a uscire dal palazzo si rischia la multa, hanno ripreso a incontrarsi fra vicini di casa come accadeva una volta: lodevole iniziativa, per carità, se fosse stata attuata in un tempo senza pericolo di contagio; grande stupidaggine in questo momento perché questa ritrovata convivialità di palazzo ha consentito la nascita di nuovi piccoli focolai in giro per tutta la città.
 


Spieghiamo subito e con forza che non c’è allarme di nuova poderosa diffusione del virus per via di questi comportamenti. Si tratta semplicemente di un ritardo nel raggiungimento del traguardo della fine dell’epidemia, ritardo che pagheremo tutti, anche se le regole le violano in pochi. Diciamo pure che, rispetto alle paure dell’altro giorno circa un focolaio nel quartiere Vomero con possibile attivazione di zona rossa, la voce (mai riportata dal nostro giornale) è stata smentita dalla protezione civile regionale. Il sindaco de Magistris ieri è anche intervenuto spiegando che una eventuale conta dei napoletani aggrediti dal virus va fatta utilizzando come parametro la popolazione di un determinato territorio. Noi abbiamo eseguito il conto suddividendo la città in municipalità, il sindaco l’ha fatto per quartiere e ha spiegato che «alla data del 9 aprile in valore assoluto i quartieri con i numeri di casi positivi più alti erano San Carlo all’Arena (98 contagiati) seguito da Fuorigrotta (69) e Vomero (64). Tuttavia, analizzandoli in riferimento al numero di abitanti l’ordine cambia. La diffusione del contagio analizzata come numero di casi ogni diecimila abitanti è maggiore nel quartiere Posillipo (17,16) seguito da Vomero (14,41), San Carlo all’Arena (13,87) e Chiaia».
 
 

All’attuale diffusione del contagio contribuisce la stanchezza delle persone nel rispetto delle regole: basta un carrello del supermarket toccato senza guanti, una chiacchierata senza mascherina con un altro che porta il cane spasso, e il contagio riparte. E qui torniamo agli interi condomini perché un ammalato racchiuso fra le mura di un solo appartamento può essere gestito senza troppe difficoltà; se inveceil virus inizia ad essere diffuso in vari appartamenti dello stesso edificio iniziano i problemi, soprattutto sul fronte sociale. Noi ovviamente non daremo nemmeno un indizio su quali sono i palazzi ad alto numero di contagiati, ma nelle strade di ogni quartiere le voci girano rapide e subito si apre la caccia all’untore. Sta accadendo per un palazzo che si trova nella quinta municipalità e da molti viene indicato come sede di contagi a ripetizione. Non accade, invece, per un insospettabile edificio della prima municipalità dove praticamente ad ognuno dei tre piani c’è un contagiato. Non avrete nomi né indirizzi, ve l’abbiamo spiegato.
Un messaggio forte, però, ve lo mandiamo: smettete di uscire di casa, anche se è solo per entrare in quella del vicino. Una vostra serata di relax produce danni a tutta la città, pensateci per piacere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA