Torna al voto, alla ricerca della normalità perduta dopo anni di inchieste giudiziarie e scempio del territorio, anche Orta di Atella, terra di frontiera tra Napoli e Caserta dove ieri si è registrato l’ennesimo colpo di scena. A sorpresa, il candidato sindaco Vincenzo Gaudino - già eletto primo cittadino nel 2021, con mandato chiuso un anno dopo per le dimissioni di dieci consiglieri - ha annunciato il dietrofront.
I candidati delle sue due liste, quella che aveva appena ricevuto la benedizione del Pd, con simbolo concesso dalla neo commissaria della provincia casertana Susanna Camusso, e quella civica denominata ‘Città visibile’, erano tutti nella sede comunale.
Un caso recente simile si è registrato nel 2021 a Brusciano, dove l’unico candidato sindaco, sostenuto da quattro liste, pur non avendo raggiunto il quorum è risultato eletto. «Non mi interessa molto il quorum, abbiamo un progetto politico che di certo coinvolgerà molti cittadini – ha affermato Santillo – ma dispiace che la competizione non veda la partecipazione di un avversario. Orta di Atella avrebbe meritato una campagna elettorale più democratica, non sarà bello avere i banchi dell’opposizione vuoti». Su cosa abbia spinto Gaudino a fare un passo indietro non c’è molta chiarezza. Di certo il ritiro della candidatura ha fatto scattare l’allarme, in un territorio dove negli anni il clima politico è stato spesso inquinato da infiltrazioni criminali. «Non ho ricevuto minacce, altrimenti avrei fatto una denuncia – ha precisato Gaudino – semplicemente ho ritenuto insieme al Pd che non ci fossero le condizioni per una candidatura». I cittadini ritorneranno al voto per la terza volta nel giro di pochi anni e stavolta senza poter scegliere tra più competitor. Nel 2018 avevano eletto sindaco Andrea Villano ma il consiglio comunale, appena un anno dopo, fu sciolto per ingerenze della camorra.
Era già accaduto nel 2008. Gli esponenti di quel consesso sono oggi ricandidati ed essendo la coalizione di Santillo allargata a quasi tutte le forze politiche del territorio, con l’intento espresso di «una pax sociale per superare il passato e fare il bene della città», è inevitabile la presenza, diretta e non, anche di nomi storicamente legati alla vecchia guardia politica di Angelo Brancaccio, l’ex sindaco condannato per associazione camorristica che, negli anni in cui ha amministrato Orta di Atella, avrebbe consentito gravi speculazioni edilizie, richiamando gli interessi del clan dei Casalesi e del clan Mallardo.