Napoli, raid di baby teppisti nella galleria Umberto: sfasciata la vetrina di Barbaro

Napoli, raid di baby teppisti nella galleria Umberto: sfasciata la vetrina di Barbaro
di Gennaro Di Biase
Lunedì 8 Febbraio 2021, 00:00 - Ultimo agg. 13:32
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Prima l’assembramento di una dozzina di adolescenti, la baldoria e le mascherine inesistenti. Poi il raid violento. Siamo nella Galleria Umberto e sono quasi le 21 del 6 febbraio, quando una baby gang sferra un attacco alla vetrina di uno dei negozi di moda del noto commerciante partenopeo Antonio Barbaro. Un atto tanto ingiustificabile quanto preoccupante, che getta luce sul verso in cui la pandemia ha indirizzato, spesso in peggio, tanti giovanissimi del tessuto sociale cittadino. Atti vandalici non sono comunque mai mancati in zona - come la triste tradizione natalizia del furto dell’albero dei desideri - ma le chiusure da Covid hanno peggiorato la situazione della già degradatissima Galleria stretta tra via Toledo e piazza Trieste e Trento. «Il raid è avvenuto presto, non erano nemmeno le nove di sera», commenta lo stesso Barbaro. In altre parole, con il deserto che cala in vista del coprifuoco alle 22, da mesi l’ora degli incivili scatta prima.



Sono le 20.55 dell’altro ieri. Tanti ragazzini senza distanziamento né dpi passeggiano nervosamente in Galleria. Camminano in tondo, senza pace. Bisbigliano qualcosa, probabilmente - come ipotizza qualcuno in zona - sulla partita del Napoli iniziata a Genova pochi minuti prima, alle 20.45 (con gli azzurri passati in svantaggio al decimo minuto del primo tempo, orario del raid). In ogni caso, come si vede nel video della telecamera di sicurezza del negozio donna di Barbaro, poco dopo il passaggio di un food rider con menù in spalla, uno dei ragazzini prende la rincorsa e sferra un calcio fortissimo nella vetrina dell’esercizio commerciale, mandandola in pezzi. «Abbiamo trovato la porta d’ingresso frantumata - commenta Antonio Barbaro - Si è trattato di un raid di varie persone.

Hanno preso a calci la serranda fino a distruggerla. Erano giovani ma ben piazzati. Ho allertato la polizia per la denuncia. Non è possibile abbandonare così quest’area. Erano le 21 circa, cioè relativamente presto: non notte fonda né sera tarda. La Galleria Umberto continua a essere terra di nessuno, tra partite di calcio e degrado. I controlli sono pochi e stanno tornando anche gli ambulanti, con la ripresa del passeggio». Dopo la denuncia, il filmato sarà passato al vaglio degli investigatori.

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Ieri, come ogni giorno, la Galleria era un suk di lenzuoli stesi dai venditori ambulanti incastrati tra le transenne dei dissesti in aumento e i letti di fortuna dei senzatetto. Sono almeno sette, ormai, i cerchi di vetro in pezzi e transennati sul pavimento dell’area monumentale, sia dal lato di via Toledo sia dal lato San Carlo. Nuovi pezzi di storia in frantumi che, assieme alla sporcizia e le scritte sui marmi in rapida escalation, si aggiungono alle transenne vecchie di anni, risalenti al tragico crollo del cornicione killer che costò la vita al giovane Salvatore Giordano nell’estate del 2014. Retine verdi ai cornicioni e colonne delle scalinate sfasciate. Il degrado avanza anche in piazzetta Matilde Serao (invasa dai rifiuti) e in via Toledo, dove la pavimentazione è in condizioni disastrose (come dimostrano varie e recenti recinzioni), e quando piove il passeggio è un’avventura tra mattonelle staccate che navigano in laghi di acqua piovana. Un altro segno della crisi monumentale che sta devastando la storia di Napoli in questo inizio 2021, da via Partenope a San Martino.



Tornando in Galleria, i tavolini dei bar - tornati a riempirsi in questo febbraio “giallo” - sono praticamente intrappolati tra le transenne. «Il degrado avanza, è sotto gli occhi di tutti», commentano dal Bar Brasiliano, i cui clienti siedono a pochi centimetri dai nastri arancioni e dalle borse taroccate degli ambulanti. «Qualche mese fa mi chiesero quando avremmo chiuso - osserva Arturo Sarracino di Che Cafè - perché dovevano iniziare a giocare a pallone». «La Galleria Umberto deve tornare a essere un luogo simbolo della città, va recuperata e tenuta al massimo del suo splendore come accadrebbe in tutte le realtà che si rispettino. Torniamo a chiedere l’installazione dei cancelli e la sorveglianza per preservarla dal degrado. È inaccettabile che da salotto sia diventata terra di nessuno» commentano Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde, e Gianni Simioli, speaker radiofonico.
 

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