Napoli, stadio «nuovo» tra rifiuti e incuria: nessun intervento neanche per la Champions

Napoli, stadio «nuovo» tra rifiuti e incuria: nessun intervento neanche per la Champions
di Gennaro Di Biase
Martedì 17 Settembre 2019, 23:19
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Diciassette settembre 2019, 11.15, Fuorigrotta. Mancano circa 10 ore al fischio d’inizio di Napoli Liverpool, ma la partita sembra essere finita da un pezzo. Per strada, nei dintorni del San Paolo e anche negli spazi interni dello stadio, svettano discariche, erbacce incolte, abbandono, cantieri e transenne. Gli steward, chiamati al lavoro già di primo mattino, passeggiano guardinghi tra un sacchetto abbandonato e una carta sporca. Se il San Paolo è il biglietto da visita di una città che esordisce nell’Europa che conta, Napoli non accoglie al meglio i campioni in carica di mister Klopp.
Lo stadio è rinnovato, ma solo internamente. E si vede. All’esterno del San Paolo c’è senso di incuria, purtroppo, dovuta sia all’inciviltà di chi tratta le strade pubbliche come discariche private, sia alla lentezza di chi dovrebbe pulirle. E lo stesso discorso vale per le tristi, sporche e rinsecchite aiuole all’interno dello stadio poste tra i gates e gli spalti del San Paolo: aree verdi distrutte, immondizia, incuria. Un degrado non da Champions, di sicuro. 
IL TOUR 
La mattinata non è delle più semplici a Fuorigrotta, nei pressi del San Paolo. Né dal punto di vista del decoro urbano né da quello della viabilità. Tra il test del concorsone in Regione alla Mostra d’Oltremare, le attività del cimitero, l’arrivo dei camion di “paninari” per il match del San Paolo e l’attesa di «50 pullman di tifosi» alla fine di viale Marconi - come confida l’agente municipale che sta bloccando tutte le auto sprovviste di pass - il caos veicolare diventa la norma. Così come è «normale» che, dal lato di via Terracina, ci sia un sacchetto abbandonato per ogni albero del piazzale affacciato sul San Paolo. Poi rifiuti ammassati dappertutto. Nel giorno di Napoli-Liverpool qui non si pulisce da giorni, e la doppietta di Mertens contro la Sampdoria risale ormai a sabato pomeriggio. A parte la querelle sugli spogliatoi, gli avvertimenti dati dalla società inglese ai suoi tifosi, e a parte le battutine di Klopp sulla città, la Fuorigrotta del San Paolo si presenta all’appuntamento europeo sicuramente «svilita». In zona, qualche aiuola, come in piazzale Tecchio, è stata rimessa in sesto per le Universiadi, ma lo stesso non si può dire del manto stradale e dei marciapiedi vista stadio, in molti punti divorati dalle radici degli alberi. 
LE DISCARICHE 
Senza contare la “zella” diffusa nei piazzali (compresi quelli delle strisce blu) e sui marciapiedi, ieri mattina si registravano tre discariche degne di questo nome in zona San Paolo. La prima all’altezza dei distinti superiori, al gate 4. Tra pozzetti devastati di alberi decapitati, spuntano sacchi di immondizia, bottiglie di birra, aiuole ingiallite e piante infestanti. Sia al di qua che al di là dei cancelli. Costeggiando da qui lo stadio verso viale Kennedy, dopo aver abbassato lo sguardo dalle inferriate arrugginite che separano i botteghini dagli spalti, ci si imbatte nell’ingresso per i fotografi, e si nota «un’area di cantiere», come informano sbrigativamente gli steward sulla soglia. Saltano agli occhi materiale edile, pannelli, transenne, secchi e sacchi di lavoro. Prima di arrivare nella parte più degradata del San Paolo, cioè l’ingresso della curva A, è impossibile non constatare lo stato delle aiuole interne: ingiallite, trascurate, piene di immondizia e affiancate da erbacce infestanti incastrate nell’asfalto lacerato. Più che abbellire lo stadio, queste aiuole lo abbrutiscono. 
LA CURVA A 
Qui immondizia e malerba regnano incontrastate in mezzo ai tornelli e sotto la scritta stilizzata «Mast». E non è tutto, perché nel viale interno del San Paolo che conduce alla Curva A è nato un albero selvatico così imponente che per contenerlo sono servite le transenne. Purtroppo il degrado si estende anche alle aiuole esterne all’impianto: aree verdi rinsecchite e zeppe di rifiuti assortiti. Decoro urbano di una città abbandonata. Se non fosse per Peppe Rispoli, responsabile delle giostrine adiacenti che cura anche la pulizia del giardino, anche il parco antistante alla Curva A sarebbe messo male. «La mattina pulisco io - dice - L’associazione L’Urlo mi fornisce gli attrezzi. Da dopo le Universiadi nessuno viene più». «C’è un degrado generale in zona - spiega Nicola Agrisanti, edicolante - Non si pulisce quanto si dovrebbe vicino al San Paolo. Quando c’è qualche grande evento mettono le pezze, ma poi tutto torna come prima».
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