Il lungomare senza auto, un sacrificio che conviene

di Gerardo Ausiello
Martedì 21 Dicembre 2021, 00:00
4 Minuti di Lettura

Immaginate per un attimo cosa sarebbe Napoli senza il suo mare. Senza la luminosità abbagliante, il suono delle onde, il profumo della salsedine. Ci ritroveremmo d’un tratto in un incubo, in uno dei paradossi di Saramago dove all’improvviso diventano tutti ciechi o non muore più nessuno. Napoli non esisterebbe senza il suo mare. Eppure questa frattura tra la città e il mare avviene ogni volta che le auto invadono via Partenope, limitandone fortemente la fruibilità.

Per questo, all’indomani della riapertura della Galleria Vittoria dopo quindici lunghi mesi di buio, va accolta con favore la rinnovata pedonalizzazione di via Partenope. È un tema su cui, mossi dall’istinto e dalla passione, non ci sarebbe neppure da discutere. Il lungomare va chiuso al traffico, indietro non si torna, viene immediatamente da dire. Ora che abbiamo vissuto l’emozione di passeggiare mano nella mano ammirando Capri e il Vesuvio, di sorprenderci per il silenzio che squarcia il frastuono di una città rumorosa, di riempirci gli occhi di luci e colori, riaprire alle auto sarebbe come decidere di sfregiare con un pennarello indelebile le Sette opere di Misericordia.

C’è però un piano razionale e organizzativo, che chi amministra ha il dovere di considerare. Quale potrebbe essere l’impatto sul traffico di un lungomare totalmente pedonale? Napoli è in grado di reggerlo e a quale prezzo? Quale sarebbe l’utilità? E ancora: ne vale davvero la pena?

Su tutto ciò si stanno interrogando in questi giorni a Palazzo San Giacomo il sindaco Manfredi e l’assessore Cosenza partendo da un criterio di buonsenso: su questo argomento non si può essere ideologici. Un chiaro riferimento all’ex sindaco de Magistris che nel 2011 ebbe l’intuizione e il coraggio di dire stop alle auto in via Partenope e in un tratto di via Caracciolo salvo poi farne una battaglia politica. No, qui la politica non c’entra, il punto è delineare la città in cui vogliamo vivere e in cui potranno e dovranno crescere i nostri figli e i nostri nipoti. Si tratta, in poche parole, di avere una visione.

Quando era ancora in campagna elettorale, in un forum alla web tv del Mattino il sindaco Manfredi disse: «A me il lungomare pedonale piace, bisognerà però trovare un equilibrio tra le varie esigenze». Da qui l’ipotesi di realizzare, dopo le feste di Natale (fino all’Epifania via Partenope sarà totalmente chiusa al traffico), un modello che l’ex rettore, da ingegnere, ha definito «flessibile». Significa che il lungomare potrebbe restare pedonale nei fine settimana, a Pasqua, Natale e in occasioni particolari, ma aperto alla circolazione dei veicoli nei giorni feriali. È certamente una soluzione equilibrata che potrebbe coniugare le varie istanze di una città vivace e litigiosa.

Ma a Napoli il lungomare non è una strada come tutte le altre, non è un’arteria dove basta decidere se far passare o meno le macchine. In una società dove i luoghi sono sempre più non luoghi, dove spazi e identità si vanno progressivamente smarrendo, dove il tessuto sociale - schiacciato ulteriormente dalla pandemia - si va pericolosamente sgretolando, via Partenope rappresenta un simbolo. Un luogo a cui aggrapparsi e da cui ripartire. Un’oasi urbana nel caos e nell’anarchia della metropoli. E come tale questo simbolo va protetto. 

L’altra faccia della medaglia è la sostenibilità di questo progetto. E qui, se lo si vuole difendere fino in fondo, si tratta di resistere qualche mese. Sempre al Mattino il sindaco Manfredi, ora che la situazione dei conti del Comune appare meno turbolenta per effetto dell’accordo raggiunto con il Governo, ha annunciato che il 2022 sarà l’anno della svolta soprattutto sul fronte del trasporto pubblico. Si punterà a riattivare rapidamente la funicolare di Mergellina, a incrementare il numero dei treni della linea 1, ad allungare le corse fino alle due di notte e soprattutto a mettere in funzione la linea 6, la tratta che collega Fuorigrotta con Chiaia fino all’interscambio di piazza Municipio. Una volta che il trasporto pubblico sarà potenziato, allora i napoletani non avranno più alibi e dovranno rassegnarsi all’idea, ampiamente diffusa in altre città europee e americane, di lasciare l’auto nei parcheggi per raggiungere il centro pedonale in metropolitana o a piedi.

Si aggiunga il fatto che, come spieghiamo nell’articolo in questa pagina, per il restyling di via Partenope la precedente giunta comunale ha stanziato 13,6 milioni che altrimenti, in assenza di una pedonalizzazione totale, rischiano di andare persi (così come i 100mila euro già investiti dal Comune per il progetto esecutivo) perché il programma prevede un particolare arredo urbano e una pavimentazione non compatibili con il passaggio delle auto ma solo dei mezzi di emergenza. Occorre allora resistere solo pochi mesi. Parigi val bene una messa. Vale cioè la pena sacrificarsi ancora un po’ per un obiettivo più alto, come avere un lungomare totalmente pedonale che richiamerebbe, nell’era post Covid, milioni di turisti da tutto il mondo.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA