Napoli, mentalità sbagliata ma ci è andata bene

di Francesco De Luca
Lunedì 21 Febbraio 2022, 23:46 - Ultimo agg. 22 Febbraio, 08:10
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Per non deludere le rivali scudetto (il Milan che aveva pareggiato in casa della Salernitana e l’Inter che aveva perso contro il Sassuolo), il Napoli non ha vinto a Cagliari. Dopo una mediocre partita è riuscito a pareggiare grazie a un colpo di testa, anzi di genio, del suo migliore attaccante, lasciato da Spalletti in panchina per lunghissimi 67’ («È andato in campo con il ginocchio gonfio», ha spiegato il tecnico). Victor ha sfruttato benissimo il cross di Rui, così come aveva fatto sul campo del Venezia. Questo punto ha consentito al Napoli di agganciare al secondo posto l’Inter, che però deve recuperare la gara di Bologna, e di portarsi a -2 dal Milan. L’equilibrio al vertice è determinato anche dall’attuale incapacità di una delle candidate al titolo 2022 di effettuare un allungo decisivo.

È stata un’occasione persa per gli azzurri. I risultati di sabato e domenica li avevano messi infatti nella migliore condizione possibile, però la chance è stata bruciata sul campo di un avversario comunque in salute (12 punti nel girone di ritorno). Non sono state le tante assenze a incidere, sia chiaro. Hanno pesato di più le scelte di Spalletti, che aveva lasciato fuori uomini chiave come Fabian («Aveva punti di sutura alla testa», l’altra precisazione del tecnico) e Osimhen e cambiato il modulo, e il grigiore di una squadra incapace di infiammarsi per 70’, finché nel gioco e nell’atteggiamento qualcosa non è cambiato, anche grazie a Ospina. Sì, proprio lui che aveva commesso un pesante errore sul gol di Pereiro si è riscattato bloccando il tiro di Marin che avrebbe portato il Cagliari sul 2-0 e chiuso la storia.

Si è visto il più brutto primo tempo del Napoli in questa stagione. Squadra ferma e incapace di infastidire i rossoblù, se non nelle occasioni avute da Di Lorenzo e Rui, tranquillamente respinte da Cragno.

Spalletti, nonostante dovesse fare i conti con l’emergenza causata da tante assenze, ha fatto correzioni non obbligate, pensando probabilmente anche al secondo round col Barcellona di giovedì. La circolazione della palla è stata lenta, in attacco non si è avvertito il peso né di Petagna né di Mertens. E peraltro quasi subito è venuta meno sulla fascia destra la spinta di Di Lorenzo, costretto a uscire dopo un colpo alla testa. Il Cagliari, come da prevedibile copione, è stato aggressivo ed è andato molto vicino al vantaggio, con quel pallone calciato di poco fuori da Joao Pedro dopo l’errato rinvio di Koulibaly. L’arbitro Sozza ha tollerato dure entrate dei rossoblù ma non è stato questo a frenare il Napoli, che ha avuto un atteggiamento sbagliato, con un approccio completamente differente rispetto alle partite con Inter e Barcellona, avversari ben più forti della terz’ultima in classifica.

La squadra era stata in grado di fare ancora peggio nella ripresa, fino al pareggio. Spalletti aveva atteso il minuto 67 prima di effettuare tre cambi, dopo il vantaggio del Cagliari, firmato da Pereiro e anticipato da un clamoroso errore di Deiola da pochi passi, simile alle palle sprecate dal blaugrana Ferran Torres in Europa League. Pereiro ha tirato indisturbato al limite dell’area, nessun azzurro in pressione su di lui, e Ospina ha clamorosamente sbagliato l’intervento, salvo riscattarsi subito dopo su un colpo di testa di Deiola e nel finale appunto su Marin, intervento decisivo questo perché ha consentito al Napoli di restare in partita e di sfruttare quell’imperioso stacco di testa di Victor sul cross di Rui che ha consegnato un punto utile, evitato una sconfitta dolorosa e consentito sia l’aggancio all’Inter che l’avvicinamento al Milan, atteso il 6 marzo a Fuorigrotta. E ora, decisamente con un’altra formazione e un altro spirito, sotto con il Barcellona.
 

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