Napoli, parcheggiatori abusivi con il reddito di cittadinanza: 37 verso il processo, stop all'assegno

Napoli, parcheggiatori abusivi con il reddito di cittadinanza: 37 verso il processo, stop all'assegno
di Leandro Del Gaudio
Domenica 8 Novembre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 10:50
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Parcheggiatori abusivi e titolari di reddito di cittadinanza. È la doppia vita tra i vicoli di Chiaia e della zona di Pallonetto di Santa Lucia, dove - in questi giorni - trentasette persone sono state raggiunte da una richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Napoli. Sono accusati di omessa comunicazione dei propri redditi (o di un parente che conduce il nucleo familiare), come provento di altre attività, in gran parte delle quali svolte in nero. Stessa comunicazione da parte della Procura di Napoli è stata poi inoltrata all’Agenzia delle Entrate, per far scattare la revoca del reddito di cittadinanza a carico di soggetti che hanno percepito altre forme di guadagno. Verifiche condotte dal commissariato di polizia Chiaia San Ferdinando, nel corso di una indagine che risale alla fine del 2019 e ai primi mesi del 2020. 

Siamo nel pieno dell’afflusso a Chiaia - nei pressi del Lungomare ma anche in zona baretti - vengono identificate decine di persone che presidiano marciapiedi e angoli di strada. Sono gli abusivi della sosta, che finiscono in una di quelle informative che in genere sono destinate ad avere fiato corto, almeno da un punto di vista penale. Fatte le dovute segnalazioni e recuperati i pochi spiccioli che in genere gli abusivi gestiscono nelle tasche, scatta la segnalazione amministrativa per un eventuale daspo. Ma invece in questa vicenda le cose sono andate diversamente. Indagini di sistema, decisamente più approfondite, finalizzate anche ad incrociare i vari profili individuali, spuntano i redditi di cittadinanza. In trentasette casi, infatti, i soggetti individuati come professionisti della sosta abusiva erano anche titolari di redditi di cittadinanza. Un vitalizio che, nell’ottica della legge, dovrebbe servire a garantire la sopravvivenza di chi è senza lavoro, accompagnandolo in un percorso formativo finalizzato ad ottenere una occupazione stabile.

Nulla di tutto questo, invece, per i soggetti finiti nel mirino delle indagini, che guadagnavano anche quattrocento euro al giorno dagli incassi della sosta abusiva.

 


Inchiesta condotta dal pm Mariella Di Mauro, magistrato in forza al pool reati contro la pubblica amministrazione guidato dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, spuntano situazioni familiari tutt’altro che indigenti o ai limiti della sopravvivenza. Ma proviamo a fare due conti nelle tasche dei 37 imputati, alla luce dei soldi pubblici erogati dallo Stato (e in alcuni casi ancora in corso di erogazione) a dispetto dei soldi che entravano in famiglia come parcheggiatori abusivi: la signora G.D.L. fino ad aprile di quest’anno ha percepito 1050 euro, nonostante un altro componente del nucleo familiare svolgesse attività di parcheggiatore abusivo; G.C. ha incassato invece euro 959,29, nonostante fosse un presidio fisso - ovviamente come parcheggiatore abusivo - in una delle strade di Chiaia; dal «30 aprile del 2019, a tutt’oggi ancora in pagamento, con un importo di euro 1.173, L.I. è stato quello che ha preso il reddito di cittadinanza più alto, almeno a giudicare dalla particolare classifica stilata dagli inquirenti: inutile dire che, anche in questo caso, L.I. è stato segnalato come professionista del parcheggio vietato, potenzialmente in grado di incassare un fiume di denaro illecito. 


Trentasette nomi, che ora finiscono al vaglio di un giudice per le udienze preliminari, mentre tocca all’Agenzia delle Entrate sospendere i pagamenti mensili. Niente reddito di cittadinanza per chi ha altri redditi (per lo più derivanti dal controllo della sosta abusiva), niente navigator e percorsi di inserimento professionale. Ma c’è un altro aspetto su cui sono ora concentrati gli investigatori e riguarda il domicilio dichiarato dai trentasette imputati: sono quasi tutti provenienti dalla zona di Pizzofalcone e Santa Lucia, della Torretta e dei vicoli di Chiaia. Sono le stesse zone dove, appena una decina di anni fa, esplose il fenomeno dei finti ciechi, dei finti pazzi, quindi delle finte pensioni di invalidità. Facile immaginare quale sia la nuova traiettoria delle indagini: riflettori puntati su caf e uffici di assistenza, nel tentativo di verificare il collegamento tra la posizione dei finti poveri (e dei parcheggiatori abusivi) con altre forme di controllo dei finanziamenti pubblici. 
 

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