Agenti in strada, il giallo dei numeri accresce il senso di insicurezza

di Sergio Sciarelli
Mercoledì 22 Giugno 2022, 00:00 - Ultimo agg. 06:00
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Napoli non sarà mai una città turistica nel senso pieno del termine se non si affrontano i problemi della sicurezza. L’ultimo episodio verificatosi ieri assume una particolare gravità per il personaggio coinvolto e per la ripetitività intollerabile di reati come gli scippi e le rapine. Questa volta la grande notorietà della vittima di un ulteriore scippo, l’attore francese Daniel Auteuil presente a Napoli per uno spettacolo al teatro Mercadante, susciteranno i commenti peggiori sul piano internazionale e conferiranno purtroppo il massimo risalto ad una notizia che farà spegnere gli entusiasmi per il “boom turistico napoletano”.

Ma il fatto accaduto deve far riflettere sulle reali possibilità di intervenire e alleviare una situazione che non è certo di oggi e di cui soffrono i cittadini ormai da tanto, troppo tempo e che non può essere più tollerata. Il punto sul quale è tuttavia il caso di richiamare l’attenzione riguarda le modalità con cui tentar di risolvere un problema di carattere non solo sociale ma anche economico, visto che il turismo contribuisce molto ma potrebbe contribuir molto di più se una serie di problemi su cui ci siamo già intrattenuti sul giornale fossero avviati ad una soddisfacente soluzione. Tra questi il problema della sicurezza è sicuramente decisivo per il futuro di una Napoli vivibile per chi ci abita e accogliente per chi la viene a visitare. 

Bene, dunque, ha fatto il nostro sindaco a rappresentare in modo forte questo problema e a ribadire che la sua soluzione rappresenta elemento fondante per la costruzione di una città migliore e all’altezza della sua storia. Giusta la richiesta al governo di destinare più forze dell’ordine e, in effetti, di dedicare più attenzione alla terza metropoli italiana su un tema che esige interventi eccezionali.

Questa posizione e queste richieste potrebbero e dovrebbero essere però sostenute da una più robusta base documentativa. Per potere esigere risposte rapide e sostanziali dalle istituzioni di livello nazionale bisognerebbe far capire da dove si parte e come si pensa di rendere ordinarie misure oggi di emergenza. 

In altri termini potrebbe risultare decisivo partire dalla ricostruzione della situazione attuale con la comparazione della sua evoluzione nel tempo e nello spazio (cioè rispetto a quelle esistenti in altre realtà dello stesso peso demografico, anche se con minori complessità).
Sarebbe cioè sicuramente utile conoscere quali sono attualmente le forze dell’ordine campo e, in particolare, quali sono le modalità di coordinamento di tanti corpi separati nello svolgimento di compiti comuni o quanto meno complementari. 

Si deve presumere, peraltro, che tali elementi informativi siano alla base del Piano per la sicurezza di cui si è recentemente discusso in Prefettura e che si spera possa essere condivisa anche dal Governo Draghi. 

Questi, a mio avviso, sono da considerarsi come elementi di conoscenza preziosi per potere appoggiare, con la forza di dati, le richieste di interventi straordinari che tuttavia non si limitino alla richiesta di più uomini ma che riguardino una più efficiente organizzazione e un maggior il coinvolgimento dei cittadini nelle problematiche che li affliggono.

In altre parole, e in conclusione di riflessioni su cui si dovrà ritornare, c’è da chiedersi, quali sono le ragioni effettive per non disporre di un quadro conoscitivo del genere e potere così valutare e far valutare a chi di dovere la realtà napoletana? 

Di fronte a problemi così seri può continuare a prevalere la logica dei corpi separati dello Stato, gelosi della loro indipendenza e refrattaria ad accettare la straordinarietà della situazione, oppur bisogna definire meglio compiti e responsabilità di chi è preposto al mantenimento dell’ordine pubblico?

Ma perché non si possono ripensare meccanismi che di fatto non funzionano e correre il rischio che gli aiuti chiesti alle Istituzioni locali e centrali siano sufficienti e giustificati?

Ma i napoletani, per sostenere la posizione del Comune concentrata sulla richiesta di più uomini, non sarebbero interessati a sapere quanti poliziotti, carabinieri, finanzieri, vigili urbani presidino almeno il perimetro urbano e di quanti altri ci sarebbe bisogno per controllare in modo efficiente una città certamente complessa. 

Questo potrebbe essere il segno concreto, da parte di tutti i responsabili dell’ordine pubblico, della volontà di fornire forse un contributo diverso in grado di dare corpo ad una strategia per ottenere il consenso e l’appoggio degli organi nazionali.

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