Schede contestate in Campania, pasticcio post voto

Schede contestate in Campania, pasticcio post voto
di Gigi Di Fiore
Giovedì 15 Marzo 2018, 22:20
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Un pasticcio di conteggi intrecciati, contestazioni in arrivo, ritardi. A dodici giorni dalle elezioni, non ci sono ancora certezze sui nomi di chi siederà alla Camera e al Senato nel Parlamento della diciottesima legislatura. E l’insediamento, fissato tra sette giorni, rischia di saltare se non si fa presto.

Solo la Sardegna può esibire con orgoglio la prima proclamazione ufficiale di tutti gli eletti, confermando, con nomi e cognomi, che 16 su 25 parlamentari designati nei collegi plurinominali sull’isola sono del Movimento cinque Stelle. Una proclamazione che segue la prima dell’otto marzo, quando vennero ufficializzati i nomi dei primi nove eletti, tutti del M5S, negli altri collegi.

Il resto è ancora imballato, con annunci di ricorsi. Solo ieri pomeriggio la Corte d’appello di Napoli ha trasmesso alla sezione elettorale della Cassazione l’integrazione di alcuni documenti incompleti in alcuni seggi.
Spiega il presidente della Corte d’appello di Napoli, Giuseppe De Carolis: «È stato un lavoro intenso che, sabato scorso, ha impegnato i colleghi e il personale amministrativo per 20 ore di seguito, per consentire il primo invio avvenuto alle tre del mattino. Ma le difficoltà interpretative e di conteggi nelle attribuzioni sono state diverse e di vario tipo per la complessità della legge, anche se sono state superate. Ora tutto è in mano alla Cassazione».
La procedura, comune a tutte le Corti di appello, prevede che i presidenti dei seggi inviino verbali e schede raccolte e siglate agli uffici elettorali giudiziari. Poi, parte l’esame dei magistrati del distretto, con un primo conteggio e l’attribuzione dei voti alle liste e alle coalizioni. Segue la spedizione di tutto in Cassazione, dove si attua un’altra verifica del materiale, da restituire alle Corti di appello. Solo allora, con questo passaggio, può avvenire la proclamazione ufficiale, con i nomi degli eletti. Salvo, naturalmente, prevedibili ricorsi.

In Campania, con le due circoscrizioni per la Camera e il Senato, alla Corte d’appello sono state istituiti tre uffici elettorali, con presidenti di sezione, magistrati e personale amministrativo. Una quarantina di dipendenti sono stati distaccati, per digitare i dati sui computer, dal ministero della Giustizia. Alla fine, quasi tutti i dipendenti amministrativi, sia del civile sia del penale, sono stati impegnati a rotazione per tre giorni nella verifica di schede e verbali.

Un centinaio i verbali bianchi, altrettanti quelli incompleti. Irregolarità che hanno allungato i tempi. Spiega ancora il presidente De Carolis: «In questi casi, abbiamo dovuto procedere al sequestro della copia del verbale, che resta nei seggi, per confrontarla con l’originale a noi trasmesso».

Proprio questi verbali sono stati trasmessi in Cassazione ieri sera. Ritardi in molte regioni, come la Lombardia e l’Emilia Romagna, dove Matteo Salvini ha chiesto di ricontrollare 4049 schede dichiarate nulle. Dice il leader della Lega: «Voglio solo sia fatta chiarezza, io non voglio un senatore, voglio solo un Senato che non parta dalle truffe».
Il sistema informatico del ministero dell’Interno registra ancora 10 seggi da assegnare alla Camera. Sette, invece, sono in sospeso al Senato. In molte Corti di appello sono arrivati verbali in bianco, altri incompleti, schede in contestazione senza indicazione a verbale, o ancora spedite senza alcuna decisione, che è stata rimandata totalmente ai magistrati degli uffici elettorali. 

Così il carente filtro a monte ha complicato il lavoro, che per indicazione perentoria doveva essere ultimato in tre giorni, negli uffici delle Corti di appello. Ma quali sono stati gli intoppi da superare per l’invio dei primi dati in Cassazione? Li sintetizza il presidente De Carolis: «In tempi strettissimi, con alcuni verbali trasmessi dai seggi carenti o incompleti, abbiamo dovuto calcolare con difficoltà soprattutto i seggi da attribuire alle coalizioni. Le schede, su questo, non sono mai arrivate omogenee. Chi all’uninominale ha indicato il candidato, chi una singola lista. Chi, nel proporzionale, una o tutte le liste. Tutto questo, naturalmente, al netto di contestazioni, indicate nei verbali dei seggi, o rilevate senza indicazione nei verbali».

Una legge non semplice da interpretare, su cui molti magistrati si aspettano ricorsi anche dopo le proclamazioni ufficiali. In Campania, la Cassazione potrebbe ritrasmettere, via Intranet, i dati esaminati entro sabato. Probabile, quindi, che la proclamazione degli eletti campani, con nomi e cognomi formalmente riconosciuti, non possa avvenire che tra lunedì e martedì prossimi. Spiega un presidente di seggio: «Non ha contribuito a semplificarci le cose il famoso tagliando anti frode. Non solo ha rallentato le operazioni di voto, ma anche la formulazione del verbale».
Problemi e ritardi un po’ ovunque. In via ufficiosa, circola che i maggiori ritardi, sempre per le difficoltà rilevate in tutte le Corti di appello, siano stati registrati nel Lazio, che ha competenza anche per il voto all’estero, e in Lombardia. E resta l’incognita della realtà del voto all’estero (12 deputati e 6 senatori da eleggere), dove si annunciano già ricorsi. Sul sito del Viminale, viene precisato infatti che i dati sono ancora provvisori, «tenendo conto che alcuni verbali risultano essere stati inviati direttamente all’Ufficio centrale per la circoscrizione estero alla Corte d’appello di Roma che provvederò alla proclamazione degli eletti». Tutto mentre all’apertura del nuovo Parlamento mancano solo 7 giorni.
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