Scuola, monta la rivolta dei dirigenti: «Guido 12 plessi, basta classi pollaio»

In Campania il record di fusioni tra gli istituti: si perderanno 792 posti di lavoro

Gli stati generali dell'istruzione nella stazione marittima
Gli stati generali dell'istruzione nella stazione marittima
di Mariagiovanna Capone
Mercoledì 1 Febbraio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 15:09
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Lo scontro era nell’aria. Già a novembre i segnali di chiusura del governatore della Campania Vincenzo De Luca sul comma della finanziaria riguardo «Misure per la riforma della definizione e riorganizzazione del sistema della rete scolastica» erano stati chiari. Come anticipato dal Mattino, gli accorpamenti sono concentrati per il 70% nel Mezzogiorno a causa del calo demografico, con la Campania il numero maggiore di istituti (146, ndr). Si perderanno posti di lavoro: circa 500 Ata e 292 dirigenti, secondo la tabella sul tavolo della Conferenza delle Regioni in cui trovare un’intesa entro maggio 2023, altrimenti sarà il ministero dell’Istruzione a decidere entro giugno.

L’assessore regionale all’Istruzione Lucia Fortini ha così deciso di lanciare l’appello «Salviamo la scuola pubblica» con un’assemblea pubblica «perché solo se siamo forti e uniti potremo salvare le nostre comunità scolastiche».

Chiara la risposta di tutto il mondo scolastico che ha gremito la sala Galatea della stazione Marittima, con il presidente della Regione che ha deciso di perseguire la linea dura annunciando: «Impugniamo dinanzi alla Corte Costituzionale il provvedimento del governo per il dimensionamento scolastico». Dalle parole ai fatti: poche ore dopo in giunta regionale è stata approvata la delibera per impugnare il comma della Finanziaria sul dimensionamento con il ricorso da presentare entro fine febbraio.

«Ridurre le autonomie scolastiche significa meno dirigenti scolastici, direttori amministrativi, personale Ata, e tra qualche anno, anche dei docenti» sentenzia l’assessore Fortini. «Con meno contratti stabili, i giovani docenti abbandoneranno il Sud, mentre un dirigente guiderà anche 10 plessi: è follia. Ma venderemo cara la pelle». Un timore condiviso dal collega della Regione Puglia Sebastiano Leo: «Non abbiamo condiviso le scelte del governo sulla scuola. È il momento di essere uniti e protestare contro chi non tenuto presente esigenze delle Regioni». 

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«Una collega tra i vari accorpamenti ha 12 plessi da gestire: noi dirigenti operiamo in condizioni difficili, spesso estreme, ma in questo modo non è più possibile» afferma Assunta Barbieri del liceo Buchner di Ischia e del sindacato Dirigenti Scuola. «Gli studenti disabili saranno costretti a spostamenti complessi: torneremo a un oscuro passato, decideranno di non andare più a scuola» è il triste presagio di Gennaro Pezzurro dell’Osservatorio regionale sulla disabilità. I sindacati si sono mostrati tutti uniti in questa battaglia: Roberta Vannini della Uil, Ottavio De Luca della Cgil, Domenico Ciociano di Gilda, Rosanna Colonna della Cisl, Stefano Cavallini dell’Anief e Francesco De Rosa dell’Anp. «L’ultimo tassello per annientare e desertificate questi luoghi è la scuola» è l’urlo di Stefano Pisani di Anci Piccoli Comuni, mentre Carlo Marino di Anci Campania, promette: «Siamo qui per una battaglia da fare insieme». Battaglia che il presidente De Luca fissa in poche parole: «Impugnare il provvedimento del governo per il dimensionamento scolastico alla Corte Costituzionale. Mi auguro che altre regioni ci seguano. Ma intanto noi diciamo “no” ai tagli, non facciamo nessun dimensionamento. Dobbiamo essere compatti, perché lo abbiamo capito cosa vogliono fare: privatizzare la scuola e spezzare l’Italia in due». E al ministro Valditara chiede provocatoriamente: «Occorrono 8 miliardi di euro per equiparare i docenti italiani alla media europea. Ebbene, li dovete trovare».
 

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