Sud, sgravi alle imprese: via libera dell’Europa alla proroga per il 2023

Lo sconto del 30% degli oneri sul lavoro, coperto con un fondo di 5,7 miliardi

Sud, sgravi alle imprese: via libera dell’Europa alla proroga per il 2023
di Nando Santonastaso
Martedì 6 Dicembre 2022, 23:30 - Ultimo agg. 7 Dicembre, 17:12
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Una nuova, attesissima, proroga che fa tirare un sospiro di sollievo alle imprese e ai lavoratori del Mezzogiorno. Proroga di un anno, stavolta, e dunque accompagnata da un importo raddoppiato rispetto a quello del 2022. Ieri la Commissione europea, accogliendo la proposta italiana caldeggiata e istruita dai ministri per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, e del Lavoro, Marina Calderone, ha dato il via libera alla nuova tranche di aiuti per 5,7 miliardi destinata alle imprese del Mezzogiorno (e delle regioni in transizione) per fare fronte alle conseguenze della guerra in Ucraina. «Accogliamo con soddisfazione la decisione della Commissione europea di autorizzare il prolungamento di decontribuzione Sud fino al 31 dicembre 2023 – commenta via tweet il premier Giorgia Meloni -. Ringrazio i ministri Fitto e Calderone per il lavoro che hanno portato avanti. È un impegno che ci eravamo assunti in campagna elettorale e che abbiamo mantenuto. Il governo continuerà a lavorare, di concerto con le Istituzioni europee, per rendere questa misura strutturale».

Il provvedimento, ritenuto in linea con le norme temporanee adottate da Bruxelles, prevede che gli aiuti (la cosiddetta Decontribuzione Sud) potranno essere erogati fino alla fine del 2023, muovendosi nella scia della misura adottata a giugno di quest’anno, quando era stato il governo Draghi ad occuparsene. La proroga, che conferma per altri 12 mesi lo stop agli aiuti di Stato introdotto già in occasione della pandemia, è infatti una delle più importanti conseguenze della decisione della Commissione di non lasciare indietro chi, come le imprese e i lavoratori delle aree più deboli (e il Sud è ancora oggi la più debole di tutte in Europa) si sarebbe trovato in ulteriori difficoltà senza poter contare sla fiscalità di vantaggio. Ora, invece, c’è ossigeno per un altro anno in attesa, come commenta il ministro Fitto, di provare a rendere strutturale la “Decontribuzione Sud” il cui impatto, da oltre un anno, anche in termini occupazionali è stato finora determinante, specie per confermare i tanti contratti a termine altrimenti destinati a scadere.

«Da parte mia c’è grande soddisfazione per la decisione della Commissione europea di autorizzare nel contesto del Regime degli aiuti di Stato l’estensione della misura “Decontribuzione Sud” – dice Fitto -. In particolare, come governo riteniamo molto positivo il fatto che sia stata prolungata fino al 31 dicembre 2023, dando così un tempo maggiore ad imprese e lavoratori rispetto a quelle che erano state le ultime proroghe, e inoltre che sia stato autorizzato un incremento delle risorse previste per questa importante strumento». Il ministro ricorda che «la misura prevede infatti la decontribuzione per i lavoratori delle aziende situate nelle otto Regioni meno sviluppate e in quelle in transizione, con il fine di incentivare l’assunzione di giovani under 36, e di donne disoccupate. Si tratta di una misura già esistente ma il cui prolungamento a tutto il 2023 è stato fortemente voluto dal presidente Meloni, e che è stata una della priorità di lavoro in questo primo mese di governo da parte mia e del ministro del Lavoro Calderone. Una misura fondamentale per la crescita e l’occupazione nel Mezzogiorno che costituisce un forte sostegno alle imprese del Sud in un momento difficile della congiuntura economica. Un provvedimento richiesto dai lavoratori e dalle organizzazioni datoriali, e sul quale lavoreremo sin da subito per renderla strutturale attraverso un confronto costruttivo con la Commissione europea».

Sul piano applicativo non cambia praticamente nulla. La misura, che nel solo 2021 ha coperto complessivamente 1,7 milioni di contratti (dati Inps), pari al 79% delle agevolazioni per il lavoro, resta aperta, infatti, alle imprese di tutti i settori attivi nel Sud Italia, ad eccezione di quello finanziario, agricolo primario e del lavoro domestico.

Tra le modifiche notificate dall’Italia al regime di aiuti esistente, oltre ad un aumento della dotazione finanziaria, rientrano anche una proroga, fino al 31 dicembre 2023, del periodo in cui possono essere concessi gli aiuti e un aumento dei massimali di aiuto, a 300.000 euro per imprese attive nei settori della pesca e dell’acquacoltura ed a 2 milioni di euro per imprese attive in tutti gli altri settori. Con la proroga decisa ieri, inoltre, si conferma la riduzione del 30% dei contributi obbligatori versata dai datori di lavoro attivi nel Mezzogiorno, a prescindere dalle dimensioni delle loro aziende. 

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