Granchi blu, da dove vengono e perché sono un pericolo (ma anche una risorsa). Zaia chiede lo stato d'emergenza (e intanto spuntano le ricette per cucinarli)

Conoscete la ricetta per preparare il Chawanmushi?

Granchi blu, da dove vengono e perché sono un pericolo (ma anche una risorsa). La ricetta per cucinarli
Granchi blu, da dove vengono e perché sono un pericolo (ma anche una risorsa). La ricetta per cucinarli
Venerdì 18 Agosto 2023, 17:07 - Ultimo agg. 18:13
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I protagonisti dell’estate 2023, oltre al maltempo, sono i granchi blu. I crostacei si nutrono di pesci comuni e sono i peggior nemici dei pescatori. Per debellarli, il governo giorni fa ha stanziato ben 2,9 milioni di euro, anche se l’Italia potrebbe diventare il maggior esportatore di questi animali dal colore insolito e dal sapore insolito.

Il granchio blu è commestibile: l'Emilia Romagna lo vende agli Usa: partito un container da 15 tonnellate. Gli scenari


 

Le origini

Il nome scientifico di questo crostaceo è Callinectes sapidus Rathbun. Si tratta di una specie originaria dell’Atlantico che forse grazie a navi mercantili e a clima favorevole, è arrivato nei nostri mari dove si sta riproducendo rapidamente fino a creare una vera emergenza. 

Questo granchio può arrivare a crescere fino a 15 centimetri di lunghezza per 23 di larghezza. Presenta un corpo più largo, di forma ellittica, con due spuntoni ai due lati del corpo e margine anteriore seghettato. Il ventre e la parte terminale sono di colore blu intenso e da qui l’origine del nome.

Si tratta di una specie onnivora che mangia di tutto ma predilige soprattutto molluschi come vongole e cozze. È molto aggressivo oltre ad essere molto veloce. La sua velocità lo spinge ad alimentarsi in continuazione, motivo per il quale devastano coltivazioni ittiche e banchi di pesce ma non solo: le sue chele distruggono anche reti da pesca causando gravi danni agli allevamenti ittici. 

Dove si trova

Originario delle coste di Usa, Argentina e Nuova Scozia, il granchio blu è arrivato in Europa probabilmente a bordo di navi mercantili.

Ad oggi si sta diffondendo rapidamente soprattutto nella zona dell’Adriatico.

C’è preoccupazione perché si tratta di una specie molto aggressiva capace di fare razzia soprattutto di molluschi ma anche avanotti e vegetali causando gravi danni all’ecosistema ma anche all’economia ittica del territorio. Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia hanno chiesto provvedimenti urgenti al governo arrivando anche ad ipotizzare una richiesta di stato di calamità naturale.

Il primo avvistamento nelle coste italiane risale al 2008 quando fu trovato in Basilicata, poi man mano è comparso in Abruzzo, Puglia e Alto Adriatico. Nell’ultimo quinquennio esemplari sono stati segnalati anche nel Meridione Occidentale, lungo le coste campane. Segnalazioni sono arrivate anche in Lazio, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Sicilia. Al momento a preoccupare maggiormente è la zona dell’Alto Adriatico tra Emilia e Veneto dove la presenza è diventata costante ed elevata. 

Emergenza nazionale

Il Presidente del Veneto Luca Zaia è certo che il Governo darà corso alla richiesta di stato di emergenza nazionale sul granchio blu. «Il Veneto lo ha chiesto all'esecutivo in tempi non sospetti, da più di 10 giorni, con una comunicazione datata 8 agosto. In precedenza abbiamo inviato al Governo anche la richiesta di dichiarare lo Stato di Calamità, spedita il 27 luglio». Per il governatore «siamo davanti a un settore, quello della pesca, che rischia di essere letteralmente annientato.

Il Veneto è il territorio più colpito: stiamo facendo squadra, a tutti i livelli del pubblico e del privato, per combattere l'invasione dei granchi. Serve coinvolgere ancor più anche le aziende di trasformazione ed export, in grado di valorizzarne il commercio, che già da mesi operano nel nostro territorio raccogliendo i granchi blu di gran parte dell'Alto Adriatico». In Veneto, ricorda, sono già state immesse nel mercato per la consumazione diretta 150 tonnellate nei soli mercati ittici, da gennaio di quest'anno. «Ma sto personalmente spendendomi - conclude - perché questa quota aumenti velocemente». 

Possibile risorsa

L’emergenza puo trasformarsi in risorsa. Ecco allora che l’Emilia Romagna - una delle regioni a pagare il prezzo piu alto per l’invasione di questa specie aliena - ha dato il via all’export negli Stati Uniti del granchio blu. È infatti partito per la Florida, con destinazione Miami, il primo container, carico di 15,75 tonnellate di crostacei semilavorati. Pescati dalle imprese ittiche della Sacca di Goro, del territorio di Comacchio e nel Delta del Po, potranno essere venduti nel Paese di cui e originaria - e molto richiesta dai consumatori - questa specie alloctona che tanti danni sta creando agli allevamenti di vongole e novellame, minando il delicato equilibrio ambientale dell’area del Delta.

Regista dell’operazione la societa di Rimini Mariscadoras, una start up tutta al femminile, nata nel 2021 e ideatrice del progetto Blueat - La Pescheria Sostenibilè, per promuovere l’utilizzo alimentare e gastronomico delle specie aliene marine invasive, a partire appunto dal granchio blu, tra le piu dannose attualmente presenti nel Mediterraneo, a causa della sua voracita e assenza di predatori naturali.

Non tutto il prodotto, infatti, ha le caratteristiche per essere venduto, mentre i danni che questa specie sta provocando a un intero settore pongono in primo piano il tema degli indennizzi, oltre a quello dello smaltimento del prodotto non adatto alla vendita.  

Ottimi da cucinare

Ma c’è anche un altro aspetto, sconosciuto ai più, di questo singolare crostaceo, il cui prezzo oscilla tra i 9 e i 15 euro al chilo, ed è il suo lato gourmet che manda in visibilio i principali chef che fanno a gara per le ricette da sviluppare. Famosa quella del «granchio blu in guazzetto», crostaceo per altro molto carnoso. Da non perdere gli «spaghetti al nero» e «insalata al granchio blu».

Gambero Rosso si sbizzarrisce nell’elencarne una serie: per preparare il Chawanmushi, un budino salato giapponese, a base di granchio blu, si consigliano 75 gr brodo di granchio, 50 gr uovo intero sbattuto, 45 gr polpa di granchio blu, 8 gr cervello di granchio blu, 3 gr di sale; poi c’è una ricetta a base di miglio: 150 gr di miglio decorticato, 2 rametti di maggiorana, 40 gr di carote fermentate tagliate a cubetti, 80 gr di polpa di chele di granchio blu. 

La ricetta:

«Unire il brodo, il cervello, la polpa e il sale in una caraffa e frullarli con un mixer a immersione, fino a ottenere un composto omogeneo, dopodiché unire le uova e miscelare con una frusta, infine filtrare con un colino a maglia fine per eliminare eventuali impurità. Conservare l'impasto così ottenuto in frigorifero”, consiglia la rivista. Mentre per il secondo piatto, si deve “ammollare il miglio in abbondante acqua fredda per 20 minuti, successivamente scolarlo e metterlo a cuocere in un cuociriso con il doppio della quantità in acqua, un rametto di maggiorana e un pizzico di sale per circa 25 minuti, ottenendo una cottura "al dente". Essiccare in essiccatore o in forno o a 40°C per 24 ore 100 gr di miglio cotto, di seguito friggerlo in olio a 220°C per ottenere del miglio soffiato».

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