Eredità Agnelli, Marella e la finta residenza in Svizzera: l'ipotesi di un'evasione fiscale dal 2015

Nuove indagini per verificare da quando la moglie dell’avvocato avrebbe simulato di vivere all’estero

Eredità Agnelli, Marella e la finta residenza in Svizzera: l'ipotesi di un'evasione fiscale dal 2015
Eredità Agnelli, Marella e la finta residenza in Svizzera: l'ipotesi di un'evasione fiscale dal 2015
di Valeria Di Corrado, nostra inviata a Torino
Sabato 17 Febbraio 2024, 00:01 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 19:46
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Si allarga l’inchiesta sulla presunta evasione fiscale legata all’eredità Agnelli. I pm stanno andando a ritroso nel tempo - almeno fino al 2015-2016, perché gli anni precedenti sono prescritti - per capire se Marella Caracciolo abitasse prevalentemente a Torino già prima del 2018, anno in cui, secondo i riscontri finora raccolti dalla Guardia di Finanza, è risultata vivere più di 183 giorni sul territorio italiano: la soglia minima che fa scattare per il contribuente l’obbligo di versare le tasse nel nostro Paese. L’evasione dell’Irpef, finora quantificata dagli inquirenti in 3,7 milioni di euro solo calcolando il vitalizio da 583 mila euro mensili bonificato per 14 mesi su conti correnti in Liechtenstein dalla figlia Margherita, potrebbe quindi moltiplicarsi se dovesse essere accertato che quella in Svizzera era una «residenza fittizia». Per dimostrare questa tesi accusatoria, sono state acquisite le cartelle della cliniche in cui Marella è stata ricoverata in Italia, dopo che il Parkinson si era aggravato. 

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John Elkann, «con lo scopo di avvalorare la residenza fittiziamente stabilita in Svizzera» dalla nonna - sempre secondo gli inquirenti - avrebbe stipulato il contratto di affitto di Villar Perosa e Villa Frescot e il contratto di comodato di un attico con affaccio sul Quirinale, a Roma.

Ma, per i pm, a Villa Frescot risiedeva in realtà quasi stabilmente Marella, fino alla sua morte il 23 febbraio del 2019. Per raggiungere lo stesso scopo avrebbe assunto personale al servizio di sua nonna, tramite anche Fca e Stellantis. Segretarie, infermiere e domestici - sentiti a sommarie informazioni dai pm - finora si sono mostrati reticenti, o comunque hanno detto di non ricordare circostanze e date; anche perché - sostengono - «lavorare per John o per Marella era la stessa cosa». L’ipotesi della Procura, che ha trovato già alcuni riscontri alle accuse mosse da Margherita Agnelli, è che «la creazione della residenza fittizia» in Svizzera della Caracciolo «sarebbe stata preordinata da un lato, sotto il profilo ereditario, a sottrarre la successione della de cuius all’ordinamento italiano, dall’altro, sotto il profilo fiscale, a evitare l’assoggettamento a tassazione in Italia di ingenti cespiti patrimoniali». E che tutti i soldi confluiti nei paradisi fiscali, dal Liechtenstein alle Isole Vergini Britanniche, abbiano prodotto ulteriori redditi milionari sfuggiti alla tassazione.

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