Per il Fisco è morto, ma lui è vivo e vegeto e sta vivendo non pochi problemi di burocrazia. È la storia, dai tratti pirandelliani, di Pietro Fanticini, 75enne imprenditore in pensione di Reggio Emilia. «Ho contattato nei giorni scorsi il mio medico - racconta - per farmi prescrivere alcuni farmaci e ho scoperto, non riuscendo il dottore a farmi le ricette, una cosa curiosa: sono deceduto lo scorso anno. Tramite il commercialista ho provveduto a verificare con l'Agenzia delle Entrate la mia posizione: niente da fare. Sono morto...».
Morto per il Fisco, ma è vivo
L'equivoco sarebbe stato generato dal fatto che un suo omonimo, sempre residente a Reggio, è deceduto nel dicembre 2022.
L'omonimia
Fanticini peraltro era a conoscenza del fatto di avere un omonimo: «Non ci siamo mai conosciuti - dice al Resto del Carlino - ma sapevo che a Reggio Emilia eravamo in due con lo stesso nome e cognome. Sapevo che era morto a dicembre e avevo conservato il necrologio. Lì per lì non ci ho fatto molto caso, ma adesso il problema esiste. La preoccupazione ora è che l'Inps mi blocchi la pensione, anche il mio commercialista mi prende in giro. Oltre a farmi le condoglianze mi ha chiesto scherzosamente se nell'atto di successione gli lascio una sciarpa della Juventus, visto che lui è tifoso dell'Inter. Qualcosa ci spinge a ridere, ma il problema c'è, e va risolto».
La «resurrezione»
«Sono risorto oggi alle 13. Mi ha chiamato l'Agenzia delle Entrate, dicendomi che aveva ripristinato la realtà dei fatti - racconta ora il signor Pietro - Nel pomeriggio è arrivata anche una risposta ufficiale via pec dall'Agenzia delle Entrate, dove si spiega che c'era stata una immissione errata di dati in merito alla denuncia di successione del mio omonimo. Ora la situazione si è completamente risolta».