Rossella Nappini, l'ex compagno: «Io e lei, per sei anni insieme: quell'uomo la molestava di continuo»

«Ci siamo visti dieci giorni fa e mentre parlavamo l'ha chiamata. Lei gli ha detto: "Non mi interessi, basta"»

Rossella Nappini, l'ex compagno: «Io e lei, per sei anni insieme: quell'uomo la molestava di continuo»
Rossella Nappini, l'ex compagno: «Io e lei, per sei anni insieme: quell'uomo la molestava di continuo»
di Alessia Marani
Mercoledì 6 Settembre 2023, 00:17 - Ultimo agg. 16:50
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«Ho visto Rossella l’ultima volta nemmeno dieci giorni fa e il prossimo week-end avremmo dovuto incontrarci di nuovo, ci sentivamo spesso. Era venuta a trovarmi a Vetralla e mentre eravamo insieme lui, quel marocchino, l’ha chiamata al telefono. Ros gli diceva: “Basta, falla finita. Non mi interessi”. Era determinata, come lo è sempre nelle sue scelte sentimentali. Era piuttosto scocciata e allora mi ha detto di quella storia durata così poco ma che le è costata la vita». A parlare è Enrico N., 45 anni, operaio della provincia di Viterbo, l’ex compagno di Rossella Nappini, l’infermiera di 52 anni, uccisa nell’androne del suo palazzo, a Roma, con 25 coltellate. Il presunto assassino, Adil Harrati, 45 anni, è stato fermato dalla polizia.

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Enrico, lei e Rossella per quanto tempo avete convissuto?
«Per sei anni.

Lei usciva da una storia travagliata con il padre dei suoi figli. Mi raccontava di una vita diventata infernale, con episodi di violenza. Rossella era la donna più buona del mondo, non solo sul lavoro, ma anche nella vita sociale e cercava di aiutare tutti. Forse anche questa persona si è approfittata della sua generosità».


Le ha parlato, dunque, della relazione con quest’uomo straniero?
«Sì. Lo aveva conosciuto in occasione di alcuni lavori di ristrutturazione nella casa della madre dove lei si era trasferita sei mesi fa. Erano usciti insieme, avevano iniziato una storia, ma lei non era intenzionata ad andare avanti. Ci aveva provato ma non era andata bene. Non era convinta e un mesetto fa gli aveva detto di lasciare perdere ma lui continuava ancora a cercarla».


La stalkerizzava?
«Questo non lo so. Di sicuro le scriveva una montagna di messaggi, anche carini, poetici e le dedicava canzoni d’amore in continuazione. Però lei non mi sembrava preoccupata, mi diceva che in fondo era uno “dolce” altrimenti mi avrebbe chiesto aiuto oppure sarei intervenuto io di persona. Va detto pure che Rossella se avesse temuto una cosa simile, se la sarebbe pure potuta cavare da sola, poiché era una donna decisa, forte. Probabilmente non era arrivata a immaginare una cosa tanto tremenda».

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Secondo lei quell’uomo ha seguito Rossella fino a Vetralla?
«Questo non lo so davvero».


Voi come vi eravate conosciuti?
«Ci conoscemmo una prima volta quando era ancora con il papà dei suoi figli. Vivevano in una casa con la piscina a Campagnano, vicino Roma e io mi occupavo della manutenzione degli impianti acquatici. Poi mi richiamò per un problema alla vasca dopo che si lasciarono e allora, in quell’occasione, cominciammo a frequentarci. Di lei mi colpì proprio la sua bontà, il suo non risparmiarsi mai, per sé, per i figli, per gli altri. È stata una storia molto bella, profonda. Sia lei che io eravamo usciti da altre relazioni importanti, avevamo entrambi due figli, lei un maschio e una femmina, più o meno delle stesse età e, per un tempo, siamo stati una famiglia. Poi le cose non sempre vanno per il verso giusto e ci siamo lasciati».


Però siete rimasti in buoni rapporti...
«Sì, è stata una relazione adulta, consapevole. Abbiamo smesso di essere una coppia prima dell’emergenza Covid, più o meno quattro anni fa. Il Covid poi ha complicato la possibilità di rivederci. Ma non abbiamo mai smesso di tenerci in contatto perché comunque ci volevamo bene».

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Prima ha affermato che Rossella era una donna determinata nelle sue relazioni. Cosa intendeva?
«Che dal punto di vista sentimentale, se qualcosa non le quadrava, lei tagliava subito. Non stava a rimuginare. Era una donna auotnoma, indipendente. Io la chiamavo donna-uomo perché non voleva essere aiutata nemmeno quando tagliava il prato o aggiustava qualcosa. Rossella ha pagato questo suo essere donna indipendente, libera».
 

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