Serena Mollicone, chi sono i Mottola: il maresciallo Franco, la moglie Annamaria e il figlio Marco. La famiglia assolta oggi in Appello

Erano stati accusati di omicidio volontario in concorso e occultamento di cadavere

Serena Mollicone, chi sono i Mottola: il padre carabiniere, il figlio accusato di spaccio. La famiglia assolta oggi in Appello
Serena Mollicone, chi sono i Mottola: il padre carabiniere, il figlio accusato di spaccio. La famiglia assolta oggi in Appello
venerdì 12 luglio 2024, 17:51
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La Corte d'Assise d'Appello di Roma ha confermato l'assoluzione di Franco Mottola, della moglie Annamaria e del figlio Marco nel processo per la morte di Serena Mollicone. La ragazza, scomparsa il 1° giugno 2001, fu trovata morta tre giorni dopo in un bosco ad Arce, in provincia di Frosinone. La sentenza di assoluzione è stata accolta in un silenzio irreale, con Franco e Marco Mottola visibilmente commossi che hanno abbracciato i loro avvocati.

Franco Mottola, ex maresciallo dei carabinieri, insieme alla moglie Annamaria e al figlio Marco, erano stati accusati di omicidio volontario in concorso e occultamento di cadavere.

La pubblica accusa aveva richiesto pene severe: 24 anni per Franco, 22 per Annamaria e 21 per Marco. Tuttavia, dopo un lungo processo, la corte ha deciso di assolverli per mancanza di prove sufficienti.

Il caso di Serena Mollicone

Serena Mollicone, studentessa di Sora, scomparve da Arce il 1° giugno 2001 e il suo corpo fu ritrovato due giorni dopo nel bosco Fonte Cupa, nel comune di Monte San Giovanni Campano, con mani e piedi legati da fil di ferro e la testa chiusa in un sacchetto. Le indagini furono gestite in modo poco trasparente e si sospettò fin da subito di possibili depistaggi. Il diario di Serena fu consegnato al comandante dei carabinieri Franco Mottola, ma non fu mai messo a verbale. Nel 2003, Carmine Belli, un carrozziere, fu accusato, arrestato e poi scagionato per mancanza di prove. Testimoniò di aver visto Serena discutere con un ragazzo biondo.

La svolta nelle indagini: il coinvolgimento dei Mottola

La svolta nelle indagini arrivò nel 2008 quando il brigadiere Santino Tuzi, in servizio presso la caserma dei carabinieri di Arce all'epoca dell'omicidio, si tolse la vita. Prima del suo suicidio, Tuzi dichiarò di aver visto Serena entrare in caserma ma di non averla mai vista uscire. La riesumazione della salma nel 2016 portò alla luce nuovi elementi sufficienti per accusare la famiglia Mottola di omicidio e occultamento di cadavere, e altri due carabinieri di reati connessi.

Il movente e le accuse: il ruolo del figlio Marco

Il movente sembrerebbe essere chiaro: Serena Mollicone aveva deciso di denunciare l'attività di spaccio di Marco Mottola, all'epoca quasi ventenne. Secondo l'accusa, Marco avrebbe aggredito Serena in caserma, colpendola alla tempia e facendola sbattere contro una porta. I Mottola, sempre secondo l'accusa, avrebbero portato Serena ancora viva nel bosco di Fonte Cupa, dove poi fu ritrovato il suo corpo. In primo grado, i giudici hanno deciso di assolvere i Mottola e oggi è arrivata la conferma da parte della corte d'Assise d'Appello di Roma.

La vita dei Mottola oggi

Oggi Marco Mottola, che ha 42 anni, gestisce un’attività commerciale a Venafro, in Molise. Nel 2001 era conosciuton nel suo paese come uno spacciatore e sembra che Serena avesse deciso di denunciarlo il giorno della sua scomparsa. Franco Mottola, ex maresciallo, e la moglie Annamaria, insieme al figlio, sono stati assolti anche in secondo grado. Tuttavia, il caso ha lasciato un segno indelebile nella comunità di Arce e nella famiglia di Serena, con Guglielmo Mollicone, il padre della vittima, morto nel 2020 senza aver visto giustizia per la figlia.

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