Valentino: l'addio a Piccioli, lo stop alle sfilate e le voci su Alessandro Michele. Cosa sta succedendo

«La creatività continuerà a guidare l'azienda come pilastro chiave», spiegano dalla maison

Valentino: l'addio a Piccioli, lo stop alle sfilate e le voci su Alessandro Michele. Cosa sta succedendo
Valentino: l'addio a Piccioli, lo stop alle sfilate e le voci su Alessandro Michele. Cosa sta succedendo
Costanza Ignazzidi Costanza Ignazzi
Martedì 26 Marzo 2024, 13:13 - Ultimo agg. 19:15
4 Minuti di Lettura

Valentino rinuncia alle sfilate di giugno dopo il divorzio (più o meno consensuale, al momento non è dato sapere) da Pierpaolo Piccioli. La prossima estate, insomma, non vedremo né la collezione maschile né quella Haute Couture. Ad annunciarlo un secco comunicato: «La creatività continuerà a guidare l'azienda come pilastro chiave spiegano dalla maison - plasmando nuove collezioni future in entrambi Pret-à-porter da donna e da uomo e Haute Couture, elevando il DNA del marchio, i suoi codici iconici, a patrimonio italiano senza rivali».

L'ANNUNCIO

Héritage del brand a parte, l'annuncio è a dir poco inusuale: solitamente è prassi che in attesa della nomina di un nuovo direttore creativo le collezioni vengano realizzate dall'ufficio stile. Così è successo per Givenchy dopo l'addio di Matthew M. Williams, così come da Gucci dopo la fine dell'era Alessandro Michele e prima dell'arrivo del nuovo direttore creativo Sabato De Sarno. Rinunciare alle sfilate non è (quasi) mai stata un'opzione, nemmeno nell'ora più buia del Covid, dove tutt'al più i defilé si svolgevano a porte chiuse. Ma qui non parliamo di contagi e assembramenti da evitare: parliamo di un vero terremoto scoppiato nella maison forse più rappresentativa della moda Made in Italy. A monte c'è l'addio di Pierpaolo Piccioli, annunciato solo qualche giorno fa, dopo 25 anni di onorata carriera in azienda e poco meno di 16 da quando, in un primo momento insieme a Maria Grazia Chiuri e poi, nel 2018, da solo, raccolse l'eredità del brand (e del fondatore Valentino Garavani, non uno qualsiasi, insomma). A valle c'è, invece, l'incognita sull'identità del nuovo direttore creativo, argomento di discussione che regna sovrano tra gli addetti ai lavori. Nelle ultime ore si fanno sempre più insistenti le voci che vogliono in pole position Alessandro Michele, "disoccupato" dopo il divorzio da Gucci e forse unico altro nome capace di provocare, con la sua uscita dal brand, un terremoto simile a quello Valentino-Piccioli.

IL VALZER

Ma perché Kering, che nel 2022 fu direttamente responsabile della "dipartita" di Michele, dovrebbe rivolerlo? Dietro il riavvicinamento (per ora solo ipotetico), ci sarebbe il gruppo qatariota Mayhoola, proprietario di Valentino, che secondo Wwd avrebbe contattato lo stilista romano per proporgli la direzione creativa del marchio Walter Albini.
Poi non se ne è fatto nulla, ma i contatti ci sono stati e potrebbero esserci ancora. Non solo: Kering ha recentemente comunicato una previsione di calo delle vendite nel primo trimestre del 2024, in particolare per le difficoltà del marchio di punta Gucci che perderebbe il 20%. Se le responsabilità non sono del tutto da attribuire al nuovo direttore creativo Sabato De Sarno (i prodotti della sua collezione Ancora si trovano per il momento in disponibilità limitata in boutique selezionate), c'è da dire che nessuno trainava Gucci come Alessandro Michele, almeno nei primi tempi della sua direzione creativa, che aveva fatto registrare numeri scoppiettanti. Gli altri indizi a favore: il designer non ha nessuna intenzione di allontanarsi dalla Capitale, e Palazzo Mignanelli potrebbe tranquillamente diventare il suo regno. E l'ad Jacopo Venturini lo conosce bene dopo anni di lavoro al suo fianco da Gucci come responsabile di mercati e prodotti. Ma da Valentino sono categorici: niente sfilate a giugno, che per allora il marchio possa contare o meno su un nuovo direttore creativo (secchi no comment anche su questo).

GLI SCENARI

Ammesso che il "fortunato" di turno arrivasse rapidamente, forse non avrebbe il tempo di creare da zero collezioni da portare in passerella la prossima estate. Soprattutto se si trattasse di una riscrittura radicale dell'identità creativa della maison, cosa che, con Michele e il suo stile inconfondibile ma abbastanza lontano dal Valentino che siamo abituati a (ri)conoscere, si rivelerebbe abbastanza probabile. E c'è da prevedere che il tutto creerebbe un po' di scompiglio, vedi alla voce Garavani. «Sei l'unico designer che conosco che non ha provato a distorcere i codici di un grande marchio imponendone di nuovi e la megalomania di un ego ridicolo»: così l'imperatore della moda, il solo e originale Valentino, ha salutato il suo amico Piccioli. Ma forse a qualcuno i vecchi codici non andavano più così bene?

LE IPOTESI

Al momento, comunque, tutte le ipotesi sono aperte. Addirittura si fanno strada le voci di un rientro in Valentino proprio di De Sarno, già braccio destro di Piccioli, in quello che diventerebbe un valzer decisamente intricato. Altrimenti ci sarebbe sempre l'ipotesi Maria Grazia Chiuri, fruttuosamente alla guida di Dior, che proprio insieme al designer di Nettuno aveva raccolto l'eredità di Valentino Garavani per traghettarla in una nuova era. «Non tutte le storie hanno un inizio e una fine», ha commentato su Instagram Pierpaolo Piccioli il giorno dell'addio. Quella del nuovo Valentino, però, sembra proprio sia appena cominciata.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA