Caro Giancarlo, mi hai insegnato
che non devo aver paura di parlare

Caro Giancarlo, mi hai insegnato che non devo aver paura di parlare
Lunedì 23 Settembre 2019, 01:00 - Ultimo agg. 01:18
4 Minuti di Lettura
Liceo Galileo Galilei di Napoli

ECCO TUTTE LE LETTERE A GIANCARLO SIANI

Caro Giancarlo, se fossi ancora qui probabilmente continueresti a scrivere tutto il giorno per lavoro, col sorriso stampato in volto.

Ricordo bene il tuo sorriso quando parlavi del tuo sogno: scrivere e lavorare per “Il Mattino”; lo realizzasti, ma purtroppo non durò molto: avevi parlato troppo e in un mondo come questo combattere contro le ingiustizie e la corruzione significa restare soli.

La sera del 23 settembre 1985 il tuo breve sogno finì e con esso anche la tua vita, i prepotenti ti misero a tacere. Ti hanno ucciso Giancà, ma la tua idea è viva e lo sarà sempre, perché tu mi hai insegnato che non devo aver paura di parlare e di combattere contro le ingiustizie; come ha detto un altro grande uomo dopo di te, Paolo Borsellino: «Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo». Quindi la cura per questo cancro mafioso siamo noi giovani.

Grazie, Giancarlo, per ciò che hai lasciato: un’idea. Mi piace pensare che tu sia ancora vivo in essa e che continuerai per sempre a spingere le generazioni future a combattere per la libertà e per i loro diritti.

Andrea della seconda BT

Caro Giancarlo,

mi chiamo Arianna, ho quindici anni e vivo a Napoli. Oggi sono qui stesa sul mio letto a scrivere una lettera che non riceverai mai, ma che forse starai leggendo da lassù, seduto sulla tua Mehari verde mentre ascolti il mitico Vasco Rossi. Sono sicura che ti stai chiedendo per quale ragione una ragazzina stia scrivendo una lettera ad un fantasma piuttosto che uscire con gli amici o guardare una serie tv su Netflix.La risposta è semplice: tu non sei come un fantasma che attraversa mura senza farsi notare, tu sei uno di quelli che ha lasciato il segno su queste mura, cercando di far sentire la propria voce. Quella stessa voce che è stata messa a tacere la sera del 23 settembre 1985. Tu ti trovavi al posto giusto al momento giusto, eri appena tornato a casa dopo una giornata di lavoro come qualunque altra persona fa, ma evidentemente questo non stava bene a chi ha puntato una pistola contro di te e ha sparato con freddezza. Nonostante i colpevoli abbiano espresso il loro pentimento, ormai nulla può riportarti indietro. Comunque credo che se tu fossi ancora qui staresti scrivendo ancora contro il male senza temerne le conseguenze. È questo che ammiro di te: il coraggio di fare e di dire ciò che gli altri fanno finta di non notare. Purtroppo tu sei stato l’eccezione perché la regola è che la paura è il sentimento che prevale, facendoci zittire e diventare una specie di complici mentre potremmo fare qualcosa di più utile. Come affermava Don Pino Puglisi: “Non ho paura delle parole dei violenti ma del silenzio degli onesti”.

Con affetto

Arianna della seconda BT

Caro Giancarlo,

a scriverti è solo una ragazza di quindici anni che, quando è venuta a conoscenza della tua storia, ha subito provato per te tanta ammirazione perché hai continuato ad andare avanti con le tue idee pur sapendo di andare incontro a situazioni pericolose. Avevi solo ventisei anni quando sei  stato ucciso all’ingresso del tuo palazzo con dieci colpi di pistola. Hai dimostrato  tutto l’amore che provavi per il tuo Paese, ma soprattutto hai dimostrato tanto a noi. Ci hai fatto capire che nella vita bisogna sempre dire ciò che si pensa senza aver timore di nessuno e che non bisogna mai arrendersi ma credere in ciò che si vuole ottenere. Con il tuo impegno, con la tua passione e con la tua voglia di combattere sei diventato per tutti un grande esempio. Sei stato un uomo davvero forte, leale, ma soprattutto coraggioso nel voler combattere la camorra, anche se alla fine non sei riuscito a raggiungere il tuo traguardo. 

Io credo negli ideali di pace e verità, la stessa che cercavi tu. Ad oggi posso solo dirti che il ricordo delle persone speciali e le loro grandi azioni lasceranno per sempre un segno nel nostro cuore, proprio come te che sei ricordato da tutti noi come un vero supereroe! 

Valeria della seconda BT

Caro Giancarlo,

sono qui, oggi, per scriverti questa lettera, un tantino in ritardo direi, dato che non sei più tra noi, ma non potevo fare a meno di esprimere tutta la mia ammirazione nei tuoi confronti. Lo sai che ti considerano un eroe? Ed hanno pienamente ragione, perché con una sola parola riescono a racchiudere le tue gesta. Come si può non considerare un eroe una persona che combatte contro la camorra, anche se attraverso le parole? Tu sei stato una fonte d’ ispirazione per tutti e la tua morte non è stata vana, ma ha infuso coraggio nei cuori di tutti noi. Spero che in futuro ci siano tantissime altre persone che potremmo definire eroi, come te. 

Andrea della seconda Bt
© RIPRODUZIONE RISERVATA