Federico Del Prete ucciso 22 anni fa: «Non ho mai dimenticato la sua lezione»

Giunto alla sua quarta edizione, il premio Del Prete si terrà presso il Maschio Angioino di Napoli

Il dipinto “Al Mercato”
Il dipinto “Al Mercato”
di Gennaro Del Prete *
Mercoledì 14 Febbraio 2024, 20:00
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La camorra, la mala politica, l’indifferenza hanno devastato la nostra nazione e soprattutto il mezzogiorno d’Italia. Quando viene ucciso un uomo per mano della camorra, sia esso innocente che affiliato al sistema, noi tutti facciamo finta che nulla sia successo. Rivoli di sangue hanno bagnato e bagnano la nostra terra, ma nessuno di noi si è mai chiesto se la propria indifferenza sia la causa di tutto, se il suo non fare abbia in qualche modo armato la mano degli assassini. Ricordo di aver letto da qualche parte alcune parole di Sant’Agostino che mi sono rimaste nel cuore e che per me hanno sempre rappresentato un faro: «Se vuoi essere giudice, non puoi diventarlo con ricompense o con denaro….Prima sii giudice dentro di te a tuo favore. Prima giudica te stesso perché, tranquillo nel segreto della coscienza, possa occuparti dell'altro. Ritorna in te stesso, bada a te, esaminati, ascoltati… Prima giudica il tuo intimo. Non ti ha detto niente la tua coscienza nei tuoi confronti? Se non vuoi negarlo, ha detto, sì, qualcosa. Non voglio sapere ciò che ha detto, giudica tu stesso che hai ascoltato. Ti ha detto nei tuoi confronti ciò che hai fatto, ciò che hai ricevuto, ciò in cui hai peccato». 

Se ognuno di noi facesse appello al tribunale della propria coscienza, prima di puntare il dito contro gli altri, contro talvolta le inefficienze dello Stato, guardi se stesso affinché la sua anima sia giusta; si chieda quando ha fatto finta di non ascoltare, quando ha fatto finta di non vedere, di non sentire, quanto egli ha fatto. Si chieda quando davanti ad un morto ammazzato ha voltato la faccia; si chieda se non è stato egli stesso ad ammazzare il prossimo con la sua indifferenza. Ormai siamo diventati tutti come dei granelli di sabbia, dissolti dall’individualismo, spazzati dal vento, trasportati senza la volontà di scegliere la nostra direzione. Quando mio padre Federico ha deciso per la sua vita, la sua libertà, ha deciso per difendere la sua dignità di uomo, è stato assassinato, ma chi lo ha ucciso siamo stati tutti noi, noi con la nostra fragile indifferenza. Ricordo le parole di Erich Fromm nel suo saggio “Il coraggio di essere”: «L'uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi». Ecco siamo disposti a prendere delle decisioni? A scegliere per la nostra vita? Tra pochi giorni saranno trascorsi 22 anni dall’uccisione per mano della camorra di mio padre Federico.

In tutti questi anni non l’ho mai dimenticato, non ho mai dimenticato ciò che ha donato alla nostra terra, ciò che ha donato a me. Sono orgoglioso di tutto ciò che ho costruito in sua memoria e per il nostro territorio, in nome semplicemente del bene affinché le persone non dimenticassero il suo omicidio e non dimenticassero, grazie al mio esempio, che tutto è possibile. Ho compreso ciò che ho creato solo negli ultimi anni. L’esempio di mio padre è stata la spinta emozionale per farmi rinascere e mettere in campo la mia natura di combattente, che mai si arrende avanti alle ingiustizie. Durante la crisi pandemica, mi chiesi cosa altro potessi fare, affinché la memoria di mio padre e la mia forza avessero il giusto riconoscimento. Ebbi un’intuizione, il Premio Nazionale Federico Del Prete. Un ulteriore passo avanti verso quel riconoscimento sociale necessario, utile, che mio padre meritava. La prima edizione del premio Nazionale la organizzai il 19 febbraio del 2021 presso la Reggia di Carditello. Un’emozione profonda albergava in me. Numerosi furono i premiati in questa edizione e numerosi applaudirono quando fu presentato il dipinto “Al Mercato”, simbolo del premio. Era coperto da un lenzuolo. Quando fu scoperto, immediatamente come fosse un miracolo, venne colpito da un raggio di sole, che rimase ad illuminarlo fino alla fine della cerimonia. Quest’anno il premio, ormai alla sua quarta edizione, si terrà presso il Maschio Angioino di Napoli. Un luogo che fatto la storia della città, che è il simbolo di Napoli e così come il castello, mio padre ha avuto il coraggio di fare la storia ed essere di esempio per le generazioni a venire, come tutti i veri esseri umani sanno fare. Essere affiancato in questo sforzo dalla Fondazione Polis della Regione Campania per me e per l’Associazione Memoriae, che porta avanti la memoria di papà, ha incarnato la vicinanza delle istituzioni, nonché un giusto riconoscimento per il nostro impegno di memoria. Ero un ragazzino quando entrai da quella porta e iniziai a percorrere i primi passi della memoria. Di tempo ne è trascorso e di passi ne continuerò a fare. 

* Figlio di Federico Del Prete, vittima innocente di camorra, fondatore del Premio a lui dedicato

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