Caserta, premiati Trizzino, Lucia Borsellino e Capacchione

Una giornata con gli studenti dedicata al magistratio

Premiati Trizzino, Lucia Borsellino e Capacchione
Premiati Trizzino, Lucia Borsellino e Capacchione
di Giuseppe Miretto
Mercoledì 10 Aprile 2024, 10:29
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La vita, le opere, il pensiero e la testimonianza del giudice Imposimato rievocati nei luoghi che hanno visto il giovane Ferdinando crescere e formarsi. Una giornata forse non può bastare per rievocare, e soprattutto far conoscere ai giovani, l'attività di un magistrato protagonista per oltre 30 anni di indagini importanti: dal sequestro Moro alle Brigate rosse, e poi la morte di Sindona, la banda della Magliana, gli intrecci della camorra, l'attentato al Papa, il caso Emanuela Orlandi. Anche perché Ferdinando Imposimato è stato la prima vittima delle vendette trasversali: per questo, a 40 anni dall'assassinio del fratello Franco e nel giorno del suo compleanno, il "Centro studi Ferdinando Imposimato", diretto da Francesca Toto con la collaborazione di Milena Roberti, amica di famiglia e promotrice dell'iniziativa, hanno voluto una giornata intera di riflessione.

Nel contesto sociale scelto dal giudice, dopo la morte del fratello, per lanciare la sua lunga e ininterrotta battaglia per sensibilizzare i giovani si è svolto un incontro con le scuole maddalonesi sui valori della legalità, della cultura e del giornalismo. Dall'ottobre 1983, data dell'assassinio del fratello, fino ad oggi e senza soluzione di continuità, risuona lo slogan che amava ripetere in tutti gli incontri pubblici: «Vincere la cultura della rassegnazione» per una nuova consapevolezza contro la criminalità organizzata. Il suo lascito testamentario, ieri mattina, è stato presentato ai giovani riuniti nella sala Settembrini.

Si è rinnovato, ancora una volta, l'appuntamento che ha sempre voluto e onorato tutti gli anni. A fare da filo conduttore della giornata, è stato il libro "Le inchieste di una vita" che ha raccolto la voluminosa attività dell'inquiren

stimonianza - spiega Angelo Schiavone, da sempre collaboratore degli eventi voluti da Imposimato - senza impegno e militanza. Si testimonia con le opere». E così, nel primo pomeriggio di ieri, si è tenuta la "Seconda edizione del Premio Ferdinando Imposimato", aperta ai cittadini, che premia le persone che si sono distinte per il loro impegno civico e nella difesa della democrazia. Premiate persone che hanno legato la loro attività anche o soprattutto all'azione di Imposimato. Per il giornalismo, il riconoscimento è andato a Rosaria Capacchione; Fabio Trizzino e Lucia Borsellino (figlia del giudice Paolo, ucciso con al scorta, nella strage di via D'Amelio del 1992) sono stati premiati per la sezione legalità.

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Al regista Ulderico Pesce, il premio per la cultura. Tutto si è svolto in un contesto ambientale che avrebbe certamente suscitato l'entusiasmo dei Imposimato. La cerimonia si è svolta presso la sala polifunzionale dell'associazione di volontariato "L'albero della vita" che opera, su corso I Ottobre, in un bene confiscato alla criminalità organizzata. Il primo immobile messo a disposizione degli operatori del terzo settore.
Infatti, a organizzare l'evento si sono mobilitati Antimo Suppa ("L'albero della vita"), già impegnato nel sostegno alimentare alle famiglie in difficoltà ha creato anche uno spazio permanente al servizio della legalità, dei giovani e della formazione permanente; il "Comitato per la legalità e l'anticorruzione" e l'associazione "Abc Maddaloni". Presenti all'evento anche i nipoti del giudice Giuseppe e Filiberto Imposimato e Anna Maria Giorgione Imposimato. Il centro polifunzionale che ha ospitato l'evento è stato dedicato a Franco Imposimato. Sono passati 40 anni dall'efferato delitto e Maddaloni ha rivissuto, per la seconda volta in sei mesi, un'altra intensa giornata della memoria e di testimonianze tutta dedicata ai giovani.
 

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