Il presidente del Ms5 si trova tra due fuochi: da un lato gli scontri con la segretaria del Pd, dall'altro l'ombra di Grillo che pesa, e non poco, sul movimento. Conte imputa alla segretaria del Pd di aver appoggiato Fdi in Europa la commissione Von der Leyen bis con Fitto come vicepresidente: un errore, secondo il presidente pentastellato, poiché il programma di Von der Leyen ha un asse politico spostato a destra e, sin dall'inizio del conflitto tra Ucraina e Russia, il movimento è senza dubbio contrario al riarmo. Un problema in più per la nascita del cosiddetto campo largo, su cui Schlein insiste molto, visto che non c'è convergenza su temi centrali e fondanti di un'alleanza.
Inoltre, nel weekend tra il 22 e il 24 novembre si è tenuta l'assemblea Costituente del Movimento per votare la modifica dello statuto, che ha visto l'abolizione del doppio mandato, l'abolizione della figura del garante Beppe Grillo e il sì alle alleanze politiche sulla base di un programma politico preciso. Ms5 oltre ad affrontare le divergenze con il Pd ha anche un ostacolo interno. Nonostante l'assemblea si fosse conclusa con il no a Grillo, il fondatore e (ex) garante appellandosi ad una norma del vecchio statuto ha chiesto di rivotare. Conte, a Pomigliano d'Arco, ha dichiarato: “Non mi aspetto nulla, aspettiamo che si rivoti. Grillo ha chiesto che si rivoti e voteremo, ha chiesto la riconferma di un bagno di democrazia e abbiamo risposto richiamando tutti gli iscritti a votare, questa è la democrazia». Ma la rottura tra Grillo e Conte , così aspra, e la caduta elettorale segnalata dagli ultimi sondaggi ha sollevano una questione identitaria profonda e lacerante.