Conte, cosa può fare adesso Grillo? Dalle seconde votazioni al cambio del simbolo: gli obiettivi del fondatore

Grillo è pronto a dare battaglia. Lo ha detto ai suoi all'indomani di Nova: a Conte «non darà pace». Ecco cosa succederà adesso

M5S, che può fare adesso Grillo? Dalle seconde votazioni al cambio del simbolo: gli obiettivi del fondatore
M5S, che può fare adesso Grillo? Dalle seconde votazioni al cambio del simbolo: gli obiettivi del fondatore
di Roberta Cuboni
martedì 26 novembre 2024, 12:14
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Il popolo a 5 Stelle si è espresso. E, di fronte a un bivio, ha scelto la linea dettata dal presidente Giuseppe Conte. Per di più, con la volontà di eliminare la figura del garante, Beppe Grillo. Che dopo aver parlato di una trasformazione (poco onorevole) da «francescani» a «gesuiti», adesso sarebbe pronto a dare battaglia. Lo ha detto ai suoi all'indomani di Nova: a Conte «non darà pace». Insomma, la Costituente non sarà di certo l'ultima tappa del travagliato percorso pentastellato. 

Grillo impugna il voto degli iscritti: si aprono le seconde votazioni

Il fondatore del M5S si è subito ribellato contro i risultati emersi dall'Assemblea Costituente. Grillo ha chiesto formalmente che la votazione venga ripetuta.

E lo Statuto, di fatto, glielo permette in quanto garante. E glielo permette pure se quello contestato è il voto per eliminarlo. Motivo per cui, adesso, potrebbe cominciare una battaglia legale per certificare il risultato dell'espressione degli iscritti degli scorsi giorni. 

Ma non si tratta solo del voto sul garante. L'ex comico ligure si è infatti schierato contro l'intera votazione degli iscritti. Anche in questo caso, sono le regole interne al M5S a permetterlo. All'articolo 10, lettera "i", si legge infatti che quando si tratta di Statuto o Carta dei valori, il garante può «chiedere la ripetizione della votazione».

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Anche in questo caso, come era stato alla vigilia della Costituente, preoccupa la questione quorum. Perché se questa seconda chiamata al voto non raggiungesse la soglia minima del 50%+1 dei votanti, l'intera votazione, compresa la prima, verrebbe invalidata. E, considerando che durante la prima votazione si è superato di poco il 60%, sembra plausibile che un secondo voto possa non raggiungere il quorum. Nel qual caso, formalmente, il ruolo di Grillo resterebbe valido. 

Conte, da parte sua, ha parlato di «un tentativo di sabotaggio» da parte di Grillo, criticandone la presa di posizione che dimostra come, secondo il fondatore, non conti più ormai «la regola democratica "uno vale uno"» perché «c'è uno che vale più di tutti gli altri messi assieme». L'ex premier ha poi annunciato: «Dateci qualche giorno e torneremo a votare sulla rete i quesiti sullo Statuto impugnati da Grillo».

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C'è anche la possibilità per Grillo di intraprendere il percorso che nel 2022 portò i dissidenti a bloccare lo Statuto. All'epoca, dopo una prima impugnazione, il Tribunale di Napoli «diede ragione a Conte, ma potrebbe anche esserci un Tribunale che decida diversamente e opti per la sospensione, bloccando il principio della Costituente», ha spiegato Lorenzo Borrè, l'avvocato dei pentastellati dissidenti.

La questione del simbolo

Rimane aperta anche la questione della modifica del simbolo del Movimento. In un video su Facebook, l'ex ministro Danilo Toninelli, molto vicino a Grillo e in questa fase suo megafono, ha parlato - dopo la seconda votazione - di «un'azione legale in cui il legittimo proprietario del simbolo farà valere la propria posizione e si riprenderà il simbolo».

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L'amico e commercialista di Grillo, Enrico Maria Nadasi, ha ribadito questa versione all'Adnkronos, sottolineando che se Conte «continua col simbolo del Movimento» allora «si valuterà il da farsi» perché «Beppe ha espresso la volontà di rivolere il simbolo indietro e di estinguerlo». «Lo metteremo in un museo - ha concluso Nadasi - faremo un museo dei simboli politici e ci sarà anche quello del Movimento».

Il tentativo in corso sembra chiaro: costringere Conte - come accadde a Grillo con la cacciata dal Pd - a farsi un suo partito, diverso dal M5S. Certo, da Nova il sì è trasversale, tutti i cambiamenti (dal ruolo del garante, al nome, al simbolo) sono stati approvati, ma l'ottica sembrava quella di mantenere lo status quo. Adesso, però, tutto sembra pronto ad essere messo in discussione. 

 

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