Dossieraggio, Cantone: «Controllate 2mila persone. Un pool dietro a Striano»

L’audizione in commissione Antimafia: «I numeri sono mostruosi, un verminaio». Nuovo filone sui dati inviati ai pm milanesi e ottenuti attraverso accessi illeciti al sistema

Dossieraggio, Cantone: «Da Striano 10mila accessi e 33mila file scaricati». Le segnalazioni sospette
Dossieraggio, Cantone: «Da Striano 10mila accessi e 33mila file scaricati». Le segnalazioni sospette
di Valeria Di Corrado
Giovedì 7 Marzo 2024, 19:36 - Ultimo agg. 9 Marzo, 15:34
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Uno degli uffici più strategici della Procura nazionale antimafia, istituita da Giovanni Falcone, si era trasformata in un «verminaio». Una gola profonda dalla quale fuoriuscivano, come se fosse un jukebox, atti giudiziari e informazioni sensibili su richiesta di «una serie di soggetti» (non solo giornalisti). «C’è stato un vero e proprio saccheggio delle nostre banche dati - ha spiegato ieri davanti alla Commissione parlamentare antimafia il procuratore di Perugia Raffaele Cantone - I numeri inquietano, perché sono davvero mostruosi. Quella effettuata dal tenente Pasquale Striano è certamente una ricerca spasmodica di informazioni. Se avessimo dovuto contestargli per ognuna di queste vicende l’accesso abusivo, avremmo dovuto stilare 50mila capi di imputazioni». Alcuni di questi dati estrapolati in modo illegittimo sono confluiti in dossieraggi - è l’ipotesi della Procura di Perugia - che il sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati e il finanziere del suo ufficio Striano avrebbero confezionato e inviato alle procure distrettuali, affinché indagassero su temi che esulavano le loro competenze di antimafia e antiterrorismo. Gli inquirenti sospettano che sia questa la genesi dell’atto di impulso inoltrato intorno al 2020 alla procura di Milano su una presunta illecita gestione dei fondi della Lega e su cui ora i finanzieri del nucleo di polizia valutaria stanno facendo degli accertamenti, sotto il coordinamento dei pm umbri. Uno schema simile a quello che ha generato il fascicolo per autoriciclaggio sul presidente della Federcalcio Gabriele Gravina aperto alla Procura di Roma e per cui Laudati e Striano sono accusati in concorso di abuso d’ufficio e falso.

Il pool degli accessi abusivi

Le consultazioni abusive «sono di gran lunga maggiori rispetto alle 800 che contestiamo», ha precisato Cantone durante l’audizione a Palazzo San Macuto, per poi snocciolare numeri impressionanti: nel periodo compreso tra il primo gennaio 2019 e il 24 novembre 2022 con le password di Striano sono state visionate dalla banca dati Siva ben 4.124 segnalazioni per operazioni bancarie sospette (le cosiddette “sos”). «Una cifra spropositata - ha commentato il procuratore di Perugia - A cui sono seguite le ricerche su 1.531 persone fisiche e 74 persone giuridiche, 171 schede analisi e 6 schede di approfondimento. Sulla banca dati Serpico (che raccoglie dati anagrafici e redditi percepiti, ndr) sono stati cercati 1.123 nominativi. Altri 1.947 sulla banca dati Sdi (quella dei precedenti di polizia, ndr). Abbiamo contato 165 vip, molti dei quali non finiscono nemmeno sui giornali. Ma perché allora lo ha fatto? Forse solo per curiosità, in questo caso. Perché, per esempio, fare una “sos” su Ronaldo che non ha nemmeno la residenza in Italia? ».
«Striano operava in pool, era lui il coordinatore: altri finanzieri hanno agito su suo input - ha spiegato Cantone - Il tenente era disposizione di una serie di soggetti».

Alla domanda di un parlamentare se avesse una finalità eversiva, il procuratore ha risposto in modo laconico: «Boh... Sicuramente ha creato una situazione di pericolo perché molti dei 33.528 file che ha scaricato dalla banca dati della Dna non li abbiamo trovati sui suoi dispositivi digitali». Anche perché, dopo aver saputo il 12 gennaio del 2023 di essere indagato dalla Procura di Roma per gli accessi abusivi, Striano - ora sotto procedimento disciplinare e spostato in un reparto non operativo della Finanza - ha avuto tutto il tempo di eliminare dal cellulare e dal pc eventuali tracce utili alle indagini, prima che il 10 marzo venisse perquisito. «Dalla perizia sui supporti informatici non è emersa prova certa di cancellazione dei dati, ma ci sono elementi evidentissimi in questo senso - ha precisato Cantone - Come per esempio il fatto che la chat con il giornalista del “Domani”, con cui aveva un costante rapporto di frequentazione, non conteneva messaggi al suo interno. Inoltre abbiamo trovato solo vecchie mail scambiate tra di loro. Nonostante ciò, siamo riusciti a ricostruire un solido impianto accusatorio: non mi occupo di bolle di sapone, non lo facevo nemmeno da piccolo».

Indagini su commissione

L’inchiesta di Perugia è partita grazie alla denuncia presentata da Guido Crosetto ai carabinieri Tutela lavoro il 31 ottobre 2022, dopo che erano stati pubblicati in un articolo di stampa «precise e dettagliate sulla sua sfera patrimoniale». «Abbiamo sentito per due volte il ministro della Difesa, che va ringraziato per essersi rivolto all’autorità giudiziaria. La sua scelta ha consentito di far uscire questo verminaio, perché tale è. Ora aspettiamo che venga il collega Laudati, che ha detto di voler rispondere alle nostre domande», ha aggiunto Cantone. Il magistrato ha spiegato che quando Striano è stato interrogato dai pm capitolini, il primo marzo 2023, aveva riferito che il suo «era un modus operandi ordinario e che aveva fatto migliaia di accessi alle banche dati, per poi spiegare con chiarezza che lo aveva fatto su ordine di Laudati». «Striano alla Procura di Roma portò anche un atto che lui sostiene fosse la bozza della possibile proposta investigativa su Crosetto, ma noi abbiamo verificato che era stato scritto da un giornalista su un file», ha precisato Cantone. A dimostrazione del fatto che, oltre al jukebox sui nomi da cercare, il finanziere si muovesse anche su una vera e propria traccia.

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