Inchiesta Perugia sul dossieraggio, intervista a Danilo Iervolino: «Su di me solo illazioni, sono vittima del sistema»

«Mai interrogato, neanche dalla Procura di Salerno dopo che Lotito è stato in cittadella giudiziaria»

Danilo Iervolino al campo di allenamento della Salernitana
Danilo Iervolino al campo di allenamento della Salernitana
di Petronilla Carillo e Marco Toriello
Giovedì 7 Marzo 2024, 07:00 - Ultimo agg. 8 Marzo, 07:41
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«Mi fa sorridere pensare che si siano ipotizzati cointeressenze da parte mia con il presidente della Figc Gravina prima che acquistassi la Salernitana. Non lo conoscevo se non di nome, non avevo alcun rapporto con lui». Il presidente del club granata, Danilo Iervolino, tiene a precisare questo dettaglio dopo che dall'inchiesta sul dossieraggio di Perugia è emerso che anche lui è stato vittima degli accessi abusivi del pm Antimafia Laudati e del luogotenente della Finanza Striano.

Presidente, che idea si è fatto di questa vicenda?
«Sono allibito, sbigottito e come tutti gli italiani molto preoccupato perché, se con una certa disinvoltura e facilità un maresciallo della guardia di finanza - promosso come si legge tenente da pochi anni sulla base di un concorso interno - può entrare a piacimento in un sistema come fosse una sua proprietà privata, spiare, trasferire notizie, infangare e addirittura pensare di poter creare dei dossier da inviare persino ad inquirenti e pm come notitia criminis, e soprattutto se questo poi dovesse risultare vero, è molto grave, mina le basi democratiche della Repubblica e deve far riflettere anche la politica affinché adotti strumenti di controllo più rigorosi ed imperforabili. Certo, però, non si può fare di tutta un'erba un fascio: c'è una parte larghissima di forze dell'ordine e di magistratura che assolve il proprio compito in maniera esemplare, e questo va detto.

Ed è proprio quel 90% di servitori civili irreprensibili che non deve voltare le spalle e semmai per ragioni corporative non intervenire».

Al centro del dossieraggio c'è l'acquisizione della Salernitana da parte sua...
«Sono state fatte alcune illazioni. Per quanto riguarda me personalmente ho scoperto dai giornali che già dal 2019 (ben prima dunque dell'acquisizione della società sportiva, ndr) c'erano condizioni di spionaggio, mi auguro non di dossieraggio, nei miei confronti. Ma anche su questo ho intenzione di vederci chiaro attraverso i miei legali. Nel 2022 sono uscite le prime informazioni su alcuni giornali e da parte di alcuni giornalisti indagati relativamente a segnalazioni sospette che mi avrebbero riguardato e presentai subito un esposto alla Procura di Napoli, che ho inviato ora alla Procura di Perugia con un esposto cui sono allegate. Appresi tutte queste singolari segnalazioni dai giornali denunciati, come in questi giorni. In questa vicenda preferisco sempre utilizzare il condizionale perché i retroscena e le condizioni per cui sono accadute queste cose non le sappiamo. Poi ho acquistato la Salernitana e mi sono reso conto che, appena hai successo, notorietà e popolarità, si accende una anomala attenzione talora morbosa. Assurdo pensare che io avessi cointeressenze con Gravina: prima di acquistare la società non lo conoscevo e non lo avevo mai neppure incontrato in occasioni istituzionali o altro, insomma neppure in via meramente occasionale. Non avevo alcun rapporto con lui, mai visto se non sui giornali, mai incontrato, mai parlato neppure al telefono. Questo credo che debba essere immediatamente chiarito. Si è parlato tanto e voglio essere chiaro e definitivo sulla mia posizione in questa vicenda: non sono stato oggetto di alcun avviso di garanzia da nessuna Procura, né da Salerno né da Roma, in relazione all'acquisizione della Salernitana, tutto è stato fatto secondo una regolare procedura ad evidenza pubblica cui ho semplicemente partecipato decidendolo peraltro all'ultimo momento. Non posso parlare degli altri, dell'attività dei trustee: io posso parlare solo della mia proposta, inviata per amore della Salernitana e di Salerno. Non ho alcuna conoscenza delle altre proposte: tutto questo mi dispiace, così si insinua nei giovani una idea malsana secondo cui chiunque nella vita possa aver avuto successo, grazie al duro lavoro, abbia qualcosa da nascondere e vada attaccato. Questo scoraggia i giovani nel fare l'attività più bella al mondo: l'imprenditore».

A Salerno c'è un fascicolo sulla vendita della Salernitana dopo la denuncia dell'ex proprietario Lotito...
«Il presidente Lotito ha il diritto di fare qualsiasi cosa, così come difendersi è diritto di chi subisce. Io non ho nulla da nascondere e nulla da temere, in questo mondo sono entrato il 30 dicembre 2021. Prima di allora non conoscevo né Gravina, né Lotito. Sono all'oscuro di tutte le vicende per cui Lotito ha dovuto passare la Salernitana al trustee, di quelle relative alla gestione del trustee e dei rapporti di Lotito con Gravina se non per aver letto i giornali».

È riuscito a ricostruire cosa sia stato fatto nei suoi confronti?
«So di accessi sulla mia posizione e su quella di mia moglie ma, ancora una volta, tutte le notizie in mio possesso le leggo dagli organi di stampa. Non abbiamo contezza di alcunché: siamo solo osservatori come tante altre vittime, leggo che ne siamo 800, ma ribadisco la mia fiducia nella magistratura che saprà darci le risposte doverose ed attese dall'intero Paese. Vediamo cosa è successo e poi faremo azioni a tutela del nome, della buona condotta e del nostro operato sempre legittimo e rispettoso della legalità. Ciò che inquieta è capire se c'era curiosità di qualcuno nel vedere le cose, desiderio di divulgazione illegittima e illegale o se chi ha fatto tutto ciò abbia dei mandanti, il che sarebbe preoccupante. Vorrei anche capire cosa abbiano fatto, o avrebbero potuto fare, come alterazione delle informazioni raccolte o dossieraggio. È giusto che la magistratura con serenità approfondisca tutto, a tutela di noi vittime ma anche della popolazione intera. È difficile pensare che il maresciallo promosso tenente si divertisse senza alcuna ragione a fare questo e le girasse a giornalisti per far loro un favore amichevole o per divertirsi».

Lei è stato sentito in merito dalla Procura di Perugia?
«No, mai, da nessuno. Neanche da quella di Salerno dopo che Lotito è stato in cittadella giudiziaria. A Perugia ho presentato un esposto allegando le precedenti denunce».

Quando ha saputo di essere finito sotto osservazione, come si è sentito?
«Vittima di un sistema che mira punire l'avversario politico o le persone di successo, e questo per me è ancora più grave. Io ho grande rispetto per le Istituzioni e la magistratura. Nella mia vita da imprenditore a volte ho fatto alcune scelte anche perché sono stanco, molto stanco di questo clima nel Paese. Un soggetto visibile alimenta curiosità e invidia, diventa un obiettivo da abbattere. Sono l'imprenditore che ha pagato più tasse di tutti da Roma in giù. Un imprenditore che si è fatto da solo e che, come pochissimi altri, anziché andare all'estero per pagare meno tasse e avere agevolazioni, le vendite le ha fatte in Italia e con residenza italiana. Amo questo territorio ma ci sono delle storture e la parte buona del sistema deve intervenire perché queste situazioni inquietanti non prendano il sopravvento ma siano corrette e anche punite. I servitori civili dello Stato devono salvaguardare il buon nome delle Istituzioni cui appartengono e non voltare le spalle per non avere scocciature»

Questa vicenda giudiziaria le ha fatto perdere la voglia di essere ancora il presidente della Salernitana?
«È successo con la Salernitana ma poteva accadere con qualsiasi altra mia attività. Non sono nuovo a problemi importanti, che causano dispersione di tempo ed energia, preoccupazione, fermano slancio ed energia. Bisogna aver rispetto di chi lavora ed ha successo. Capisco che le invidie sono tante ma bisogna mutare approccio culturale, il successo non è una colpa». 

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