Elezioni in Abruzzo, sprint di FdI e Lega: soldi alla Roma-Pescara. E le opposizioni attaccano

Il governo stanzia 1 miliardo per la linea ferroviaria. Meloni: «Un’opera strategica»

Elezioni in Abruzzo, sprint di FdI e Lega: soldi alla Roma-Pescara. E le opposizioni attaccano
Elezioni in Abruzzo, sprint di FdI e Lega: soldi alla Roma-Pescara. E le opposizioni attaccano
di Stefano Dascoli
Giovedì 29 Febbraio 2024, 22:36
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Il “campo larghissimo” punta sulla spinta del vento sardo e punta sui big nazionali (che arriveranno in rigoroso ordine sparso); il centrodestra risponde a tutta velocità con il miliardo di euro per la ferrovia Pescara-Roma, messo ufficialmente a disposizione ieri dal Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. La contesa tra il fedelissimo meloniano Marco Marsilio, a caccia del primo storico bis per un uscente e il docente Luciano D’Amico, rinvigorito dopo il successo di Alessandra Todde in Sardegna (possibile il suo arrivo all’Aquila l’8 marzo, per chiudere la campagna), è entrata nella sua fase cruciale, a una manciata di giorni dal voto del 10 marzo.

Ieri la maggioranza ha calato l’asso della Pescara-Roma, la ferrovia che da decenni attende la velocizzazione e che oggi torna al centro del dibattito dopo che il Cipess ha dato sostanza agli annunci della premier Giorgia Meloni e del ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, stanziando i 720 milioni di euro che si aggiungono ai 231 del Fondo opere indifferibili, a fronte di un costo complessivo di 951 milioni per i primi due lotti (l’opera completa vale circa 7 miliardi), ovvero il raddoppio delle tratte Interporto d’Abruzzo-Manoppello-Scafa.

Soldi che erano stati stralciati dal Pnrr per le strettoie legate ai tempi di realizzazione e che ora tornano, per «mettere in sicurezza e realizzare un’opera di rilevanza strategica per due regioni, Lazio e Abruzzo, ma per tutto il Centro Italia» come ha detto ieri la Meloni al termine della riunione Cipess nella Sala Verde di Palazzo Chigi. Anche la Lega è passata all’incasso: «L’approvazione della delibera di assegnazione delle risorse è un passo fondamentale per il celere avvio dei lavori cosi come auspicato dal vicepremier e ministro, Matteo Salvini» ha messo nero su bianco il partito. Con i nuovi fondi «verrà potenziato il servizio passeggeri grazie all’incremento della velocità media sulla tratta e quindi alla riduzione dei tempi di percorrenza» che oggi superano le tre ore e trenta e che si ridurranno a due, come ha rimarcato il sottosegretario leghista Alessandro Morelli, che ha la delega al coordinamento del Cipess. Musica per le orecchie di Marsilio: «È un’infrastruttura che da almeno mezzo secolo attendeva di essere messa in opera. Questi 950 milioni sanano un debito accumulato dal precedente governo, che non avendo saputo completare la procedura nei termini previsti dal Pnrr, aveva fatto perdere il finanziamento». 

Per le opposizioni, però, il “timing” della decisione ha molto a che fare con la scadenza elettorale. Lo ha detto a chiare lettere il deputato abruzzese del Pd, Luciano D’Alfonso: «Giorgia Meloni non dice che i fondi sono soltanto una parte dei soldi che furono tolti all’Abruzzo dal suo governo nell’estate scorsa: tra giugno e luglio 2023 l’esecutivo nazionale si è ripreso 1 miliardo e 465 milioni, ora ci restituiscono 720 milioni. Mancano ancora 745 milioni per completare la restituzione dei fondi tagliati e mancano ancora 5 miliardi 585 milioni per completare il finanziamento dell’intera opera. È squallido dare l’elemosina con una mano mentre si è abbondantemente preso con l’altra». 

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LA VISITA

Concetti simili a quelli espressi dal leader Cinquestelle Giuseppe Conte, che ieri ha iniziato un tour abruzzese di quattro giorni partendo dal centro storico dell’Aquila: «È un segno di grande debolezza l’errore che Meloni sta compiendo anche qui, promettendo in campagna elettorale la Roma-Pescara». «C’è un vento di cambiamento, una voglia di rinnovamento che adesso mi giunge anche dall’Abruzzo» ha detto Conte riferendosi alle elezioni sarde e senza chiudere la querelle con Carlo Calenda e Azione, che a livello nazionale hanno detto di non poter «non parlare con Conte» dopo le stilettate dei giorni scorsi: «Contento delle dichiarazioni? Calenda dichiara molto spesso, come dico io, senza alcuna offesa, bisogna prenderlo nel giorno giusto e nell’orario giusto. I comportamenti concreti sono importanti» ha replicato Conte. In attesa della Todde, che D’Amico ha invitato, non ci sarà la riedizione della “foto di Vasto” del 2011 (Vendola, Di Pietro, Bersani). I leader arriveranno infatti alla spicciolata: dopo Conte toccherà alla Boschi (domani, in attesa di Renzi, forse il 6), poi proprio a Calenda (il 4 marzo), Vendola (5 marzo), Bersani (6 marzo) e infine Schlein (7 marzo). In mezzo il centrodestra, unito, il 5 marzo a Pescara. 

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