Se da un lato Conte, durante la conferenza stampa di fine anno, sottolinea la necessità di un segnale di cesura forte dopo la morte del tifoso varesino negli scontri prima di Inter-Napoli, a Milano, Salvini si dice contrario alla decisione del giudice sportivo di chiudere gli stadi. Lo attacca l'ex premier Gentiloni: «Ora tutti a condannare le bande di #ultras. I loro cori razzisti, le aggressioni, la violenza contro le forze dell'ordine. Bene. Peccato che il ministro dell'Interno era andato a omaggiarli, questi #ultras, appena dieci giorni fa».
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Ora tutti a condannare le bande di #ultras. I loro cori razzisti, le aggressioni, la violenza contro le forze dell’ordine. Bene. Peccato che il ministro dell’Interno era andato a omaggiarli, questi #ultras, appena dieci giorni fa.
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 28 dicembre 2018
«Darei un segnale di cesura forte anche ricorrendo a una pausa nelle manifestazioni sportive, per una proficua riflessione di chi vi prende parte, ma lascio alle autorità competenti la valutazione», ha detto Conte sulla morte dell'ultrà e i cori razzisti a San Siro. «Sono molto costernato - ha aggiunto -, scoprire e non è la prima volta che una manifestazione sportiva é occasione di scontri violenti, aggressioni civili e ci è scappato anche il morto».
«I cori razzisti sono discriminatori e incivili. Sospendere (il campionato)? Non sono dentro la logica del mondo dello sport, la mia sensibilità é che bisognerebbe dare un segnale forte, Giorgetti (sottosegretario allo sport, ndr) ha detto lo stesso», ha aggiunto. «Da cittadino dico che sono comportamenti inaccettabili e servirebbe una severa sanzione».
«Chiudere gli stadi e vietare le trasferte condanna i tifosi veri, che vanno distinti dai delinquenti, ed è la risposta sbagliata», ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini.
«Certe partite di calcio non si giocheranno più in notturna, quelle più a rischio si devono giocare alla luce del sole e con elicotteri che possano controllare i delinquenti», ha annunciato, a margine di un appuntamento nella sede della Direzione Anticrimine a Roma.