Rai, il Movimento 5 Stelle chiude al Pd: niente sit-in né lavoro in comune sulla riforma

Il Movimento 5 Stelle ha deciso di non partecipare al sit-in voluto e organizzato dal Partito Democratico per protestare contro la "telemeloni" della Rai. Si prospetta una spaccatura delle opposizioni sulla questione

Pd e M5s si dividono sulla riforma della Rai, niente sit-in organizzato da Schlein per Conte
Pd e M5s si dividono sulla riforma della Rai, niente sit-in organizzato da Schlein per Conte
di Monica De Chiari
Lunedì 29 Gennaio 2024, 19:05
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 Il prossimo 7 febbraio il M5S non ci sarà al sit-in davanti alla Rai lanciato dal Pd contro «l’occupazione del servizio pubblico» e in difesa della libertà d’informazione. Ad annunciarlo è la senatrice M5S e presidente della Vigilanza Rai, Barbara Floridia, con un post su Facebook in cui osserva anche che "ogni forza politica agisce come ritiene più opportuno ma qui il problema è strutturale e va affrontato in sede di riforma, così come va affrontato quello della trasformazione dell'informazione e del contrasto alle fake news". I dem si dicono "sorpresi" aggiungendo che «è vero che non è un problema che nasce con il governo Meloni, ma questo non significa che non si possa provare a risolverlo con un’iniziativa comune, tanto più con l’impegno di Elly Schlein, che ha la credibilità necessaria per farlo, non avendo mai partecipato a lottizzazioni del passato».

La risposta di Conte

A questo punto a rispondere è il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte: "Abbiamo partecipato ai sit-in per la tutela del giornalismo d'inchiesta, a fianco di Report. Saremo sempre a fianco di chi nel nostro Paese difende la libertà di stampa. Ma non ci sembra risolutivo nè credibile un sit-in lanciato da un Pd indignato, che chiama a raccolta le altre forze politiche e finge di non sapere quello che tutti sanno da anni, e cioè che la governance Rai è assoggettata al controllo del Governo oltreché della maggioranza di turno grazie alla riforma imposta dal Pd renziano nel 2015”. Il leader M5S fa riferimento anche alla polemica recente sul Teatro di Roma: “L'allarme democratico lanciato dal Pd per la nomina da parte di FdI del nuovo direttore è appena rientrato: la figura è stata sdoppiata e Pd e FdI avranno, ciascuno, il proprio direttore di riferimento", scrive. 
Parole che hanno scatenato anche la reazione di Maria Elena Boschi, deputata di Italia viva e vicepresidente della commissione di Vigilanza: “se la legge era così negativa avrebbe potuto cambiarla Conte, i grillini sono la vera stampella dell'esecutivo".

Niente fronte comune 


Per cui non solo niente sit-in con il Pd sotto la sede di viale Mazzini per protestare contro la "propaganda di destra che invade i tg del servizio pubblico", ma niente lavoro comune delle forze di opposizione per arrivare a una proposta condivisa di riforma della governance della Rai.

Il tentativo del Partito Democratico non sembra aver sortito l'effetto sperato, tanto più che l'iniziativa dem voleva avere le vesti di un fronte unito contro il governo Meloni, di certo non di spaccatura tra le opposizioni. 

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