Vannacci verso il sì alla Lega, ma Salvini aspetta Zaia. Per il generale candidatura nel Nord-Ovest e al Centro

In Veneto il leader si tiene aperta una porta per avere il governatore capolista

Vannacci verso il sì alla Lega, ma Salvini aspetta Zaia. Per il generale candidatura nel Nord-Ovest e al Centro
Vannacci verso il sì alla Lega, ma Salvini aspetta Zaia. Per il generale candidatura nel Nord-Ovest e al Centro
di Francesco Bechis
Venerdì 22 Marzo 2024, 00:18 - Ultimo agg. 12:49
4 Minuti di Lettura

Il tempo di un ultimo tentativo. Poi romperà gli indugi: avanti con il generale Vannacci, candidato capolista in tutte e cinque le circoscrizioni alle elezioni europee di giugno. Per Matteo Salvini il Veneto è un rebus. Ha tenuto banco ieri sera nel Consiglio federale convocato a Roma dal segretario della Lega. Nel menù della riunione alla Camera: amministrative ed europee. Sono le seconde però a togliere il sonno al “Capitano”. Che in Veneto e in tutto il Nord-Est sogna ancora la candidatura del “Doge” Luca Zaia, escluso dalla corsa per la Regione del 2025 dopo il niet di Giorgia Meloni e di Forza Italia alla legge sul terzo mandato dei governatori. 

IL REBUS VENETO

Lui, Zaia, preferirebbe di no.

Vannacci è alla porta. Potrebbe guidare anche qui, il Parà del “Mondo al contrario”, le truppe leghiste verso Bruxelles. Pazienza se la scelta divide la base e la dirigenza locale. Servono voti, tanti, per risalire la china e il generale li ha, sono convinti a via Bellerio. Se non dovesse arrivare all’ultimo un semaforo verde da Zaia, via libera a Vannacci. Altrove, i tasselli sono già al loro posto. Il generale toscano sarà capolista nelle circoscrizioni dell’Italia centrale e nel Nord-Ovest. Dal Veneto invece arriva una novità. Salvini vuole candidare Anna Maria Cisint, la sindaca-sceriffa di Monfalcone che ha ingaggiato una battaglia contro la comunità islamica nel “suo” Nord-Est e vuole chiudere le moschee, perché sono «integraliste». In tribunale, per ora, la crociata non ha sortito effetti: il Consiglio di Stato ha ordinato a Cisint di individuare «siti alternativi accessibili e dignitosi» per i credenti. Poco importa: per la base veneta e pure friulana del Carroccio Cisint è già un’eroina. Se sarà Vannacci a guidare a Nord-Est, il suo nome comparirà secondo in lista. Ma cresce il coro di chi vuole la sindaca in cima. Anche a Sud marcerà il generale al timone delle liste. Insomma, Vannacci everywhere, o quasi. A ridosso del Federale Salvini conferma: «Mi farebbe piacere, decideremo insieme il destino comune». Si mostra rinvigorito, il “Capitano”. Nega il grande freddo con Meloni, casomai non fosse bastato il plateale e brevissimo abbraccio mercoledì a Montecitorio: «L’ho abbracciata perché Giorgia oltre essere presidente del Consiglio è un’amica». Ha occhi e mente, adesso, solo per il grande raduno dei sovranisti europei a Roma, domani agli Studios di Tiburtina. Marine Le Pen ha dato forfait, ma invierà un videomessaggio. La passerella sarà per il leader di Chega André Ventura, reduce da un boom alle elezioni portoghesi, i fiamminghi del Vlaams Belang, gli austriaci dell’FPÖ. Torna “l’internazionale nera”? Macché, taglia corto Salvini annunciando il tutto esaurito, «ci saranno 1.500 persone pacifiche, tranquille, sorridenti, determinate». Non ci sarà invece il grosso dei governatori leghisti: Zaia, Fedriga, Tesei. Segno che la rete sovranista in Ue non entusiasma la vecchia guardia, anche se il leader smentisce di nuovo: «Se un evento che porta gente da Lisbona, Parigi, Washington è un flop..».

Generale Roberto Vannacci, chi è: la carriera dalle missioni all'estero nell'esercito alle 15 medaglie

I NODI

Certo, prima o poi i nodi verranno al pettine. Come le regionali venete per cui la Lega ha già pensato a un piano B - senza Zaia in campo - anticipato da questo giornale. E dove potrebbe allearsi con Azione e l’Udc: i contatti sul territorio sono già partiti. Prima però ci sono le Europee, protagoniste della riunione di spogliatoio di Salvini con la dirigenza leghista alla Camera. Il segretario arriva a Montecitorio e si ferma a una degustazione di dolci e gelati artigianali allestita lì. Intasca due cioccolatini alla mandorla. E i cronisti: «Uno è per Giorgia o è cioccolato amaro?». «Solo dolcezza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA