Andrea Landolfi uccise la fidanzata, 22 anni di carcere al pugile. «Maria fu spinta giù dalle scale»

Dopo l’assoluzione in primo grado la Cassazione conferma la sentenza d’Appello

Landolfi uccise la fidanzata: 22 anni di carcere al pugile. «Maria fu spinta giù dalle scale»
Landolfi uccise la fidanzata: 22 anni di carcere al pugile. «Maria fu spinta giù dalle scale»
di Federica Pozzi e Maria Letizia Riganelli
Giovedì 9 Novembre 2023, 23:19 - Ultimo agg. 11 Novembre, 08:19
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Fu femminicidio. È arrivata nella serata di ieri la decisione finale sulla morte di Maria Sestina Arcuri. La Cassazione, dove si è giocata l’ultima partita tra le parti, ha ribadito la sentenza della Corte d’Appello di Roma, secondo la quale l’ex pugile romano Andrea Landolfi è colpevole dell’omicidio della fidanzata 26enne. Dunque per lui si aprono le porte del carcere nel quale, secondo il dispositivo, dovrà passare i prossimi 22 anni. L’ex pugile si è costituito ieri sera, accompagnato dalla madre. «Rimane grande tristezza per quanto accaduto, però la sentenza ha confermato che non è stata una disgrazia ma che Maria Sestina Arcuri è stata uccisa da Andrea Landolfi, come avevamo sostenuto sin dall’inizio», ha commentato l’avvocato di parte civile, Vincenzo Luccisano, dopo la sentenza.

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LA VICENDA

La Corte d’Assise d’appello di Viterbo il 19 luglio 2021 dopo più di venti udienze agguerrite ha stabilito che l’imputato doveva essere assolto.

Un’innocenza che però è durata pochissimo, perché i giudici della Corte d’Appello, a cui avevano presentato ricorso tutte le parti, neanche un anno dopo hanno ribaltato completamente la sentenza considerandolo colpevole e condannandolo a 22 anni di carcere per omicidio volontario. L’iter giudiziario che ha portato in carcere, alla libertà; all’assoluzione e ancora alla condanna di Landolfi è complesso e articolato. 

I FATTI

La notte tra il 3 e il 4 febbraio del 2019 Andrea Landolfi e la fidanzata Maria Sestina Arcuri sono a Ronciglione per trascorrere un weekend a casa della nonna di lui. Casa che si trasformerà nella scena del delitto. Qui, dopo un litigio, Maria Sestina troverà la morte con una caduta dall’alto per le scale. Caduta che per la Corte d’Assise di Viterbo era stata un semplice incidente domestico. Mentre per i giudici di secondo grado Landolfi aveva un “intento letale”:«L’ha lanciata per le scale - scriveva la Corte d’Appello nelle motivazioni - e ha omesso qualsiasi iniziativa per cercare di salvarle la vita, completando il suo disegno di morte. La sentenza di assoluzione, è frutto di una non corretta valutazione delle prove. È stata privilegiata l’ipotesi tecnicamente meno probabile della dinamica dell’evento ancorandola alle prove dichiarative meno credibili». 

LA DECISIONE

La versione della Corte d’Appello di Roma è stata dunque confermata. La Cassazione, con il verdetto finale reso noto nella serata di ieri, ha dichiarato Landolfi colpevole definitivamente. Durante l’udienza il procuratore generale ha chiesto il rigetto del ricorso presentato dalla difesa e la conferma integrale della sentenza della Corte d’Appello. In aula gli avvocati della difesa di Landolfi, Serena Gasperini e Daniele Fabrizi, e di parte civile Vincenzo Luccisano che assiste fin dal primo giorno la madre, il padre e i fratelli di Maria Sestina. «Finalmente, dopo quattro anni è arrivata la parola fine a questo processo. Rimane grande tristezza per quanto accaduto, però la sentenza ha confermato che non è stata una disgrazia ma che Maria Sestina Arcuri è stata uccisa da Andrea Landolfi, come avevamo sostenuto sin dall’inizio», ha detto l’avvocato di parte civile appena arrivata la sentenza. 

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