Covid, la «spoon river» no vax dei telepredicatori irriducibili complottisti

Covid, la «spoon river» no vax dei telepredicatori irriducibili complottisti
di Gigi Di Fiore
Domenica 12 Dicembre 2021, 08:00 - Ultimo agg. 19:44
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Il suo manifesto funebre, con una frase che aveva dettato poco prima di morire, fa riflettere sicuramente più di mille talk show a favore della vaccinazione anti-Covid. Giuseppe Giuca, 66enne siracusano che aveva rifiutato la vaccinazione, ha voluto si sapesse perché è morto. Sotto la sua foto, dopo l'annuncio del funerale fissato il 22 novembre scorso, aveva chiesto si scrivesse: «Se avessi creduto alla pandemia, se avessi creduto al Covid, oggi racconterei una storia, ma non questa storia». Un drammatico, messaggio post mortem.

Tanti ostinati e noti leader americani dei no vax hanno pagato con la vita la loro scelta. Come Marcus Lamb, predicatore e fondatore di Daystar television Network, una tv religiosa no vax che negli Stati Uniti viene valutata 230 milioni di dollari. Come altri telepredicatori, per mesi Lamb aveva rilanciato le idee no vax, ospitando in trasmissione anche Robert Kennedy junior, allontanato dai parenti per le sue posizioni contro i vaccini. La moglie di Lamb, in diretta tv, collegata dal capezzale del marito, aveva detto: «Pregate specificamente per i suoi polmoni per eliminare la polmonite da Covid e pregate affinché il suo livello di ossigeno continui a essere forte e salga in modo da poterlo riportarlo a casa».

Nessun accenno alla decisione di Marcus Lamb di non vaccinarsi.

Sono accomunati dalla convinzione contro il vaccino, negando la gravità della malattia, altri morti che predicavano in radio e tv americane. Come il 65enne Marc Benier, che si autodefiniva «Mr anti-vax», voce assai nota in Florida, dove ha lavorato a lungo nella radio Wndb News Daytona Beach, manifestando sempre le sue idee conservatrici. È arrivato ad accusare il governo statunitense di «comportarsi come i nazisti» sui vaccini. 

Mak Parhar era invece un blogger terrapiattista canadese diventato leader dei no vax, contestando l'uso delle mascherine. Si è ammalato, ma diceva ai suoi seguaci che non poteva «essere Covid perché il Covid non esiste». È stato soccorso e curato in ritardo e, quando sono arrivati i sanitari per portarlo in ospedale, era già morto. È morto in Texas, dove viveva, il trentenne Caleb Wallace, altro no vax e organizzatore della Freedom Rally, manifestazione di protesta contro tutte le restrizioni Covid. Contagiato, ha tentato di curarsi con illusorie «terapie domiciliari», prendendo anche l'Ivermectina, farmaco antiparassitario che ha provocato un numero enorme di casi di avvelenamento. In Israele, viveva Hai Shoulian, ribelle alle mascherine contro cui conduceva campagne accanite. È morto, dopo battaglie esasperate contro la scienza e il vaccino anti Covid-19.

Dagli Stati Uniti all'Europa. L'inglese 54enne Glynn Steel aveva rifiutato il vaccino anti-Covid perché sosteneva fosse stato sperimentato sugli animali e lui, vegano di fede, non poteva approvarlo. Alla fine, contagiato, è morto in terapia intensiva. Prima di morire, però, avrebbe detto alla moglie: «Non sono mai stato così male, vorrei aver fatto il vaccino». E la moglie ha spiegato: «Implorava il vaccino prima di essere intubato. Ma gli infermieri gli hanno spiegato che era troppo tardi». 

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In Austria, è morto un altro leader no vax. Si chiamava Johann Biacsics, 65 enne morto dopo essersi fatto dimettere dall'ospedale dove lo avevano accompagnato i familiari nonostante le sue opposizioni. Sosteneva che «nelle terapie intensive sono ricoverati soprattutto vaccinati, io ho notizie privilegiate». Un personaggio singolare Biacsics, che a casa aveva continuato a curarsi con il biossido di cloro che è il principio attivo alla base della candeggina, come suggeriva da mesi il medico e giornalista Christoph Specht. Biossido di cloro, messo in circolazione nel corpo con il clistere, trattamento «alternativo» molto diffuso tra i no vax, consigliato anche dall'ex presidente americano Donald Trump. Video e articoli: Biacsics aveva utilizzato più strumenti per diffondere le sue idee sulle cure alternative al vaccino. Metodi che non gli sono serviti, anche se, dopo aver avuto il tampone positivo, Biacsics era rimasto convinto di poter sconfiggere la malattia senza bisogno di ricovero in ospedale. La famiglia appoggiava le sue idee e le condivideva, tanto da aver scritto sui social che «anche se la sua morte «ufficialmente entrerà nelle statistiche delle vittime Covid noi sappiamo la verità». Quasi a far intendere dietrologie e complotti. 

Intubati, vicini alla morte, o vittime del Covid, negli ultimi giorni anche in Italia i nomi dei no vax prevalgono nell'elenco di chi è stato ucciso dal virus. Quasi un suicidio quello di Michael Marc Alexander Vela, un 50enne di nazionalità tedesca che viveva ad Arco nel Trentino con la sua compagna. Ha rifiutato di essere intubato, firmando il consenso assistito in cui lo confermava. Contagiato, era stato ricoverato all'ospedale Santa Chiara di Trento dove per le sue condizioni era stato subito trasferito in terapia intensiva. Un caso grave, a rischio anche per la sua obesità. Ma, nonostante il pericolo, nonostante una lunga conversazione con la compagna, Vela ha detto no all'intubazione. Domani ci saranno i suoi funerali, mentre la sua compagna ha dichiarato al personale sanitario dell'ospedale: «Ho rispettato la sua scelta». 

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