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Vaccino Covid, l'ombra delle mafie: pronto il piano per proteggere le dosi

di Valentino Di Giacomo
Articolo riservato agli abbonati
Martedì 22 Dicembre 2020, 23:00 - Ultimo agg. : 23 Dicembre, 12:41
5 Minuti di Lettura

Il vaccino c’è, ma ora la grande missione dell’Italia è fare in modo che tutte le dosi destinate al nostro Paese arrivino a destinazione nei 300 punti di somministrazione mettendole al riparo dai malintenzionati. A lanciare l’allarme sul pericolo che i vaccini possano finire nel mirino dei furti della criminalità organizzata è stato il direttore di Interpol, Jurgen Stock. «Il vaccino - ha detto il capo della polizia mondiale - è “l’oro liquido” del 2021, la cosa più preziosa da distribuire e la mafia e le altre organizzazioni criminali sono già preparate. Vedremo furti nei magazzini e attacchi alle spedizioni». Un alert che riguarda molto da vicino l’Italia e soprattutto le organizzazioni criminali meridionali, per questo motivo scenderanno in campo a presidiare i vaccini anche le Forze armate. Il business dei farmaci è da sempre una delle voci a bilancio soprattutto della camorra e della ‘ndrangheta. Fino ad oggi i clan si sono concentrati con maggiore attenzione sui furti e sulla rivendita dei farmaci anti-tumorali, ma i nuovi vaccini contro il Covid possono rappresentare un’occasione enorme per le mafie in un periodo storico in cui la crisi economica, i locdkown e le rigide regole per frenare la pandemia hanno intaccato pure una parte dei loro affari. É per questi motivi - ancor prima che i vaccini siano distribuiti in Europa - che si è attivato già da tempo un grande lavoro di intelligence per provare a tenere al riparo «l’oro liquido» con la collaborazione di tutte le principali polizie europee. L’Italia - essendo tra i Paesi più colpiti dal fenomeno dei furti di farmaci - è già in prima linea con i propri dipartimenti di sicurezza per dare il proprio apporto. Non sarà, insomma, solo un problema logistico o di salvaguardia sanitaria mantenendo la catena del freddo necessaria per conservare e stoccare i vaccini, ma anche un delicatissimo lavoro sul versante della sicurezza militare garantire che tutti gli italiani che lo desiderano possano vaccinarsi. 

Chi per primo aveva chiesto di porre l’attenzione sulla necessità di mettere in sicurezza i vaccini è stato il presidente di Assoram, Pierluigi Petrone, già dallo scorso ottobre. «I fenomeni di furto e contraffazione - aveva detto il presidente della Associazione Nazionale degli Operatori Logistici e Commerciali della Distribuzione Farmaceutica Primaria - già impattano pesantemente sulla catena di distribuzione farmaceutica. Il trasporto dei medicinali, che avviene quasi esclusivamente su gomma, e le strutture ospedaliere sono maggiormente prese di mira dalla criminalità organizzata». Petrone ha quindi inviato una lettera a tutti gli attori istituzionali coinvolti nella distribuzione dei vaccini, trovando immediato ascolto nel commissario per l’Emergenza, Domenico Arcuri. «Il commissario - spiega il presidente di Assoram - ha ben compreso la nostra funzione e la strategicità del nostro comparto su come potremo assicurare che queste fasi delicatissime per la vita del nostro Paese possano svolgersi senza intoppi». 

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Nella primissima fase in cui i vaccini disponibili sono soltanto quelli della statunitense Pfizer, sarà direttamente l’azienda americana a portare le dosi verso i punti di somministrazione facendosi carico anche dell’incombenza di salvaguardare la catena del freddo. Ovviamente, già a partire dal cosiddetto «Vaccine Day» del 27 dicembre, tutti gli spostamenti saranno vigilati anche dalle forze armate. «Il piano predisposto con urgenza - ha spiegato il generale Luciano Portolano, capo del Centro operativo interforze della Difesa, nel corso del tradizionale incontro di Natale tra il presidente Mattarella e le Forze armate - prevede che il vaccino Pfizer che giungerà in Italia il 24 dicembre sarà custodito in una prima fase presso l’hub centrale dello Spallanzani di Roma e a cura della Difesa sarà distribuito e somministrato su 21 siti nazionali». Per ora si tratta solo di poche dosi, più complesso sarà garantire la sicurezza logistica quando saranno disponibili anche gli altri vaccini come quello di Astrazeneca. Per garantire che tutto avvenga in sicurezza il piano del ministero della Difesa - in prima linea per supportare Arcuri - prevede che le dosi giungano direttamente nel grande hangar militare di Pratica di Mare, poi andrà assicurata la vigilanza delle dosi per il trasporto e lo stoccaggio nel resto d’Italia. Già oggi il ministero di Lorenzo Guerini renderà noti mezzi, uomini e metodi con cui la Difesa supporterà il piano vaccinale italiano.

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Il fenomeno del business dei medicinali da parte della malavita organizzata è noto da tempo. Sul grande affare dei farmaci anti-tumorali ci si sono fiondati da tempo - secondo alcune inchieste della procura di Napoli - membri del clan Contini e Licciardi della camorra napoletana, ma attivissime sono pure le cosche della ‘ndrangheta che hanno il vantaggio di poter sfruttare le proprie ramificazioni in tutto il mondo. Quello dei vaccini - secondo le recenti analisi di intelligence - potrebbe essere un mercato che fa gola ai clan. Rubare un carico di dosi vaccinali e rivenderlo a enclavi facoltose di alcuni Paesi africani potrebbe rivelarsi un business milionario. Già in era pre-Covid erano almeno 100 i furti di medicinali ogni anno in Italia con un giro d’affari stimato in 20 milioni l’anno. Solo in Campania avvengono almeno 5 milioni di euro di furti di medicinali ogni anno, ma il fenomeno interessa l’intero meridione. Ad essere presi d’assalto, solitamente, sono i tir che trasportano i medicinali, ma soprattutto le farmacie e i depositi degli ospedali. I nuclei specializzati di polizia e carabinieri segnalano che almeno un ospedale su dieci subisce furti di medicinali. A scoperchiare il vaso di Pandora sull’interesse dei clan sul business dei medicinali fu l’inchiesta Volcano del 2014, ma questo commercio illegale ha continuato a crescere col passare del tempo. È per questo che il governo - con l’attenzione del Viminale e delle Forze Armate - sta cercando di predisporre dei piani di sicurezza non solo per il trasporto, ma anche per salvaguardare i depositi e i punti di somministrazione che saranno organizzati per i vaccini. Se l’hangar di Pratica di Mare garantisce la massima vigilanza altrettanto bisognerà fare per tutti gli altri punti sul territorio italiano dove arriveranno le dosi.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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