David, 27enne sgozzato da un marocchino.
Il fratello: "Non simbolo lotta agli immigrati"

David, 27enne sgozzato da un marocchino. Il fratello: "Non simbolo lotta agli immigrati"
Domenica 15 Marzo 2015, 17:45 - Ultimo agg. 18:20
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ROMA - «A me gli estremismi non sono mai piaciuti, né da un lato né dall'altro. E non voglio che la vicenda di David venga strumentalizzata. Non voglio che mio fratello diventi il simbolo della lotta all'immigrato. Lui non lo avrebbe mai permesso: faceva persino volontariato al 118. Era una persona buona con tutti, non accetterebbe che la sua morte servisse a far partire una campagna di odio contro gli stranieri». Lo afferma Diego Raggi, fratello del ragazzo ucciso a Terni da Amine Aassoul, in un'intervista a Repubblica.







Dal governo «vorrei che ci aiutassero ad avere giustizia. A fare sì che l'uomo che ha ucciso mio fratello senza un motivo paghi. Che passi il resto della sua vita in galera, che non abbia i domiciliari tra dieci anni. Ecco, questo vorrei. E non perché è straniero, ma perché ha sbagliato. E chi sbaglia deve pagare», dice Diego.



«Oggi (ieri, ndr) è venuta a casa una delegazione di marocchini che vivono in città.
Sono stati gentilissimi, ci hanno fatto le condoglianze. Erano molto dispiaciuti, si vergognavano», racconta il giovane. «Non voglio che ora si crocifiggano i marocchini, non sarebbe giusto. Perché allora noi dovremmo crocifiggere anche gli italiani che uccidono le mogli. In casa nostra il razzismo non è mai entrato e non entrerà mai. Se poi quello che ci è successo servisse a capire come prevenire cose del genere, come controllare chi entra nel nostro Paese, allora forse mio fratello non sarebbe morto invano».