Giacomo Chiapparini, schiacciato da 25mila forme di grana. La dura lettera dei figli al funerale: «Non ci hai mostrato amore come altri padri»

A segnare la vita della famiglia Chiapparini fu la scomparsa vent’anni fa di Emanuele, il terzo figlio

Giacomo Chiapparini, schiacciato da 25mila forme di grana. La dura lettera dei figli al funerale: «Non ci hai mostrato amore come altri padri»
Venerdì 11 Agosto 2023, 11:00 - Ultimo agg. 12 Agosto, 11:41
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Una vita di lavoro quella di Giacomo Chiapparini, imprenditore agricolo di 74 anni, travolto domenica 6 agosto da quindicimila forme di Grana Padano in un magazzino della sua Cascina Clientela a Romano di Lombardia. Era un uomo senza sosta. Un uomo non facile. E il giorno dei funerali, i figli hanno voluto far sapere a tutti quanto sia stato difficle crescere con un genitori come lui. «Quante volte, papà, abbiamo sperato che rallentassi la tua corsa nella vita e quindi potesse rallentare anche la nostra, così da vedere cosa c’era fuori dal finestrino. Rallentando avresti potuto vederlo anche tu, capendo cosa c’era di importante oltre la tua attività». Comincia così la lettera, letta al funerale, scritta dai familiari dell’imprenditore agricolo.

Chi era l'imprenditore

Ultimo di sette figli, aveva lavorato prima come mezzadro insieme al padre e ai fratelli, poi nel 1977 si era messo in proprio con 26 bovini, una stalla e qualche macchinario agricolo, dopo che era arrivato a comprarsi una cascina tutta sua.

Quella di Romano di Lombardia, che si è poi allargata sempre più a comprendere nuove stalle, depositi, magazzini, la sala mungitura, l'ufficio, il caseificio, lo spaccio e le abitazioni dei parenti. Insomma, negli anni si era espansa e la sua area aveva raggiunto i dieci ettari e quella di coltivazione i cento. Dopo che nei primi anni aveva venduto il suo latte alle grandi aziende della trasformazione, come Invernizzi e Craft, nel 2006 aveva ottenuto il marchio per la produzione del Grana Padano. La sua azienda agricola era diventata molto nota sul territorio e lì, ogni giorno, si mungevano 270 quintali di latte e producevano cinquanta forme di formaggio, per un totale di quindicimila all'anno. Le quali poi venivano stoccate in magazzini come quello in cui è avvenuta la tragedia.

La lettera dei figli

I familiari, in primis la figlia Mary e il figlio Tiziano, hanno scelto di salutare il genitore senza sconti: «Ci hai fatto crescere sempre sollecitati a dare il massimo, a fare sempre al meglio quello che sapevamo fare — si legge nella loro lettera —. Ci hai forgiato alla vita, ai fatti pesanti della vita, e ne abbiamo avuti davvero tanti. Quanti scontri abbiamo avuto perché volevi sempre avere ragione tu e fare di testa tua. Ci dispiace che a noi figli tu non abbia mostrato l’amore attento e affettuoso come altri padri. Con i tuoi nipoti ti sei ammorbidito un po’ e così abbiamo capito che allo stesso modo amavi anche noi, ma sempre a modo tuo, nel tuo modo originale. Non hai mai puntato sul nostro lato sensibile perché lo faceva e lo fa la mamma. Hai puntato, invece, alla nostra tempra per prepararci alla vita».«Ci hai lasciati — conclude la lettera della famiglia — con le rotelle attaccate alla bici, liberi di andare ma sempre con te che ci davi sicurezza. Sei sempre stato sopra le righe e sopra le righe è stata la tua uscita di scena.

La morte del terzo figlio

A segnare la vita della famiglia Chiapparini  fu la scomparsa vent’anni fa di Emanuele, il terzo figlio. «La tua fragorosa e rumorosa presenza è diventata una fragorosa e rumorosa assenza. Tu hai vissuto la vita che volevi, coltivando ambizioni che nessuno avrebbe mai immaginato e la tua famiglia ti ha dovuto seguire in questa corsa. Anche se iniziavi a sentire la stanchezza dell’età non ti sei mai risparmiato. Ora non so dove sei, ma sappiamo che a chi incontrerai, darai filo da torcere. Speriamo tu possa incontrare Emanuele e dirgli quanto lo amavi e quanto hai amato anche tutti noi».

L'incidente

Chiapparini è stato trovato morto dopo 11 ore di ricerche. E' rimasto schiacciato domenica sera da 15mila forme di Grana Padano (dal peso di circa 40 kg l'una) nella sua azienda agricola di Romano di Lombardia, alla Cascina Clientela di Via della Graffignana. Mentre stava lavorando al controllo della stagionatura, sarebbe stato travolto dalle forme per via di un cedimento della struttura: gli accertamenti sono comunque ancora in corso, a cura dei Vigili del Fuoco e dei tecnici del Psal di Ats, il servizio di Prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro.

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