Incidente sulla funivia del Mottarone: «La verità è nei verbali della manutenzione»

Incidente sulla funivia del Mottarone: «La verità è nei verbali della manutenzione»
di Mariagiovanna Capone
Lunedì 24 Maggio 2021, 00:02 - Ultimo agg. 07:00
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Difficile per ora dare una spiegazione su quanto accaduto alla funivia del Mottarone, ma Umberto Petruccelli, docente di tecnica ed economia dei trasporti all’Università degli studi della Basilicata e nel direttivo dell'Associazione Italiana Ingegneria dei trasporti, prova a fare una sintesi quello che potrebbe aver provocato la tragedia.

Professor Petruccelli, si è fatto un’idea di cosa potrebbe aver provocato la caduta della funivia? 
«I primi resoconti parlano di un cavo che ha ceduto, mentre dei testimoni hanno dichiarato di aver visto “la cabina arretrare velocemente e poi all’altezza del pilone si è scarrucolata ed è stata sbalzata giù”.

Quest’ultima testimonianza è assai importante poiché se un cavo ha ceduto, si tratta di quello di traino». 

E questo è già un punto di partenza.
«Esatto, ma quello che va stabilito è come è possibile che abbia ceduto. Vede, per trasporti di questo tipo ci sono norme molto stringenti, controlli periodici dei cavi e di tutto il sistema meccanico che rientra in una manutenzione ordinaria. Poi, c’è quella straordinaria, che si fa in un arco temporale più ampio dove i controlli sono ancora più accurati. Dalle informazioni emerse, pare che tra il 2014 e il 2016 ci sia stato un’accurata revisione generale, che ha visto una serie di interventi tra cui la sostituzione dei motori, dei quadri elettrici, dell'apparato elettronico, dei trasformatori. Quello che mi ha tranquillizzato è stata la magnetoscopia sulle funi, cioè un esame molto importante che avrebbe fatto emergere ogni minima usura che a quanto pare non c’era.  

Cosa ipotizzare, quindi?
«Per prima cosa vanno controllati i verbali delle manutenzioni, affinché quanto previsto dalla normativa sia stato eseguito correttamente. In secondo luogo sono molto utili le telecamere, mi auguro che vi siano sistemi di vigilanza dell’impianto, con telecamere puntate sui punti nevralgici dei cavi che possano far notare anomalie, in particolare un logorio del cavo, che non avviene da un giorno all’altro e sicuramente non nelle ore immediatamente precedenti alla tragedia. E infine valutare se ci sono stati agenti esterni che hanno potuto causare il cedimento di questo cavo ipotizzato dagli inquirenti, ma in questo caso potremmo avere un tranciamento immediato, come avvenne alla funivia del Cermis, quando un aereo tranciò un cavo, e le testimonianze sarebbero diverse. Ma un altro agente esterno potrebbe essere un ostacolo nel tamburo all’interno del sistema, che potrebbe aver creato l’usura precoce e il cedimento». 

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